Tax Credit, rinviata l’udienza per il ricorso al Tar

Il decreto correttivo è al vaglio della Ragioneria di Stato e così la sentenza è stata rimandata: già comunicata la nuova data
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Era attesa per la giornata di ieri l’udienza al Tar del Lazio per il ricorso dei piccoli produttori contro la nuova legge sui decreti di finanziamento al cinema e all’audiovisivo. Invece, stando a quanto si apprende la sentenza sul discusso nuovo Tax Credit è stata rinviata al prossimo 27 maggio 2025.

Il motivo a quanto pare è legato al decreto correttivo di cui sono già state fornite alcune anticipazioni nel corso delle ultime settimane. Il testo, che dovrebbe andare a sistemare proprio le criticità maggiori esposte nel ricorso, sarebbe attualmente al vaglio della Ragioneria di Stato. Se l’udienza non fosse stata rinviata e il decreto revocato, ha dichiarato l’avvocato Christian Collovà a Domani, sarebbero decadute anche le correzioni che il Governo sta tentando di far passare.

Stando a quanto trapelato il decreto correttivo per il Tax Credit al quale ha lavorato il MiC avrebbe eliminato il vincolo di accordo con una primaria società di distribuzione cinematografica, misura che era stata molto contestata soprattutto dai piccoli produttori indipendenti. Sarebbe inoltre stata eliminata anche anche la necessità di dimostrare che il 40% del costo di produzione dell’opera cinematografica sia coperto da risorse private, ma introdotto un limite alle misure di sostegno pubblico pari all’80% dell’opera.

Rispetto alla prima bozza di fine dicembre, che aveva scatenato anche l’allarme di Rai e Mediaset, sarebbero state fatte alcune modifiche anche per quanto riguarda la quota sui diritti pay tv e Vod: il decreto correttivo prevederebbe che in caso di prioritario sfruttamento in free o on demand non legato ad abbonamenti, la quota scenda al 50% minimo per i diritti Svid e la totalità dei diritti Tvod e pay Tv con holdback.

Si attende ora di scoprire se la Ragioneria di Stato darà il suo benestare alle correzioni fatte proprio per evitare un “No” del Tar del Lazio, chiamato ad esprimersi tra circa tre mesi sulla questione.

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