MiC, le nuove regole per finanziamenti e tax credit

Cambiano le norme d'accesso agli sgravi fiscali, ma ci saranno novità anche in materia di intelligenza artificiale e piattaforme streaming
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Al via l’iter del Consiglio superiore audiovisivo che porterà, prima della prossima estate, all’entrata in vigore del nuovo decreto che cambierà le regole per accedere ai fondi statali e per il tax credit. Sono però filtrate le prime anticipazioni dal MiC su quali saranno i principali cambiamenti per il mondo del cinema e dell’audiovisivo italiani.

Stando a quanto riportato dal Corriere della sera, cambieranno soprattutto le norme d’accesso agli sgravi fiscali, ora dati a chiunque presenti progetti con una copertura del 40%. Verranno introdotti due criteri selettivi, si apprende: il primo sarà destinato a opere commerciali, le quali dovranno ancora garantire in modo preventivo la stessa copertura del costo – «Così un film arriva al ministero con l’avallo di un finanziatore che ha creduto nella bontà del progetto» sono le parole riportate della sottosegretaria ai Beni Culturali con delega per il cinema Lucia Borgonzoni. Il secondo criterio riguarda invece opere prime e seconde, quei progetti “difficili” che finiscono sul tavolo del Ministero: per questa categoria l’accesso al fondo sarà automatico.

Non cambierà invece il tetto massimo del fondo (che passa da 746 a 696 milioni di euro) destinato ad un’opera italiana: 9 milioni. Tuttavia, i film piccoli e medi con problemi di liquidità cambiano le percentuali e le modalità di versamento: si passa dal 40% al 70% in anticipo e dal 60% al 30% a conclusione del progetto.

Verrà poi dato spazio alle storie e alle maestranze italiane. Il MiC ha previsto infatti un finanziamento da 52 milioni per storie di grandi italiani realizzate nel nostro Paese. La sottosegretaria ha fatto l’esempio della serie Rai su Guglielmo Marconi con Stefano Accorsi, che «Se l’avessero girata gli americani avrebbero privilegiato i suoi anni in USA, gli irlandesi avrebbero parlato di sua madre Annie James originaria di quel paese. Noi preferiamo parlare dei suoi esperimenti a Bologna».

Novità anche per quanto riguarda l’intelligenza artificiale come strumento di finanziamento: viene introdotta la possibilità per gli attori di dare autorizzazione all’utilizzo del proprio volto per un secondo progetto, mentre in passato non c’era un limite temporale all’uso della propria immagine. Tuttavia, nei titoli di coda di un film andrà specificato cosa è opera dell’uomo e cosa della tecnologia. Le piattaforme, infine, dovranno essere trasparenti e specificare il numero di visualizzazioni dei film.

La stessa Borgonzoni ha sottolineato che non le nuove norme previste dal decreto per il cinema non sono una “spedizione punitiva”: «Io aiuto il cinema e guardo i fatti, cosa succede. Le nuove norme servono a impedire che si possano fare film tanto per farli, magari con produttori improvvisati». Si lavorerà su un «principio di equità, non parlerei di autarchiaha dichiarato –  Abbiamo fatto ordine, parlato con le associazioni di categoria che hanno condiviso lo spirito. Ma non mancheranno malumori e proteste».

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Fonte: Corriere della Sera

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