Festival di Venezia: Urbani annuncia le linee guida della riforma del settore cinematografico II

Favorire la partecipazione di capitali privati e introdurre norme che introducano agevolazioni fiscali sul modello inglese. Questi alcuni dei contenuti della riforma del cinema anticipati oggi dal ministro che ha parlato anche di reference system applicato ai finanziamenti pubblici alle produzioni Addentrandosi nello specificare i cinque punti guida della riforma del settore cinematografico presentati questa mattina nel corso del convegno organizzato da Anica e ‘Il Sole 24 ore’, il ministro Giuliano Urbani ha dichiarato che “dovranno cambiare molte cose, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzazione dei fondi. Il Fus (Fondo unico dello spettacolo n.d.r.) non deve diminuire di un euro, ma devono aumentare i finanziamenti provenienti da capitali privati: lo Stato, fino ad oggi ha finanziato più del 50% del cinema italiano e questo è troppo. Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici alla produzione, stiamo pensando di introdurre un meccanismo come quello del reference system sul modello francese che dovremo adattare, però, alla realtà italiana. Molto importanti saranno anche meccanismi di agevolazione fiscale alle imprese sul modello di quanto avviene già in Gran Bretagna”. Giuliano Urbani, inoltre ha annunciato anche due iniziative che vedranno come protagonista il Ministero: “Pensiamo di dar vita a quella che si potrebbe definire la “Borsa dello sceneggiatore”; si potrebbero finanziare quegli sceneggiatori che si accingono a scrivere una sceneggiatura in cui credono e che ancora non hanno trovato un produttore con lo scopo di riuscire, in un secondo momento, a far circolare sul mercato la sceneggiatura. La seconda idea che stiamo sviluppando, e che non prevede un impegno economico da parte dello Stato, è quella di favorire lo sviluppo e la realizzazione di film dal grande budget perché troppo pochi se ne fanno in Italia. In questo caso il ministero metterebbe a disposizione idee, conoscenze e supporti per favorire anche consorzi di imprese”.