Nella giornata di oggi, mercoledì 13 marzo 2024, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, la prima legge al mondo per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Una giornata definita storica a Strasburgo, che segnerà l’immediato futuro e che fissa uno standard globale su un tema caldissimo a livello giurisdizionale.
Stando a quanto riportato, il commissario al Mercato interno e al Digitale Thierry Breton ha dichiarato che è stato fatto il meno possibile, ma quanto necessario per tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini. «Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’IA» ha invece dichiarato Brando Benifei del PD, correlatore dell’AI Act della commissione per il mercato interno del Parlamento europeo.
Con questa prima legge, frutto dei precedenti accordi di dicembre 2023 tra Parlamento e Consiglio Europeo agli sviluppatori e operatori delle intelligenze artificiali vengono indicati requisiti e obblighi sugli usi specifici e i rischi, fissando al contempo dei paletti precisi: l’uso delle AI è limitato ai sistemi identificazione biometrica da parte delle autorità di contrasto e sono state introdotte norme di contrasto alle manipolazioni e allo sfruttamento della vulnerabilità degli utenti, che potranno anche presentare reclami. Sono quindi vietati i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili, così come l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o da altri registri (come le telecamere a circuito chiuso) per creare banche dati di riconoscimento facciale.
Importanti tutele sono arrivate anche per i lavoratori: le AI non potranno essere usate per riconoscere emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, così come è stato escluso l’uso di sistemi di credito sociale e altri che manipolano il comportamento umano e sfruttano la vulnerabilità della gente. La nuova legge regolamenta anche le immagini e i video creati artificialmente: i cosiddetti deepfake, ovvero contenuti manipolati, dovranno essere chiaramente etichettati come tali.
Ulteriori regole sono state previste per l’uso delle AI in ambienti critici come istruzione, formazione professionale occupazione e molto altro. Le istituzioni UE, sottolinea il commissario Breton, ripreso dal Corriere della Sera, hanno «resistito agli interessi particolari e alle lobby che chiedevano di escludere i modelli di IA di grandi dimensioni dal regolamento. Il risultato è un regolamento equilibrato, basato sul rischio e a prova di futuro»
L’approvazione dell’AI Act in plenaria è arrivata grazie a 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astenuti. L’UE è la prima al mondo a dotarsi di regole sull’intelligenza artificiale, una tecnologia che affascina i big tech ma spaventa anche diverse categorie di lavoratori anche nel mondo dell’audiovisivo.
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