Tutti gli interventi della conferenza “Vogliamo che ci sia ancora un domani”

Da Andrea Occhipinti a Luigi Lonigro, da Vittoria Puccini a Marco Bellocchio. Ecco quanto emerso all'appuntamento industry

Sono 23 le associazioni rappresentative dell’intera industria cinematografica e audiovisiva che si sono date appuntamento oggi al cinema Adriano di Roma per l’iniziativa “Vogliamo che ci sia ancora un domani” con l’obiettivo di comunicare al pubblico, ma soprattutto al Governo, le problematicità attuali dell’intero settore (guarda qui tutte le slide presentate). La risposta numerica, con oltre 1.500 persone presenti tra cui 300 studenti, suddivise in 5 sale collegate a quella più grande con gli interventi dei promotori (più migliaia che seguivano in live streaming), è stata la rappresentazione plastica di un sentimento di preoccupazione di un settore che negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo produttivo tra i maggiori in Europa.

Andrea Occhipinti, presidente di Lucky Red, ha subito messo le cose in chiaro riguardo al tono che l’incontro voleva avere: «Abbiamo una visione unica e siamo qui non per battere cassa o per lamentarci ma per raccontarci, perché c’è stata una lettura distorta sul cinema con informazioni sballate. Vogliamo raccontare il nostro punto di vista, con pacatezza ma con fermezza, chiedendo velocità alla pubblica amministrazione che è andata in crash per il successo delle produzioni. Ora la domanda si è rallentata, la macchina amministrativa non è ancora adeguata se pensiamo che al francese Cnc lavorano 400 persone e alla Dgca 100. Non stiamo accusando questo governo per questo ritardo. Vogliamo una crescita omogenea del settore che non penalizzi i piccoli e sopratutto evitare concentrazioni di film e di diritti».

Sul palco con lui in questa prima parte della mattinata la sceneggiatrice Viola Rispoli che fa una felice metafora del suo lavoro con «l’iceberg che ha una punta meravigliosa che fuoriesce dall’acqua e che tutti vedono. Ci sono autori che vanno in giro per il mondo e che vincono premi, ma il 90% dell’iceberg è sott’acqua. Siamo noi il corpo dell’audiovisivo italiano, nutriamo tutto il resto e teniamo a galla quella punta». Con lei anche Carlotta Ca’ Zorzi dell’ufficio legale Fandango, che ha snocciolato i dati contenuti nella prima parte delle numerose slide presentate (clicca qui per vedere tutte le slide). Una illustrazione che prosegue con Simonetta Amenta presidente di Agici, concentrata a smentire con un fact cecking le notizia sbagliate chiedendo al Governo «certezza di risorse, regole e tempistiche» e raccontando anche un aneddoto: «Siamo qui in tanti per raccontare lo stato dell’industria del cinema e una società di catering si è offerta di offrire i caffè e un piccolo rinfresco perché mi hanno detto: “Vi vogliamo aiutare perché stiamo lavorando di meno”».

Occhipinti ha proseguito affrontando temi dei selettivi e del Tusma finendo a chiedere «semplificazioni degli adempimenti amministrativi per semplificare la macchina», dopo aver sottolineato come bisognerebbe investire di più nel mondo dell’animazione perché «i nostri figli crescono con l’animazione di altri Paesi». Si è poi dichiarato d’accordo con il sottosegretario Lucia Borgonzoni che, per evitare produttori improvvisati, vuole introdurre una norma «che prevede che il film abbia già un 40% di impianto produttivo certo».

Nella compagine delle tante sigle presenti, un ruolo da protagonista è stato dato agli interpreti di UNITA con la sua presidente Vittoria Puccini, intervenuta dopo il collega Jacopo Olmo Antinori che ha ricordato che non tutti gli attori viaggiano in Porsche e spesso faticano a vivere del proprio lavoro: sono preoccupata per il futuro di attori e attrici. C’è stata una crescita del settore ma è opportuno regolamentare gli investimenti pubblici evitando una contrazione e una limitazione di accesso, tutelando le produzioni indipendenti, e il tax credit è l’unico modo per garantire l’indipendenza autoriale». Ci vuole poi una «indennità di discontinuità con parametri di accesso semplificati per gli interpreti che non hanno il lavoro e bisogna impegnarsi di più per la parità di genere, le cui fragilità sono state sottolineate dall’Osservatorio del Nuovo Imaie, arrivando a immaginare dei contributi selettivi per i film “women driven” con il 60% di figure femminili».

Sul palco si sono poi avvicendati Francesca Tozzi, sceneggiatrice che ha parlato per Writers Guild Italia, 100Autori e Anac, tornando alla metafora dell’iceberg con «nel fondo gli ultimi arrivati che non chiamiamo giovani, sono esordienti molto formati, spesso dallo Stato come con il Csc o il master di Rai Fiction, ma sono quasi sempre non pagati e non contrattualizzati. Le nostre tre 3 sigle sono le prime in Europa che stanno lavorando a contratti per registi e sceneggiatori. Chiediamo che si apra un dialogo con ascolto e rispetto». Per poi arrivare all’autorevole intervento di Marco Bellocchio che infiamma la platea che lo applaude prima, durante e dopo: «Le disuguaglianze esistono all’interno delle categorie, anche tra i produttori ci sono quelli molto poveri. Lo stesso per i registi e gli attori (numerosissimi sono gli attori che non guadagnano abbastanza per sopravvivere dignitosamente). Ancora più numerosa la schiera degli assistenti e degli aiuti, poveri e sfruttati. Non nascondiamo le disuguaglianze ma dobbiamo trovare l’unità in un contesto internazionale segnato da guerre, migrazioni e clima. Dobbiamo confrontarci con la politica che legittimamente comanda, perché è stata votata, e che oggi può decidere».

Nella sfilza degli interventi di chi poi ha preso il microfono segnaliamo quello di Luca Ricciardi dell’Archivio del movimento audiovisivo e operaio che ha ricordato che i finanziamenti alla digitalizzazione degli archivi «dopo tre annualità non sono stati rinnovati», poi Luigi Lonigro che ha portato il saluto dei distributori italiani ricordando come il tax credit alla distribuzione sia «solo uno strumento per la promozione e il distributore non intasca nulla. Ringrazio il Governo, il sottosegretario Borgonzoni e il direttore generale del Cinema Borrelli per averlo aumentato del 50% lo scorso anno. Sarebbe comunque importante immaginare un canale differenziato per la distribuzione delle opere prime e seconde». Gianluca Curti di Minerva Pictures ha ricordato che la legge cinema del 2016 nasceva soprattutto per aiutare gli indipendenti che oggi «per le opere prime si trovano in difficoltà perché non riescono a distribuirle vista la problematica di accesso con ormai 7, 8 forse 10 distribuzioni nazionali a fronte delle 30 o 40 di prima».

È stata poi la volta di Gaetano Blandini, ex Dgca e Siae: «Vi suggerisco gerarchia di priorità con due o tre cose irrinunciabili. Suggerisco anche delle norme con dei paletti che consentano di fare un po’ di pulizia anche all’interno del settore. Si sono svegliate delle persone che si sono inventati produttori, sono anche smart e sanno fare fatture false a detrimento di chi lo fa con competenza». Prende al volo la proposta il produttore Simone Gattoni: «Perché non chiediamo al Ministero un incontro con due rappresentanti per ogni sigla?». Gli fa eco la collega produttrice Francesca Cima: «Apriamo un tavolo di confronto con il Governo che è sicuramente dalla nostra parte». Intanto Andrea Occhipinti pronuncia la frase tanto attesa, rilanciandola da qualcuno di autorevole dalla platea: «Il Ministero si è impegnato a emanare le nuove norme del Tax Credit entro le prossime tre settimane».

Oltre a Marco Bellocchio e a Vittoria Puccini che sono intervenuti, in platea erano presenti tra gli altri anche Paola Minaccioni, Fabrizio Gifuni, Luca Zingaretti, Paolo Sorrentino, Cristina Comencini, Francesca Comencini, Luisa Ranieri e Valeria Golino.

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