La nuova ora del cinema: come cambiano gli orari delle proiezioni

Dall’anticipo dell’ultimo spettacolo, al rafforzamento delle matinée, dal ruolo sempre più importante della proiezione all’ora di pranzo, alle strategie di multiprogrammazione che valorizzano anche i film in lingua originale, ecco tutte le trasformazioni in atto nei grandi circuiti e in diverse multisale

Nella gestione degli orari di proiezione dei cinema esiste un prima e un dopo la pandemia che ha obbligato i cinema a rivedere le proprie politiche di programmazione: a sostenerlo sono gli esercenti, sia quelli dei grandi circuiti, sia quelli delle multisala. Un evento che ha cambiato le abitudini del pubblico con mutamenti significativi che forse, lo verificheremo nei prossimi anni, sono destinati a restare. Il più evidente, ad oggi, è quello nei confronti dell’ultimo spettacolo: lo spettacolo delle ore 22.30, e nel weekend addirittura a mezzanotte, non funziona più. L’ultima proiezione è stata anticipata, praticamente da tutti, intorno alle 21.30, massimo alle 21.50: una variazione che ha anticipato, di conseguenza, tutti gli spettacoli pomeridiani. Ma non è l’unico cambiamento visibile in atto: le fasce orarie identificano sempre di più diverse tipologie di pubblico, con differenti esigenze. La versione originale sottotitolata, ad esempio, non sempre è relegata a uno spettacolo settimanale e per alcuni esercenti è la scelta prediletta della fascia serale. Le matinée sono diventate nuovi orari da esplorare, anche nell’infrasettimanale. E tutte queste trasformazioni hanno finito per favorire diverse strategie di multiprogrammazione sia orizzontale, a fasce orarie prestabilite, sia di multiprogrammazione verticale pura, dove gli orari cambiano di giorno in giorno. Ecco come lo scenario degli orari al cinema sta cambiando nelle strategie di alcuni dei più importanti circuiti e sale italiane.

Il cinema Moretto di Brescia

LA SORPRESA DELLE MATINÉE

La pandemia ha inaugurato nuove abitudini di fruizione che hanno ampliato le potenzialità di fasce di programmazione diverse da quelle tradizionali. Lo sottolinea Tomaso Quilleri, esercente responsabile del circuito Il Regno del Cinema con 7 strutture tra multiplex e monosale a Brescia, Crema e Milano: «Le matinée sono in grande crescita: con l’apertura del cinema Moretto a Brescia le abbiamo introdotte tutti i giorni della settimana alle 10.40-11 del mattino. C’è un pubblico agée, di città, ma anche tutte quelle persone che per motivi lavorativi o di studio faticano a venire la sera. Con un prezzo più agevolato e in un orario insolito, ampliamo la possibilità di frequentare la sala cinematografica. Credo sia una fascia oraria su cui gli esercenti dovrebbero ragionare d’ora in avanti. Per diventare punti di aggregazione, i nostri locali devono vivere più ore al giorno, ogni giorno». In generale, la scelta degli orari è strettamente legata alle strategie di multiprogrammazione: «Sul pubblico di qualità cittadino più si va avanti con l’orario, più il film soffre, mentre uscire la sera impatta meno su ragazzi, giovani e universitari: in termi ni di multiprogrammazione valutiamo anche questo. È una pratica consolidata al Cinema Moretto: facciamo una media di 12 film al giorno in 4 sale, compre se le seconde visioni. Lo stesso tipo di film non viene programmato sempre allo stesso orario, in modo da andare in contro a pubblici con esigenze diverse. Bisogna dedicare anche più attenzione alla tenitura. I bei film hanno una vita infinita nelle città, non rispondono a lo giche di teniture così sincopate. Per i locali cittadini la multiprogrammazione è sicuramente la strada maestra».

CityLife Anteo di Milano

LA FORZA DELLO SPETTACOLO ALL’ORA DI PRANZO

Nella multiprogrammazione crede da sempre Anteo spazioCinema, come specifica Sergio Oliva, responsabile programmazione del gruppo: «Negli anni abbiamo modificato gli orari seguendo le tendenze di comportamento a seconda delle varie città. Dal 1997 abbiamo iniziato a programmare film alle ore 13 e, quando nel 2017 abbiamo aperto il Palazzo del Cinema a Milano, abbiamo introdotto le matinée che, anche grazie alle rassegne, sono quasi sempre piene: siamo gli antesignani degli orari che coprono tutto il giorno». Anche Anteo, però, ha abbandonato le proiezioni notturne tranne in occasioni speciali come la Notte degli Oscar, «dove abbiamo fatto il tutto esaurito fino alle 5 del mattino». Gli orari seguono la durata dei film per offrire le soluzioni più comode per il pubblico. «Gli spettacoli che funzionano di più sono quelli che iniziano alle 19- 19.30, insieme a quelli delle 21-21.30». Uno dei punti di forza è, però, lo spettacolo nell’ora di pranzo: «La richiesta della proiezione intorno alle ore 13 è aumentata: la facciamo da sempre, anche d’estate, e registriamo una performance quotidiana di tutto rispetto. Per esempio, Estranei in versione originale, alle ore 12.45 tutti i giorni, ha avuto una tenitura di oltre un mese a Citylife Anteo, dimostrando di funzionare anche programmato sempre alla stessa ora: i primi giorni avevamo una quarantina di spettatori ma poi siamo cresciuti fino a superare le 150 persone». Alla proiezione di pranzo la versione originale funziona meglio rispetto alle matinée. In generale, comunque, «ormai siamo al 50% di spettacoli in versione originale a tutti gli orari».
Nello spirito di Anteo la multiprogrammazione in fasce orarie diverse è pensata soprattutto per alternare differenti prodotti e «film più di nicchia che purtroppo sono penalizzati già in uscita. Poi ci sono titoli come Anatomia di una caduta, uscito in ottobre, che ad aprile avevamo ancora in programmazione perché il suo pubblico non si era esaurito inn pochi weekend. Sarebbe interessante fare la vera multiprogrammazione come un cartellone teatrale. Lo facciamo al Cinema Ariosto di Milano: il lunedì pubblichiamo la programmazione fino al mercoledì della settimana successiva. In questo modo il pubblico è informato sugli orari di tutti i film, che non è detto che siano uguali tutti i giorni».

Il cinema Beltrade di Milano

LA MULTIPROGRAMMAZIONE VERTICALE

Chi ha fatto della multiprogrammazione verticale una vera e propria missione è il Cinema Beltrade di Milano. Da dieci anni programma solo versioni originali coi sottotitoli: «Questo fa sì che abbiamo un pubblico più giovane e anche molti stranieri», dice Paola Corti, curatrice della programmazione del Beltrade. In cartellone, gli orari delle proiezioni e il titolo del film cambiano ogni giorno: «Anche quando facciamo due proiezioni dello stesso titolo non è mai in due orari consecutivi». Una strategia che, sul lungo termine, ha premiato: «Le case di distribuzione ci terrebbero che i loro titoli fossero programmati in serale, ma ora sono contente dei risultati che otteniamo anche in altri orari e ci consentono di fare cose che ad altri, magari, non sono consentite. Ad esempio, siamo usciti con film importanti una sola volta al giorno: la coerenza e la costanza di dieci anni in questo tipo di programmazione ha fatto sì che magari, con uno spettacolo, riusciamo a far performare comunque bene il film». Il Beltrade è una monosala che propone ogni giorno «dai sei ai sette film diversi, in continuità dalle 11 del mattino alla sera. Non abbiamo slot di programmazione fissi: abbiamo scelto di dare maggiore importanza ai film che agli orari. Gli orari sono a rotazione: a differenza di altre sale che fanno multiprogrammazione, un film non viene mai ripetuto il giorno dopo alla stessa ora. Può darsi che un film importante abbia una proiezione mattutina durante la settimana e che un film difficile possa avere un orario serale, altrimenti sarebbe come condannarlo all’oblio. Programmiamo un film due volte al giorno solo 3-4 volte all’anno per titoli a cui teniamo particolarmente. E allunghiamo la tenitura per garantire un numero adeguato di proiezioni».

Allo stesso orario, dunque, è possibile che il pubblico acceda ogni giorno a un film diverso: «Il pomeriggio è più popolato da studenti e persone più anziane. Alle 11 del mattino sono di più i giovani. Il vantaggio è che a Milano comunque c’è molta gente che fa orari di lavoro strampalati e non è detto che tutti possano andare al cinema di sera. Lo svantaggio è che bisogna seguire la programmazione, chiediamo molta attenzione a quello che facciamo: il pubblico deve controllare giorno e orari. Ma informiamo gli spettatori costantemente sulla programmazione tramite newsletter, sui social e sul canale Telegram».

Il Quattro Fontane di Roma

INCONTRI CON AUTORI IN FASCIA SERALE

Il cambiamento più significativo anche per Fabio Fefé, direttore area programmazione di Circuito Cinema, è l’anticipo dell’inizio degli spettacoli: «Dopo la pandemia, per il nostro pubblico lo spettacolo delle 22.30 ha perso valore. Quindi abbiamo modificato il modello orario dei cinema con l’ultima proiezione alle 21-21.30 e la valorizziamo con molte attività diverse, come l’introduzione del film da parte di giornalisti o esperti. Una fascia, quella serale, in cui proponiamo quasi tutti i film anche in versione originale, particolarmente apprezzata dal pubblico». Per valorizzare lo spettacolo serale «organizziamo anche collegamenti streaming con il saluto del regista, a volte con una chiamata Zoom, altre con una ripresa del talent. Con queste strategie, che stanno diventando una costante settimanale delle nostre sale, abbiamo fidelizzato molti spettatori». Pur non applicando una vera e propria multiprogrammazione («ottimizziamo piuttosto la capienza della sala in base al target del film e al suo andamento, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo spettacolo»), anche Circuito Cinema rileva che «il pubblico pomeridiano è più maturo, le fasce serali sono più frequentate dai giovani e dagli universitari, anche attraverso una politica di abbonamento che va incontro ai ragazzi». Ma a crescere sempre più sono le matinée: «La domenica mattina programmiamo due sale a Roma, il Quattro Fontane e il Giulio Cesare, anche con anteprime e molte attività collaterali, per esempio una rassegna di film anni ‘30 e ’40, o una rassegna sul cinema queer. Sono iniziative che danno ottimi risultati».

Il cinema Edera di Treviso

VALUTANDO IL PROPRIO BACINO DI UTENZA

«Mi chiedo se questi cambiamenti saranno definitivi o meno, ma sembra che si sia andato definendo un nuovo modo di fruire il cinema», afferma Giuliana Fantoni, vicepresidente Fice nazionale e presidente Fice Triveneto, esercente del Cinema Edera di Treviso e del cinema multisala Manzoni a Paese. «Siamo ancora in una fase di test: tentiamo di rimodellare l’offerta in base alle nuove abitudini ed esigenze». Anche a Treviso «la percezione del “tardi” è ormai consolidata: facciamo partire l’ultimo film intorno alle 21.30, ci avviciniamo alla programmazione delle 22 solo il venerdì e sabato, in base alla durata». Il posizionamento di un titolo in una fascia oraria per Fantoni riguarda anche il tipo di film e la versione. «Stiamo incrementando la versione originale nella proiezione serale perché i ragazzi la prediligono, mentre la evito nel pomeriggio dove il pubblico più agée la respinge. Cerco di offrire la versione originale per tutti i titoli: funziona meglio nei primi giorni di programmazione, per esempio il giovedì sera alle 21 oppure il venerdì». Un altro esperimento che ha dato ottimi frutti in autunno/inverno è stato l’inserimento del matinée domenicale. «Avendo tre sale, nei matinée propongo sia i film più richiesti, più recenti, sia quelli che pur non registrando grandi numeri continuano a riscuotere un interesse nel pubblico». La definizione degli orari riguarda anche il bacino di utenza della sala: «Il Cinema Edera di Treviso pesca da un bacino di utenza geograficamente ampio: chi arriva da lontano deve avere il tempo di terminare il la- voro, venire al cinema e non rincasare troppo tardi. Per questo l’ultimo spettacolo è al massimo alle 21.45. A volte pianifichiamo anche una sorta di programmazione su richiesta: se alcuni dei nostri spettatori abituali, che vengono con continuità, ci chiedono una proiezione in determinati orari, cerchiamo di accontentarli. E questo spiega il rapporto molto speciale che abbiamo instaurato con il nostro pubblico».

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio di Box Office.

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