Ci sono voluti tre giorni di trattative, ma alla fine la fumata bianca sul nuovo testo legislativo che regolamenterà l’uso dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea è arrivata. Parlamento e Consiglio hanno trovato l’intesa nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 dicembre e il testo, stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, sarebbe “a dir poco rivoluzionario”.
Alla fine, sembra sia stato trovato un compromesso tra le parti: i parlamentari volevano regole più restrittive, mentre i governi chiedevano margini di manovra nel campo della sicurezza, quello industriale ed economico. Sono stati estesi i divieti, ma allo stesso tempo è stato dato il via libera per l’utilizzo dell’identificazione biometrica da parte delle autorità di polizia per quanto riguarda gli spazi pubblici, ma saranno previste anche in questo caso delle salvaguardie. Prevista una migliore protezione dei diritti tramite l’obbligo, per chi impiega sistemi di AI ad alto rischio, di condurre valutazioni d’impatto.
Diverso invece il discorso per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa, ovvero quella utilizzata per la creazione di contenuti come testi, immagini, musica, audio e video. Un tema, questo, che ha interessato anche il recente sciopero degli sceneggiatori e degli attori di Hollywood. Il compromesso prevede un accordo a due velocità: ci saranno regole volte a garantire la qualità dei dati utilizzati nello sviluppo degli algoritmi e per verificare che non venga violato il copyright. Allo stesso tempo, gli sviluppatori dovranno garantire che i materiali prodotti siano chiaramente identificabili come artificiali.
Per la rappresentante del Consiglio durante i negoziati, Carme Artigas, sottosegretaria spagnola al digitale, si tratta di «un risultato storico e di un’enorme pietra miliare verso il futuro», perché «siamo riusciti a mantenere un equilibrio estremamente delicato tra il promuovere l’innovazione e l’adozione dell’intelligenza artificiale in Europa, garantendo al tempo stesso il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei nostri cittadini».
Non mancano però le reazioni negative all’accordo UE: «Restiamo preoccupati da un approccio a due livelli che provocherà significativa incertezza giuridica – ha detto Marco Leto Barone, dell’Information Technology Industry Council – Siamo inoltre delusi dal divieto di categorizzazione biometrica, che ostacolerà molti usi commerciali dell’intelligenza artificiale, vantaggiosi e a basso rischio».
Anche la European Consumers Organization, riporta sempre Il Sole 24 Ore, si è detta scettica dal compromesso raggiunto: «I sistemi di intelligenza artificiale in grado di identificare e analizzare i sentimenti dei consumatori saranno ancora consentiti, il che è molto preoccupante visto quanto sono invasivi e imprecisi». Inoltre, hanno aggiunto, «modelli alla base di sistemi come Chat-GPT, che possono essere integrati in un’ampia gamma di servizi, non saranno sufficientemente regolamentati».
Il nuovo regolamento, del quale verranno ora limati i dettagli, verrà pienamente applicato solo due anni dopo l’entrata in vigore. Così facendo, l’UE diventerà la prima giurisdizione al mondo a regolare tale ambito, sempre più al centro del dibattito (e delle polemiche) in numerosi ambiti diversi – cinema e televisione inclusi.
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