Il Centre national du cinéma et de l’image animée (CNC) ha pubblicato nei giorni scorsi il suo rapporto annuale sulla produzione cinematografica d’Oltralpe. Come già evidenziato dai dati relativi all’andamento del botteghino nel 2023, l’analisi conferma una chiara ripresa del mondo del cinema francese dopo gli anni della pandemia da Covid-19: le produzioni sono tornate ai livelli pre-crisi sanitaria, sono cresciuti i film di fascia media, gli investimenti e il numero di giornate di riprese in Francia.
Le produzioni e co-produzioni in Francia nel 2023
Nel dettaglio, la ricerca inizia con il sottolineare il ritorno ai livelli di produzione precedenti al 2020: dopo l’anno record 2021 (340 produzioni, ma molte erano state rinviate dall’anno precedente) si è tornati alle medie pre-pandemia con 298 produzioni nel 2023, 236 delle quali sono per i FIF, film di iniziativa francese (nel 2022 sono stati 208). Il settore animazione ha fatto toccare un nuovo record con 18 titoli contro i 13 del 2022, mentre al contempo sono calati i documentari (da 54 a 40).
Si sono stabilizzate anche le co-produzioni, dopo due anni record con oltre 140 film prodotti frutto dell’abolizione delle restrizioni sui viaggi. Stando a quanto riportato dal CNC, nel 2023 sono stati 120 i film co-prodotti, in linea con la media del periodo 2017-2019. Il 40.3% dei film approvati rientrano in questa fetta di mercato, dato in calo rispetto al 2022 (50,2%) ma di nuovo in linea con il pre-pandemia. Cresce invece il numero di Paesi partner: rispetto ai 33 del 2022, nell’industria cinematografica sono stati coinvolte 38 diverse Nazioni (negli ultimi 10 anni la media è stata di 39).
Viene segnalato anche il dato relativo al numero di giornate di riprese sul territorio francese: nel 2023 è aumentato del 22,2% rispetto all’anno precedente, con 5.055 giorni impiegati. Cresce però anche il numero relativo alle giornate di ripresa all’estero: 1.322 giorni, pari ad un +8,7% rispetto al 2022 ma ancora inferiore rispetto ai livelli pre-pandemia.
Nella ricerca trova spazio anche un focus sul cinema al femminile. Nel 2023 sono stati 64 i lungometraggi diretti o co-diretti da donne, ovvero il 25% dei prodotti totali. Il dato è in calo rispetto al 2022, quando la percentuale era vicina al 30% (29,8% per l’esattezza), e anche rispetto al 2021 e 2020. Un calo che trova riscontro anche in un recente allarme lanciato da Hollywood, proprio al termine dell’anno che è stato sì dominato da Barbie ma che ha visto minor presenza femminile in cartellone. L’aspetto positivo per la Francia è che è aumentato il budget medio dei film realizzati da donne: 3,9 milioni di euro, ma solo 2 film hanno potuto contare su un budget superiore ai 10 milioni di euro.
Nel 2023 registrato il terzo budget più alto del decennio
All’aumento delle produzioni corrisponde naturalmente un incremento negli investimenti destinati al cinema. Nel 2023 sono stati investiti in produzioni 1,34 miliardi di euro: +13,6% rispetto al 2022, ma anche rispetto alla media 2017-2019 i dati riportano un +12,9%. L’anno scorso si è imposto infatti per il terzo budget più alto del decennio dopo gli anni record 2016 (1.38 miliardi) e il 2021 (1.35 miliardi). A trainare gli investimenti sono stati soprattutto i partner francesi, con 1.1 miliardi di euro totali.
La crescita di investimenti è attribuita quasi interamente ai film di iniziativa francese, per i quali sono stati destinati 1,13 miliardi di euro, mentre per le co-produzioni a maggioranza straniera ((214,75 milioni di euro investiti) è stata riscontrata una diminuzione del -19,8% su base annua ma una crescita del +3,8% rispetto al periodo pre-pandemia.
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È cresciuto inoltre per il terzo anno consecutivo il budget medio per i FIF: si attesta sui 4,78 milioni di euro, valore più alto dal 2017 ma lontano dai livelli record del 2016, quando erano la media era di 5,47 milioni di euro. Anche la stima mediana è aumentata: 3,26 milioni di euro, rispetto ai 2,85 milioni del periodo 2017-2019 e secondo livello più alto del decennio dopo il 2017.
Restando in tema budget, sono stati registrati anche numeri in salita per quanto riguarda la percentuale di film con un budget compreso tra 1 e 4 milioni di euro: nel 2023 è stata pari a 41,9%, livello più alto dal 2009 ad oggi. A consentire questo risultato, sottolineano dal CNC, è la ripresa dei film di fascia media: ha raggiunto il 23,7% del totale, dato più alto dal 2004; sono scesi invece le produzioni con meno di un milione di euro di budget, ora al 18,6% (dato più basso dal 2009). I film che possono invece contare su un budget superiore ai 7 milioni di euro hanno rappresentato il 15,7% del totale, dato stabile rispetto al 2022.
Sono otto i titoli che invece hanno superato i 20 milioni di euro, contro i 4 del 2022. Si tratta di titoli come Le Comte de Monte-Cristo di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, De Gaulle partie 1 e De Gaulle partie 2 di Antonin Baudry, L’amour ouf di Gilles Lellouche, Emilia Perez di Jacques Audiard, Monsieur Aznavour di Mehdi Idir e Grand Corps Malade, Emmanuelle di Audrey Diwan, Chickenhare 2 di Benjamin Mousquet.
Le quote di investimento delle emittenti e delle piattaforme
L’analisi del CNC ha poi preso in considerazione da dove sono arrivati i soldi destinati alle produzioni francesi nel 2023. La quota di sostegno pubblico (che conta fondi automatici, selettivi e aiuti regionali) è rimasta stabile con l’8,3% del totale rispetto al 7,9% del 2022 e all’8,8% di media pre-pandemica.
Restano così i produttori la principale fonte di finanziamento dei film, con un contributo pari al 38,8% del totale. I broadcaster contano poi per il 34% delle stime, dato in aumento rispetto al 2022 e al livello più alto dal 2015 a questa parte. Le emittenti hanno investito la cifra record di 383,9 milioni di euro, oltre 100 milioni in più rispetto al 2022 (271,5 milioni). Gli aumenti riguardano tutte le emittenti: sono cresciuti gli investimenti per i canali privati in chiaro (+50,4%), per quelle a pagamento (+43,1%) e per i canali pubblici (+29,8%).
Canal+ resta il principale finanziatore di film tra le emittenti, con 154,1 milioni di euro impegnati nel 2023, mentre France 2 è in testa ai broadcaster in chiaro. Le piattaforme straniere, vale a dire Netflix, Disney+, Prime Video, HBOMax, hanno invece contribuito con 48 milioni di euro al finanziamento di 39 film, raddoppiando così la quota dell’anno precedente (17 film e 23 milioni nel 2022).
Il confronto con la produzione in Italia
I dati della produzione cinematografica in Francia spingono al confronto con l’Italia. In base ai dati disponibili, emerge che nel nostro Paese abbiamo mediamente prodotto di più rispetto al cosiddetti cugini d’Oltralpe: 355 tra maggioritari e minoritari nel 2022, ultimo anno di cui si hanno a disposizione i dati. Questa cifra non trova però riscontro né negli incassi totali al botteghino né soprattutto nei costi per le produzioni, che nel 2022 in Italia sono stati di 522 milioni di euro. Cambiano anche le quote di produzione: considerando il 2022 come anno di confronto, l’Italia ha prodotto 147 fiction contro le 159 francesi, ma è soprattutto il numero di documentari ad essere fortemente diverso – 106 titoli italiani contro i 43 francesi.
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Anche per quanto riguarda gli investimenti da parte delle nuove grandi realtà del mondo dello streaming i numeri sono molto diversi: Netflix in Francia nel 2023 ha prodotto 17 titoli, contro i 12 di Prime Video e i 9 di Disney+, mentre nello stesso periodo di tempo il colosso streaming con la N rossa ha investito in soli due titoli original e addirittura Disney+ non ha ancora prodotto un film in Italia.
Fonte: CNC
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