Hollywood, gli esercenti agli studios: «Servono film a piccolo e medio budget»

A sostenerlo è Michael O’Leary, nuovo presidente e CEO della National Association of Theater Owners che incoraggia i grandi del cinema americano a non affidarsi solo ai blockbuster
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Al CinemaCon in corso a Las Vegas non solo solo i grandi studios a prendersi la scena. La convention è l’occasione anche per sentir parlare gli esercenti cinematografici degli Stati Uniti e raccogliere le loro opinioni, critiche e suggerimenti sullo stato dell’industria a Hollywood e dintorni.

In questo contesto vanno registrate le dichiarazioni di Michael O’Leary, nuovo presidente e CEO della National Association of Theater Owners (NATO), che ha lanciato un messaggio ben specifico ai grandi del settore: bisogna pensare (anche) in piccolo. Un’idea che può sembrare controversa, specie considerando che senza i grandi blockbuster (ritardati a causa degli scioperi del 2023) il botteghino di questa prima parte di 2024 è calato rispetto all’anno scorso, ma per gli esercenti americani è fondamentale avere un’offerta varia di film da destinare al grande schermo.

«Non è sufficiente affidarsi esclusivamente ai blockbuster – ha dichiarato nel corso dell’incontro che si è tenuto al CinemaCon – dobbiamo avere un mercato forte e vivace per i film con budget piccoli o medi». O’Leary ha fatto anche alcuni importanti esempi di film di successo come American Fiction ($21,098,470 al botteghino domestico e premio Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale), il dramma romantico Past Lives ($11,185,625) e Godzilla Minus One ($56,418,793). Titoli a basso o medio budget che tuttavia hanno performato molto bene al botteghino, quindi.

Gli esercenti amano grossi film campioni d’incassi, ma per la NATO è importante focalizzarsi anche su altro, perché «una buona varietà di film è cruciale per attirare gli spettatori». Ha poi aggiunto: «Sappiamo che un film che inizia il suo percorso con l’esclusiva delle sale cinematografiche ha più successo in ogni piattaforma secondaria successiva. Questo dovrebbe piacere a chi vuole che il maggior numero possibile di appassionati veda i propri film, ma anche a chi vuole fare soldi».

Tenere il passo con le crescenti richieste del pubblico cinematografico, ha sottolineato, non è una novità ma richiede capitali: «Per i nostri amici dell’industria finanziaria, investire nelle persone di talento che gestiscono i cinema innovativi in tutto il Paese e nel mondo è un investimento intelligente – ha dichiarato – Far confluire più capitali nel sistema porterà benefici a tutti: ai creativi, agli studios, all’esercizio, alle comunità locali e, soprattutto, agli appassionati di cinema».

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Fonte: Variety

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