Come noto, la ripresa delle sale in Europa nel 2022 è stata trainata dai blockbuster: in primis, Avatar: La via dell’acqua, Top Gun: Maverick, Minions 2, Doctor Strange nel Multiverso della Follia. In questo recupero, pur nelle significative differenze tra Paesi europei, sarebbe però un errore trascurare l’impatto delle produzioni locali, che a volte hanno addirittura scalzato dai primi posti prodotti hollywoodiani di più sicura presa sul pubblico. A dare un quadro preciso dell’impatto dei film di produzione nazionale usciti l’anno scorso in Europa sono i dati raccolti e messi a confronto dal rapporto 2023 di Unic – International Union of Cinemas. Rapporto che prende in considerazione 43mila schermi distribuiti su 39 territori: i 27 Stati aderenti all’Unione più 12 extra EU (dal Regno Unito alla Georgia, da Israele alla Svizzera). Ciascuno con la propria specificità, linguistica e cultura. Cioè quella diversity spesso citata quando si parla di Europa. Che non va intesa come differenza da un modello standard, ma come varietà dell’offerta, un fattore di arricchimento anche per il mercato cinematografico.
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Lo spagnolo “Taddeo l’Esploratore e la Tavola di Smeraldo”
LE QUOTE DI MERCATO NAZIONALI
Nel 2022, a livello di quote di mercato di film locali, il risultato migliore dell’Unione Europea è della Francia, dove le produzioni nazionali hanno raggiunto il 41,1% (rispetto al 40,6% dell’anno precedente) con 61 milioni di presenze. Una percentuale sempre imponente anche se, per la prima volta dal 1989, tra i primi 10 titoli dell’anno non figurano produzioni francesi. Eppure, film come November – I cinque giorni dopo il Bataclan, thriller poliziesco dal cast di pregio, o Simone: A Woman of the Century, la biografia di una figura politica come Simone Veil, hanno totalizzato rispettivamente 2,3 e 2,2 milioni di ingressi. Ciò indica che se la parte alta della classifica è presidiata dal prodotto hollywoodiano, altrove a rappresentare la consistente quota nazionale è per lo più un solido mix di titoli d’essai e di fascia media, come anche la commedia L’innocent di Louis Garrel e gli esistenziali La vita è una danza, protagonista la prima ballerina dell’Opéra di Parigi, o Revoir Paris, rielaborazione degli attentati del 2015. Dietro la Francia, gli altri Paesi EU dalla maggiore quota di mercato sono Repubblica Ceca (33,5%), Germania (27%) e Danimarca (26%). In Repubblica Ceca, nella top 5 annuale, tra i Minions e Thor: Love and Thunder, si è conquistato il quarto posto (4,6 milioni di euro) la commedia locale Vysehrad: Fylm, un racconto demenziale su un indisciplinato talento del calcio, qui in difficoltà con una paternità a sorpresa (sequel della serie Tv naziona – le del 2016, Vysehrad). Ma nella top 10 campeggiano anche la favola in costume Tajemství staré bambitky 2 e il film ceco più costoso di sempre, Medieval, sulle gesta di un guerriero del 1400. In Germania, dove al box office nel 2022 si è segnato il +93,5% sul 2021, si è registrata una buona performance dei titoli locali che hanno generato il già citato 27% di market share: oltre al film per ragazzi La scuola degli animali magici 2 (2,3 milioni di presenze) si segnalano Wunderschön, confronto a cinque tra donne di età diverse (1,6 milioni di spettatori), la commedia Guglhupfgeschwader, buddy movie derivato da una serie di avventure libresche (1,3 milioni di presenze; il precedente, Kaiserschmarrndrama, era tra i titoli nazionali del 2021) e Rheingold, biografia del rapper tedesco di origine turca Xatar (973mila spettatori). In Danimarca i film locali continuano a rappresentare una quota importante delle vendite di biglietti. Nel 2022, i titoli danesi hanno generato il 26% del box office, con oltre 3 milioni di spettatori. Quattro film locali, tutti distribuiti da Nordisk Film, si sono assicurati un posto nella top 10. Dietro a Minions e Spiderman: No Way Home, il titolo più visto, al quinto posto è stato Bamse, ritratto di Flemming “Bamse” Jørgensen, cantante pop molto noto in patria e scomparso nel 2011. Per quanto riguarda l’Italia, ricordiamo che da noi nel 2022 le produzioni locali hanno totalizzato il 19% del box office complessivo, con La stranezza (5,4 milioni di euro), Il grande giorno (4,3 milioni) e Me contro te – Persi nel tempo (3,5 milioni) a guidare la classifica nei maggiori incassi per i film italiani.
LA TOP 5 DEL 2022
Diamo ora uno sguardo ai cinque film di produzione nazionale più visti in assoluto in Europa nel 2022. In ordine di arrivo, il franco-belga Riunione di famiglia (Non sposate le mie figlie 3, titolo originale: Qu’est-ce qu’on a tous fait a Bon Dieu?), con 3,8 milioni di spettatori. Una commedia familiare, con canovaccio e cast ben oltre il collaudato. È tallonato da Belfast (UK), 3,7 milioni di presenze, secondo film europeo più di successo (escluse le coproduzioni con gli Stati Uniti). In terza posizione l’animazione Taddeo l’esploratore e la tavola di smeraldo (Spagna, 3,2 milioni), mentre chiudono il tedesco La scuola degli animali magici 2 (2,6 milioni) e ancora un titolo spagnolo quale Padre no hay más que uno 3 (2,4 milioni).
Da notare che, in quattro casi su cinque, si tratta di opere dirette a un pubblico di bambini e ragazzi, o di ambientazione familiare (anche se Belfast è comunque una storia di famiglia osservata “ad altezza bambino”) e che su cinque produzioni due sono iberiche. Ma soprattutto, sono narrazioni legate a franchise: una conferma dell’attaccamento del pubblico a prototipi già noti e “approvati”, che giustifichino l’investimento di tempo e denaro per lo svago per piccoli e famiglie. D’altra parte, fattore che innesca automatismi difficili da abbandonare, a scapito di prodotti più piccoli e innovativi.
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Il francese “Riunione di Famiglia (Non sposate le mie figlie! 3)”
DAVIDE CONTRO GOLIA
Osservando le top 5 generali (film nazionali+film internazionali) dei 39 territori, salta all’occhio che i film di produzione locale hanno raggiunto posizioni più alte in classifica nei Paesi dell’Europa del Nord – Finlandia, Danimarca e Norvegia – e dell’Europa Centro Orientale: Romania, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Lituania, Estonia e Repubblica Ceca. Spicca il “caso” della Finlandia (25,2% di quota) con Mielensäpahoittaja Eskorttia etsimästä, al terzo posto, facendo meglio di The Batman e Avatar 2.
Diretto da Mika Kaurismaki, fratello del più noto Aki, segue le avventure di un anziano scorbutico (“The Grump”) già portate sul grande schermo in due film del 2014 e 2018. Nel rievocare la resistenza dei marinai norvegesi contro i nazisti durante la Seconda guerra, Krigsseileren, candidato agli Oscar come miglior film straniero come War Sailor, è arrivato quarto in Norvegia, battendo Avatar 2 (5° posto). In Romania Teambuilding, satira dell’aziendalismo e di uno dei suoi riti – il meeting motivazionale – ha raggiunto il primo posto della top 5, lasciandosi dietro Avatar, Top Gun, Minions e Doctor Strange. Altre eccezioni vistose si registrano in Albania, Belgio, Estonia (3 titoli locali in top 5, dopo Avatar e Minions), Lituania, Polonia, Serbia, Slovacchia e Slovenia.
Tra i Paesi non EU, a spiccare è la Turchia, che supera il primato francese con un ragguardevole 46% di prodotto locale, a conferma della tendenza degli ultimi dieci anni sul suo gradimento. Bergen, biopic della popolare cantante del titolo, sfregiata dal marito e quindi divenuta simbolo della lotta alla violenza sulle donne, domina la top 5 turca, dove il secondo posto è di Kesisme: Iti Ki Varsin Eren, ricostruzione della vicenda di un adolescente e di un ufficiale caduti nel 2017 nei combattimenti tra l’esercito e il PKK e riconosciuti martiri di guerra (dal terzo posto in giù, Doctor Strange, Avatar e Thor).
Infine, da non dimenticare che alcune produzioni locali europee hanno avuto successo anche oltre confine, come Triangle of Sadness (Svezia, Germania, Francia e UK): la corrosiva satira anticapitalista, Palma d’oro a Cannes nel 2022, ha partecipato a oltre una dozzina di festival prima di ottenere tre candidature agli Oscar 2023. Più di 2 milioni di biglietti venduti in Europa e in UK nel 2022, di cui oltre la metà fuori dalla Svezia.
In conclusione, se si confrontano tutte le top 5 dei 39 territori esaminati dal rapporto UNIC, non tanto alla ricerca di una formula “perfetta” quanto di alcuni indizi, si può ipotizzare che le leve che continuano ad attrarre i pubblici di Paesi diversi verso prodotti nazionali sono – oltre ai sopracitati film per bambini e famiglie — la possibilità di identificazione o la vicinanza a storie, cause, elementi sentiti come vicine (che siano qualità autoctone, accenti comici, esponenti della cultura pop, o traumi del vissuto personale, come gli atti terroristici in Francia). Tra i motivi dell’avanzata dei local nel 2022 va tenuta poi in conto una certa contrazione di prodotto hollywoodiano sperimentata nel periodo pandemico, ma d’altra parte anche una vocazione verso il cinema di qualità che certo contraddistingue i film europei e che paga sulla lunga distanza, se accompagnata da una buona comunicazione e da presenze ai festival (vedi Triangle of Sadness). Preso atto del ruolo ancora strategico della sala per tutti gli altri operatori dell’audiovisivo, il rapporto UNIC prefigura infine, attraverso Gower Street Analytics, che il box office globale 2023 sarà di 32 miliardi di dollari. Quando ne potremo interpretare i dati, alla luce anche di quelli già esposti, sarà ancora più chiaro il peso del prodotto territoriale in rapporto ai pigliatutto statunitensi. In attesa di altre sorprese.
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