Festival di Venezia: Fandango, in concorso The Tracker

Al suo attivo, negli ultimi mesi, ha tre film di altrettanti giovani registi che si sono conquistati consensi sinceri da pubblico e critica: Respiro di Emanuele Crialese, L’imbalsamatore di Matteo Garrone e Velocità massima di Daniele Vicari. Per Domenico Procacci e la sua Fandango è un periodo di grande prolificità realizzativa: se a Cannes aveva portato ben tre titoli (oltre a Respiro, vincitore della Semaine de la Critique, e a L’imbalsamatore, anche Da zero a dieci di Ligabue), qui a Venezia ha due titoli addirittura in concorso. Il già citato Velocità massima, molto apprezzato, e l’australiano The Tracker di Rolf De Heer (tecnicamente non è una coproduzione, anche se Procacci ha fatto parte della compagine produttiva), che ieri è passato in Sala Grande per la proiezione ufficiale. Molti i progetti futuri per la Fandango. Seguendo uno stile consolidato, si darà seguito alla collaborazione con i giovani Garrone, Crialese e Vicari. In questo periodo sono sul set Ricordati di me, atteso ritorno di Gabriele Muccino, e Liberi di Gianluca Tavarelli. “Presto inoltre – annuncia Procacci a e-duesse – inizierà a girare la sua opera prima Edoardo Gabriellini (ricordate il protagonista di Ovosodo?). Due nomi importanti, e diversissimi tra loro, che entrano con i loro prossimi film nella factory Fandango sono Luci Pellegrini (E allora mambo) e Paolo Benvenuti (Gostanza da Libbiano), mentre è probabile che tra i futuri progetti ci sia anche il nuovo film di Guido Chiesa. Senza dimenticare la neonata Fandango Australia, con i prossimi film di De Heer (seguito dai tempi di Bad Boy Bubby) e di Richard Lowenstein.Quanto all’edizione della Mostra di Venezia, Procacci dichiara: “Sono tuttora convinto che sia stato un gravissimo errore rimuovere Alberto Barbera dalla direzione e che uno dei problemi maggiori del festival sia la mancanza di continuità. Ma De Hadeln e i suoi selezionatori hanno fatto un buon lavoro in poco tempo; trovo sbagliato che alcuni ambienti cinematografici italiani abbiano tenuto all”inizio un atteggiamento negativo verso la Mostra: il suo indebolimento sarebbe un danno enorme non per il governo di turno, ma per tutto il cinema italiano”.

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