Chili, il servizio streaming vicino alla liquidazione?

Secondo quanto riportato da Claudio Plazzotta, le prospettive per la società italiana attiva nello streaming non sono rosee
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Non è un periodo facile, per il servizio streaming Chili. Stando a quanto riportato da Claudio Plazzotta su ItaliaOggi, la società italiana dietro alla piattaforma sarebbe vicina alla messa in liquidazione. A suggerirlo sono i numeri di questi ultimi anni: sarebbero stati superati i 90 milioni di euro di perdite in 13 anni di vita, senza mai registrare utili.

L’ultimo bilancio noto della Chili spa, fondata a Milano a giugno 2012 da Giorgio Tacchia, Stefano Parisi, Stefano Flamia, Alessandro Schintu, Giano Biagini, risale al 2022: i ricavi risultavano dimezzati rispetto al 2021 (23,6 milioni contro i 43,6 milioni dell’anno precedente), mentre le perdite ammontavano a 16,4 milioni di euro. I debiti complessivi erano pari a 30,4 milioni di euro. Da quel momento, la situazione sarebbe peggiorata, nonostante l’aumento di capitale da 55 milioni approvato a gennaio 2023.

A luglio 2024, ricorda la fonte, è stata pubblicata un’istanza di applicazione di misure protettive al patrimonio nei confronti di Chili spa, per tutelare l’impresa da azioni dei creditori. A settembre 2024 il Tribunale di Milano ha confermato le misure, la cui scadenza dopo un’ulteriore proroga è arrivata al 3 marzo 2025. Ora, però, la liquidazione potrebbe essere vicina per la società guidata dal presidente Roberto Giacobone e dall’AD Filippo Rolando.

Antares, il private equity che con Capsicum, Torino 1895 Investimenti e Negentropy special situations fund è tra i maggiori azionisti di Chili spa, è stata messa in liquidazione e cancellata dal registro delle imprese a fine gennaio 2025 e così è successo a Brace, società di Stefano Parisi che deteneva piccole quote dell’etichetta streaming.

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