Negli ultimi giorni si è accesa la discussione sulla necessità di un Ministero ad hoc per il cinema. A sollevare la questione è stato il regista Pupi Avati, ma molti altri colleghi gli hanno dato ragione e sostenuto l’idea. Chi sposta invece il focus del dibattito è il CEO di Minerva Pictures e Presidente della sezione Cinema di Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, Gianluca Curti.
Con una lettera inviata al Corriere della Sera, ha commentato così la vicenda: «Ritengo che l’idea di Pupi Avati di favorire e sostenere i finanziamenti per i film a medio e basso costo, sia una delle risposte giuste a un momento complesso». La filiera che dà lavoro a 120.000 persone, sostiene, «non si può sostenere solo con mega progetti di serie o film ad alto costo. Le migliori energie sono spesso nelle produzioni indipendenti, e senza un immediato cambio di paradigma, molte aziende chiuderanno oppure continueranno a diventare oggetto di acquisto di multinazionali straniere, spesso europee ma comunque straniere, in parte desertificando il nostro panorama creativo e industriale».
Tuttavia, in relazione all’idea di un ministero ad hoc, ha aggiunto: «L’idea potrebbe essere giusta, ma dato che non abbiamo molto tempo per agire, credo che la soluzione migliore sarebbe dotare la direzione generale cinema del Mic (ministero della Cultura) di dirigenti, funzionari e impiegati in numero coerente con la potente crescita che il comparto ha avuto negli ultimi cinque anni, e quindi il Mic ha bisogno di più capitale umano per poter dare quella velocità operativa e efficienza assolutamente indispensabili alla sopravvivenza del settore, altrimenti si salveranno poche decine di aziende, per la maggior parte oramai in mano a multinazionali straniere».
Fonte: Corriere della Sera
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