È trascorso un quarto di secolo da quel 20 luglio 2000, anno in cui venne fondata la Film Commission Torino Piemonte e nominato presidente l’imprenditore locale Marco Boglione – padron della BasicNet, azienda quotata in Borsa l’anno precedente – affidando la direzione a Giorgio Fossati, anche in virtù della sua lunga esperienza in FIAT, al Cinefiat. In quell’anno la regione ospitò le riprese di 6 lungometraggi e 5 serie Tv. Numeri che, di anno in anno, sono cresciuti a doppia e tripla cifra, fino a un 2024 in cui la film commission – guidata dal 2021 dalla Presidente Beatrice Borgia e dal Direttore Paolo Manera dal 2015 – è arrivata a sostenere ben 228 produzioni audiovisive italiane e internazionali sul proprio territorio. FC Torino Piemonte è ormai una realtà strutturata e dal know-how consolidato, in grado di gestire progetti di qualunque dimensione, compresi grandi blockbuster hollywoodiani.
Forte di un Piemonte Film Tv Fund che nel 2025 è passato da 4 a 7 milioni di euro, ha portato il sostegno complessivo – tra fondi e servizi – a oltre 8 milioni. In questi 25 anni è stata la “casa” di numerosi film e serie Tv passati alla storia, apprezzati dal pubblico, e vincitori di numerosi premi. Tra i primi titoli di maggior richiamo ricordiamo La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e le diverse stagioni di Elisa di Rivombrosa, uno dei più grandi successi televisivi di quegli anni e uno dei primi case-studies italiani di “cineturismo”. Tantissimi anche gli autori italiani che hanno girato i propri film, come Paolo Sorrentino, Saverio Costanzo, Sergio Castellitto, Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli e Neri Marcorè.
Il salto di qualità avviene nel 2018, quando Film Commission Torino Piemonte annuncia il Piemonte Film Tv Fund che attrae le prime produzioni audiovisive estere, e crea il Torino Film Industry, uno spazio di incontro e mercato per produttori. Nel 2019 vengono superate le 200 produzioni che si affidano alle cure della film commission, tra cui l’imponente produzione di The King’s Man – Le origini di Matthew Vaughn, con 100 professionisti locali ad affiancare i 300 tecnici internazionali. E negli ultimi anni l’elenco di top titles cresce senza sosta con le riprese del blockbuster americano Fast X e del pluripremiato Le otto montagne, a cui si aggiungono serial di successo come L’amica geniale 4 e La legge di Lidia Poët, fino all’anno record del 2023 per numero di progetti sostenuti, giornate di riprese sul territorio (1.300, con una media di 4 set in contemporanea per ogni giorno dell’anno) e impatto economico.

Paolo Manera e Beatrice Borgia
Venticinque anni di attività è un traguardo importante. Quali sono i principali risultati raggiunti da Film Commission Torino Piemonte in questo lasso di tempo?
Beatrice Borgia: «Oggi siamo un punto di riferimento per l’industria audiovisiva, sia in Italia che a livello internazionale. Film Commission Torino Piemonte è stata la prima a sviluppare un modello che unisce servizi, incentivi ed eventi, non solo supportando i progetti selezionati ai festival, ma anche organizzando anteprime sul territorio e incontri per i professionisti del settore. Abbiamo una sede che è ormai un punto di riferimento per le produzioni che scelgono il nostro territorio, in particolare per chi vi si stabilisce per lunghi periodi. Inoltre, siamo stati i primi a mettere in piedi un sistema di incentivi finanziari per tutte le tipologie di prodotto audiovisivo, inclusi corti, doc, lungometraggi, serie Tv e animazione. Seguiamo tutte le fasi della lavorazione, dallo sviluppo alla distribuzione, e siamo in grado di ospitare progetti di ogni dimensione, incluse grandi produzioni internazionali come Fast & Furious e The King’s Man».
Quali sono i vostri punti di forza distintivi che vi rendono una delle film commission più attrattive a livello italiano?
Borgia: «I nostri punti di forza derivano da una combinazione di fattori, in primis dalla strettissima sinergia con le istituzioni locali che ha portato all’importante potenziamento degli strumenti di sostegno messi a disposizione dalla Regione Piemonte: un risultato ottenuto grazie alla concreta collaborazione con l’Assessore alla Cultura Marina Chiarelli e con l’Assessore alle attività produttive Andrea Tronzano che ha concretizzato un netto cambio di passo. Un insieme di azioni strutturate che coinvolgono anche le Fondazioni bancarie: centrale il ruolo di Compagnia di San Paolo che dal 2023 sostiene il Fondo sviluppo, progettualità che guarda al nuovo cinema e alle produzioni indipendenti che ci permette inoltre di rafforzare azioni mirate di networking internazionale. Non ultima la più recente collaborazione attivata con Ceipiemonte che offre l’opportunità di essere presenti sui mercati esteri come sistema Piemonte, insieme alle società di produzione piemontesi. Oltre a tutto questo vorrei poi evidenziare il valore delle location che offriamo, estremamente variegate, che ci permettono di rappresentare anche città come Parigi, Roma e Milano, oltre alla presenza di montagne, laghi e campagne – ci manca solo il mare. Poi possiamo contare su una filiera di professionisti e talenti riconosciuti a livello nazionale e internazionale, supportata da numerose società di produzione e service che coprono ogni aspetto del processo, inclusi i più recenti virtual set. Infine, mettiamo a disposizione fondi e strumenti che supportano tutta la filiera, sia in senso verticale che orizzontale. Ci proponiamo come un “one stop shop”, ossia un unico interlocutore, facilitando il contatto con enti pubblici e tutta la filiera locale, riducendo tempi, costi e complessità».
Come si è chiuso il 2024 e com’è iniziato quest’anno?
Paolo Manera: «Il 2024 si è concluso con il supporto a 228 produzioni, in linea con gli anni precedenti, sebbene il biennio 2022/23 avesse registrato numeri record. E nonostante una flessione su scala nazionale nel numero di grandi produzioni e serie Tv girate rispetto al 2023, abbiamo assistito a un incremento di opere prime e seconde, nonché di produzioni locali. Il 2024 è stato anche l’anno in cui, grazie alla collaborazione con Regione Piemonte, abbiamo annunciato un aumento significativo degli investimenti a partire dal 2025. Il Piemonte Film Tv Fund è, infatti, passato da 4 a 7 milioni di euro, portando il sostegno complessivo – tra fondi e servizi – a oltre 8 milioni. Inoltre, lo scorso anno è stato ricco di sopralluoghi e studi di fattibilità, permettendoci di iniziare il 2025 con grande ottimismo: sono già ai nastri di partenza 10 produzioni cinematografiche e 5 serie Tv, a cui si aggiungono circa 50 progetti che prenderanno il via nel corso del 2025, o all’inizio del 2026».
Quali sono i progetti audiovisivi più importanti in cantiere nella vostra regione?
Manera: «Tra i progetti più rilevanti in cantiere, le serie Tv sono senza dubbio quelle che hanno l’impatto maggiore in termini di giorni di riprese, personale coinvolto, spesa sul territorio e qualità. Attualmente stiamo seguendo la terza stagione di Cuori di Riccardo Donna per Rai, la terza stagione di La legge di Lidia Poët per Netflix, e la nuova serie Una finestra vista lago di Marco Pontecorvo per Rai, tratta dai libri di Andrea Vitali, oltre ad altri progetti che non possiamo ancora annunciare. Sono in cantiere anche 10 lungometraggi (compreso il nuovo film di Paolo Sorrentino, La grazia, girato a Torino a marzo scorso, ndr), di cui 9 sostenuti dal nostro fondo, tra cui molte opere prime e seconde. E come detto ci sono circa 50 progetti che hanno già effettuato sopralluoghi e studi di fattibilità».
Quali sono gli incentivi più vantaggiosi destinati ai lm italiani che girano sul vostro territorio?
Borgia: «Il fondo più significativo e capiente per le produzioni italiane è il Piemonte Film TV Fund di 7,5 milioni di euro, attivato dalla Regione Piemonte con i fondi strutturali FESR. In questo triennio abbiamo fatto grandi progressi, soprattutto per lungometraggi e serie Tv, con contributi che vanno dai 300.000 euro, per i primi, ai 400.000 euro per serial e animazione. A questi incentivi si aggiungono anche vantaggi come il supporto logistico della Film Commission, che mette a disposizione la propria sede per le produzioni, un servizio di location scouting e il contatto con maestranze locali altamente qualificate. In questo modo, le produzioni che scelgono il Piemonte non solo beneficiano di contributi economici importanti, ma anche di una filiera efficiente che permette di contenere i costi. Come ha ben sintetizzato il regista Bille August, che ha girato parte de Il conte di Montecristo nella nostra regione, «Torino è una città production friendly». Le location, i professionisti, i servizi locali, l’ospitalità e la vicinanza tra i vari luoghi rendono il Piemonte un ambiente ideale per lavorare. Senza contare l’aspetto enogastronomico che arricchisce l’esperienza, creando un mix vincente che rende la nostra regione davvero unica».
Che tipo di servizi collaterali offrite per distinguervi sul mercato e rendervi sempre più competitivi?
Manera: «Offriamo una gamma completa di servizi in tre fasi: prima, durante e dopo le riprese. Nel prima, durante il processo di scouting, mettiamo a disposizione location manager per la ricerca di location, assistiamo nella selezione di crew, fornitori e attori, agevolando l’avvio dei lavori. Nel durante, forniamo assistenza costante nelle riprese – anche grazie ai numerosi uffici competenti della Città di Torino che svolge un ruolo centrale in questa fase – anche per le produzioni più complesse. Siamo in grado di interagire efficacemente con enti locali, comuni e amministrazioni pubbliche per facilitare ogni fase del processo. Ad esempio, per Fast & Furious, o la serie Gangs of Milano (la seconda stagione di Blocco 181), siamo stati un punto di riferimento nella gestione quotidiana delle complessità, interfacciandoci non solo con uffici comunali, ma anche con associazioni di commercianti, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, e associazioni di cittadini, nonché con i media. Nel dopo, continuiamo a supportare le produzioni a livello marketing, collaboriamo alla promozione durante i festival, alla distribuzione e alla presenza nelle sale, garantendo un’ampia visibilità e offrendo anche contributi dedicati a queste attività. Non abbandoniamo mai i progetti una volta terminate le riprese. Ogni anno organizziamo circa 20 anteprime e partecipiamo attivamente a numerosi eventi, contribuendo alla visibilità dei film nelle sale di Torino e della regione, con eventi che si svolgono anche 3-4 volte a settimana».

Da sinistra, Steve Della Casa, Marco Boglione, Giorgio Fossati, Davide Bracco, Beatrice Borgia, Paolo Damilano e Paolo Manera
Su quali leve investite per favorire l’arrivo di produzioni audiovisive internazionali in Piemonte e quali sono gli aspetti della vostra film commission più apprezzati dai player esteri?
Borgia: «Una delle leve più importanti per favorire l’arrivo di produzioni audiovisive internazionali in Piemonte è sempre il passaparola. Più grandi produzioni come The King’s Man vengono girate nella nostra regione, più si creano nuove opportunità con player esteri. Si tratta di un lavoro di semina che finora ha dato i suoi frutti: abbiamo iniziato a presentarci non solo ai mercati europei, ma anche in Stati Uniti, Canada e Londra, per far conoscere il potenziale produttivo del nostro territorio. La nostra regione viene spesso definita una «gemma nascosta», di cui ancora pochi conoscono tutte le potenzialità, pertanto uno degli obiettivi principali è generare awareness. A tal fine, abbiamo realizzato alcuni video che raccontano le storie dei film girati qui. Questi strumenti di comunicazione sono pensati per parlare in modo rapido ed efficace a un pubblico internazionale, a cui aggiungiamo pubblicità in inglese su importanti riviste trade internazionali, tra cui Italian Cinema (allegato trimestrale bilingue di Box Office, ndr). Tra gli aspetti più apprezzati dai player esteri ci sono sicuramente le location, che sorprendono non solo per la loro bellezza, ma anche per la loro accessibilità. Invece i fondi, pur essendo importanti, sono considerati più rilevanti per le produzioni nazionali».
Manera: «Nel tempo abbiamo sviluppato un contatto diretto con i principali produttori esecutivi italiani che collaborano con le grandi produzioni internazionali. E non ci siamo limitati solo al mercato anglo-americano, ma abbiamo intercettato anche la produzione audiovisiva tedesca, svizzera, francese, spagnola, svedese e persino Bollywood. Ogni esperienza internazionale ha garantito un salto professionale significativo per i nostri professionisti locali. In questo modo abbiamo contribuito all’internazionalizzazione del Piemonte come filiera produttiva».
In un mercato audiovisivo in continua crescita ed espansione, come vi state adattando per intercettare questa domanda e competere con gli altri territori?
Manera: «Stiamo attraversando un momento di grande cambiamento ne mercato audiovisivo. La nostra regione ha la possibilità di competere non solo attraverso servizi e fondi, ma presentandosi come un’intera filiera, un vero e proprio ecosistema come già detto, per entrare in contatto con i mercati internazionali e individuare nuovi partner. Inoltre, grazie al progetto Torino Film Industry, ci siamo impegnati come catalizzatori e aggregatori di altri attori locali del settore cinematografico. Vogliamo essere visti come un’entità aperta, un punto di incontro che favorisce la collaborazione tra i vari soggetti piemontesi».
In che percentuali si suddivide la presenza di film, serie Tv e documentari che vengono a girare nella vostra regione a livello annuale?
Manera: «Nel 2024, abbiamo sostenuto 19 lungometraggi, tra cui numerose opere prime e seconde, 6 serie Tv (in flessione rispetto alle 19 del 2023), 26 documentari e 55 cortometraggi, grazie anche alla stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino. Inoltre, siamo orgogliosi di aver supportato 122 titoli aggiuntivi tra spot pubblicitari, format Tv e videoclip e progetti corporate che, pur non usufruendo dei nostri bandi, beneficiano dei nostri servizi. Rappresentano un valore aggiunto significativo, garantendo continuità ed esperienza, a maggior ragione nei periodi di minore attività».
Nel corso degli anni il Piemonte è stata location di numerosi titoli di successo. Qual è stato il valore aggiunto per la regione in termini di visibilità e turismo?
Manera: È evidente che l’impatto del cinema e delle produzioni audiovisive vada oltre l’effetto industriale e l’immediato ritorno economico. Alcuni titoli hanno un effetto moltiplicatore significativo in termini di visibilità e turismo. In questo senso, il Piemonte è stato pioniere con Elisa di Rivombrosa nel 2004, che ha attirato un numero crescente di visitatori al Castello di Agliè. Prima delle Olimpiadi del 2006, Torino non era ancora ben conosciuta, ed Elisa di Rivombrosa ha generato il primo vero caso di cineturismo. Più recentemente, La Legge di Lidia Poët, una delle serie Netflix più viste e con una grande visibilità internazionale, ha avuto un impatto simile, stimolando un notevole interesse turistico e dando vita a due itinerari: uno dedicato alle location della serie, e l’altro ai luoghi legati alla vera Lidia Poët, la prima donna avvocato in Italia con un forte impegno sociale e politico. I percorsi vanno dalle valli Valdesi a Pinerolo e sono arricchiti da importanti allestimenti museali».

Da sinistra, Paolo Damilano, Steve Della Casa, Marco Boglione e Beatrice Borgia
Come state sviluppando il cineturismo?
Manera: «Oltre a supportare progetti già esistenti e in fase di sviluppo, abbiamo dato vita a una nuova ambiziosa iniziativa. Partendo da Palazzo Civico, il Municipio di Torino, abbiamo creato un percorso turistico innovativo con totem interattivi e video testimonianze di registi, attori e professionisti del cinema, come Claudio Bisio, Giulio Base, Davide Ferrario, Pier Giorgio Bellocchio, e diversi location manager. Tutto fruibile direttamente tramite smartphone. Inoltre, abbiamo collaborato con Corriere Torino per realizzare un ebook che esplora come la città è stata raccontata da cinema e televisione in oltre un secolo.
Quanti posti di lavoro diretti e indiretti genera oggi l’industria audiovisiva in Piemonte?
Manera: «Possiamo fare affidamento su una filiera vasta e articolata, con vari livelli di engagement. Sul nostro sito web, attraverso la production guide, presentiamo professionisti consolidati, attori e attrici residenti in Piemonte, insieme a giovani talenti emergenti del set che ancora non sono formati come professionisti, per un totale di circa 1.000 individui e 400 società. Nel 2024, grazie alla collaborazione con Piemonte Lavoro, è stata mappata l’entità del settore, stimando circa 10.000 contratti annuali, dalle collaborazioni brevi a quelle più durature e stabili. Inoltre, ogni giorno circa 500 persone accedono alla sede di FC Torino Piemonte, dimostrando che si tratta di un’industria tutt’altro che marginale».
Qual è il ritorno economico sul territorio per ogni euro investito dai set cinematografici e televisivi?
Borgia: «Da due anni rendicontiamo in modo trasparente i risultati attraverso il nostro Bilancio Sociale, un processo e un prodotto disponibile online che ha richiesto un cambiamento di mentalità e di approccio alla gestione dei dati. In passato non eravamo così strutturati, ma abbiamo voluto certificare i risultati con il Dipartimento di management di un ente terzo, come l’Università degli Studi di Torino. Il ritorno economico più significativo è stato registrato per serie Tv e lungometraggi, che offrono un ritorno strutturale di circa 5 volte l’investimento. Tuttavia, i moltiplicatori possono arrivare fino a 15x e 20x se consideriamo tutti i film e le serie Tv girate sul nostro territorio, indipendentemente dal fatto che abbiano usufruito dei nostri fondi. Un esempio sono le grandi produzioni americane, che non beneficiano dei nostri finanziamenti, ma a cui comunque offriamo i nostri servizi».
Che tipo di sinergia avete stretto con la Regione Piemonte e con le singole città?
Borgia: «Abbiamo un rapporto molto stretto con la Regione Piemonte, che è nostro socio fondatore. Inoltre, abbiamo avviato un programma mirato a mettere in rete le diverse città e province della regione, per garantire un impatto diffuso su tutto il territorio attraverso un protocollo di intesa. Lavoriamo in modo proattivo con i Comuni principali e con chiunque sia interessato a far parte di questa Rete regionale. Offriamo location e definiamo accordi per l’utilizzo di suolo pubblico e location (sia pubbliche che private), facilitando enormemente i movimenti delle produzioni. Sebbene gran parte delle produzioni siano ancora concentrate su Torino, stiamo espandendo l’industria anche verso laghi, montagne, Langhe e colline, portando i benefici su tutto il territorio».
Manera: «Oltre a questa rete capillare, stanno emergendo anche dei distretti. Ad esempio, l’area del Verbano-Cusio-Ossola e Novara, con il Lago Maggiore e d’Orta, stanno sviluppando un’identità forte, e la loro vicinanza consente di realizzare produzioni in luoghi strettamente correlati tra loro. In alcuni casi, sviluppiamo collaborazioni con fondazioni ed enti locali che si occupano di valorizzare specifici territori. Un esempio concreto è il nostro progetto con la Fondazione Biellezza a Biella, dove abbiamo ideato un percorso per valorizzare le location e promuovere iniziative come la prima sessione di EuroDoc 2025, workshop di una settimana dedicato alla formazione dei produttori creativi di documentari. E stiamo progettando altre iniziative strutturate in altre aree del Piemonte».
Quanto è importante la formazione di maestranze a livello locale? Sono già in corso percorsi di formazione per ragazzi nelle scuole piemontesi?
Manera: «La formazione delle maestranze locali è fondamentale. Abbiamo avviato numerosi workshop, collaborando abitualmente con diversi enti. Un esempio importante è Torino Film Industry, che prevede una parte del programma dedicata specificamente agli studenti e a chi è alle prime armi, offrendo formazione sui vari mestieri del cinema e dell’audiovisivo. Inoltre, stiamo sviluppando iniziative con le scuole, in collaborazione con Agis Piemonte, Aiace Torino e Piemonte Movie, per creare percorsi di proiezioni e incontri dedicati ai più giovani. Abbiamo anche organizzato momenti di open day presso la nostra sede, ai quali partecipano gruppi di studenti, per avvicinare concretamente le nuove generazioni al settore».
La sostenibilità è un tema sempre più sensibile per le produzioni. Quali iniziative avete messo in campo in questa direzione?
Manera: «Dal 2015, FC Torino Piemonte è stata una delle film commission più attente alla sostenibilità, anticipando i tempi sui protocolli di certificazione per il green shooting. Abbiamo collaborato con le principali realtà del settore e introdotto una premialità nei bandi per le produzioni che adottano questi protocolli. Con l’ultimo bando FESR, la certificazione è diventata obbligatoria, offrendo un ulteriore stimolo per adottare pratiche sostenibili. Abbiamo anche avviato un processo di efficientamento energetico nella nostra sede di 10.000 mq, con interventi sul fotovoltaico, sostituzione dei corpi illuminanti e gestione della raccolta differenziata interna e per tutte le produzioni. Per quanto riguarda gli eventi, aderiamo alle linee guida per i festival green, in collaborazione con CinemAmbiente, prestando particolare attenzione all’utilizzo di allestimenti e materiali ecologici».
Borgia: «A proposito di questo tema, ho preferito sostituire il termine “sostenibilità” con “responsabilità”, che è una delle tre parole chiave del nostro mandato, insieme a “internazionalità” e “qualità”. La responsabilità, intesa come un impegno a 360 gradi, sottolinea il nostro ruolo nel portare avanti progetti che non siano solo ecologici, ma anche socialmente responsabili».
Come giudicate lo stato di salute della produzione audiovisiva italiana?
Manera: «Il sistema audiovisivo italiano ha un potenziale unico. Il nostro Paese vanta una straordinaria eredità culturale e una professionalità riconosciuta a livello mondiale, con eccellenze artigianali come quelle nel campo dei costumi e delle scenografie, accanto a un’innovazione tecnologica di alto livello. Questo è evidente anche in Piemonte, come in altre regioni italiane. Tuttavia, c’è una certa frammentazione, con molte piccole realtà che, purtroppo, hanno una capitalizzazione limitata e difficoltà nel competere su un mercato globale sempre più competitivo, che richiede solidità e una visione a lungo termine».
Borgia: «È evidente che stiamo vivendo un momento di ridefinizione della produzione audiovisiva italiana, soprattutto con la questione del tax credit, che cambierà le regole del gioco. L’intento sembra essere quello di spingere verso progetti finanziariamente più autosostenibili. Il tax credit, infatti, avrà un impatto significativo sull’industria a livello locale. Nonostante queste sfide, però, nel 2024 siamo riusciti a rispondere con grande forza e siamo riusciti a mantenere la stessa vitalità degli anni precedenti, sia in termini quantitativi che qualitativi».
In uno scenario sempre più competitivo, su quali asset intendete investire nel prossimo futuro per rendere il Piemonte una destinazione ancora più attrattiva e competitiva? E qual è il vostro obiettivo di crescita di FC Torino Piemonte per i prossimi anni?
Borgia: «Una delle principali direttrici di sviluppo di questo mandato, e che continuerà a guidarci anche in futuro, è l’internazionalizzazione, che ha un enorme potenziale sia in termini economici che di visibilità. Non parlo solo di produzioni internazionali che scelgono il nostro territorio, ma anche di produzioni nazionali che riescono a raggiungere un pubblico sempre più globale. In questo senso, lavoreremo molto sulla promozione e continueremo a investire sulle infrastrutture: la nostra sede, infatti, è ormai diventata troppo piccola per il volume di produzioni che accogliamo ogni anno e in costante crescita. Nei prossimi 25 anni vogliamo trasformare il Piemonte da “hidden gem” a “shining star”.

Lo staff di Film Commission Torino Piemonte insieme al direttore Paolo Manera (al centro)
LA PAROLA AGLI EX PRESIDENTI
• MARCO BOGLIONE
«Quando nel 1999 il Presidente della Regione Piemonte e il Sindaco di Torino, Ghigo e Castellani, mi parlarono dell’idea di creare dal nulla una Film Commission, dicendomi che era qualcosa di totalmente nuovo e che sarebbe stata una sfida perfetta per me, accettai immediatamente. Incontrai Giorgio Fossati che, grazie alla sua esperienza a Cine Fiat, mi portò la sua visione. Dì lì a poco Giorgio e io eravamo a Cannes come direttore e presidente di FCTP a incontrare produttori di rilievo, chiedendo loro di pensare a Torino per i loro progetti. Dicemmo loro che a Torino si sarebbero sentiti a casa. “If you come to shoot in Turin, you’ll have a home”. Funzionò. Arrivarono le telefonate e i primi ciak. Inventammo poi anche l’idea di un quartier generale, la “casa dei produttori” appunto, inaugurata poi nel 2008 in Via Cagliari. Il grande lavoro di Fossati, unito alla sua credibilità nel mondo del cinema e le puntuali presentazioni ai maggiori festival europei, fecero la differenza. Di lì a poco la Film Commission non si fermò più».
• PAOLO DAMILANO
«2013-2021: otto anni come Presidente di Film Commission Torino Piemonte, otto anni straordinari e bellissimi in cui, insieme ai collaboratori e a tutti i partner, ho potuto vedere quanto la nostra Film Commission sia importante, sia a livello nazionale che internazionale, e quanto bene ciò porti al territorio in termini di ricaduta economica, di continuità e crescita per tutte le maestranze e le imprese, ma soprattutto per la grande valorizzazione del nostro territorio, grazie a uno strumento di comunicazione e promozione unico come solo il cinema e l’audiovisivo sanno essere».
• STEVE DELLA CASA
«Sette anni di presidenza in Film Commission sono stati fondamentali per la mia carriera. Intanto perché ho avuto la possibilità di lavorare con persone come Paolo Manera e Donatella Tosetti, che hanno poi dimostrato con i miei successori quanto valevano. E poi perché ho avuto l’opportunità di condividere il mio lavoro con il grande Paolo Tenna. Infine perché sapere che Paolo Sorrentino sceglieva Torino per ambientare la Roma de Il divo, che Montaldo faceva lo stesso con la San Pietroburgo zarista de I demoni di san Pietroburgo e che anche Antonello Grimaldi avrebbe ambientato da noi Il mostro di Firenze mi spinse a confermare lo slogan creato dal mio amico Giorgio Fossati: “A Torino c’è anche il mare”. Un bel sogno, che è diventato realtà sotto i miei occhi».
DI FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE DICONO CHE…
• BILLE AUGUST (Regista)
«Quando preparavamo Il conte di Montecristo abbiamo discusso molto su dove girare le scene principali, perché avevamo sei mesi di lavoro di fronte a noi. Dove potevamo ambientare le scene? Torino è stata una grande opportunità. Per la sua storia di capitale d’Italia e per i palazzi che poteva mettere a disposizione Torino era perfetta per il progetto e si è rivelata inoltre una città lm friendly da molti punti di vista».
• CARLO DEGLI ESPOSTI (Presidente di Palomar)
«Il Piemonte e la sua Film Commission è da sempre un partner della Palomar con cui collaboriamo da anni, l’affidabilità è reciproca. È un territorio che ci ha sempre accolti con grande professionalità e passione, sostenendo progetti dif cilissimi come Noi credevamo, il documentario su Mauro Rostagno e, più recentemente, Il Conte di Montecristo. È per noi importare avere questa certezza, potendo contare su un sistema che funziona e su persone che garantiscono standard professionali di assoluto livello».
• PAOLO DEL BROCCO (Amministratore delegato di Rai Cinema)
«Se le Film Commission sono ormai un’istituzione fondamentale per l’industria dell’audiovisivo è anche grazie al grande lavoro che il Piemonte ha svolto, tra i primi a livello nazionale. FC Torino Piemonte rappresenta da moltissimi anni un modello virtuoso sia per il sostegno alla produzione che per la promozione dei lm in sala, rappresentando per Rai Cinema un solido e importante interlocutore. La collaborazione tra FCTP e Rai Cinema (che festeggiano entrambe 25 anni di “carriera”) ha radici antiche. Nel tempo ha permesso di realizzare importanti opere dei grandi maestri del nostro cinema e dei nuovi oltre a lm capaci di valorizzare la cultura e il territorio di Torino e del Piemonte: un lungo elenco, espressione di un connubio virtuoso destinato a durare nel tempo».
• MARIO GIANANI (Fondatore di Our Flims)
«Nella mia esperienza sia di produttore che di collaboratore nel cda del FIP ho potuto constatare che la città di Torino genera delle condizioni particolarmente favorevoli per le produzioni e condivido adesso come allora l’impegno per continuare a far crescere i talenti locali. Ricordo l’esperienza con La Solitudine dei numeri primi dal romanzo di Paolo Giordano e Vincere di Marco Bellocchio. Ricordo anche l’incontro con Paolo Tenna in quegli anni che ha aiutato moltissimo lo sviluppo del territorio con passione e dinamicità. La Film Commission per prima ha segnato la strada che altri hanno poi seguito, auguro di crearne e percorrerne tante altre ancora».
• BENEDETTO HABIB (Partner & Producer di Indiana Production)
«Indiana ha potuto nel corso degli ultimi anni apprezzare il lavoro di FCTP. L’aspetto più rilevante sono le competenze che siamo riusciti a trovare nel territorio, non limitate ai location manager, ma anche a figure professionali che ci hanno accompagnato per tutta la durata della produzione. È questo il risultato più importante raggiunto: un ambiente su tutto il territorio piemontese production friendly e professionalità locali, formate in questi anni, che vengono messe a disposizione e si integrano sempre perfettamente nei reparti».
• NERI MARCORÈ (Attore e regista)
«Ho girato il mio primo lm da regista, Zamora, a Torino e paesi limitro . Con la produzione Pepito non abbiamo mai preso in considerazione possibilità diverse, perché tra gli addetti ai lavori è notorio che la Film Commission piemontese eccelle da parecchi anni, sia per gli investimenti convintamente riversati nel settore cinematografico, sia per la preparazione e l’efficacia qualitativa e quantitativa del personale tecnico. Non a caso nello stesso periodo c’erano ben altre 8 produzioni che stavano girando o in preparazione. Il Piemonte è la regione in cui ho trascorso la maggior parte del mio tempo davanti a una macchina da presa e sono sempre stato felice ogni qual volta è capitato e mi auguro capiterà in futuro».
• SUSANNA NICCHIARELLI (Regista)
«Lavoro con lo stesso montatore, Stefano Cravero, da quando ho fatto il mio primo corto; lo abbiamo montato a Casa Sonica a Piazza Vittorio, con l’aiuto di Ferruccio Casacci, papà di Max e storica figura del cinema torinese. Perciò ogni volta che torno a Torino mi sento a casa: ho avuto molti collaboratori originari di lì. Max Casacci e poi i Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo, tra gli altri. L’immaginario di Miss Marx è nato nelle location romantiche e vittoriane di Torino. La serie Fuochi d’Artificio nella Val di Susa con i suoi paesaggi mozzafiato, e una popolazione che ci ha accolto con calore. Le location piemontesi le ho nel cuore. Sono grata alla FCTP per il sostegno».
• ALESSANDRO USAI (Fondatore di No Name Entertainment e presidente Anica)
«Film Commission Torino Piemonte ha un merito storico nel panorama audiovisivo italiano. Quando iniziò la propria attività, si trattava di una novità assoluta per l’Italia ed il settore scoprì come con un lavoro sugli incentivi alla produzione in Regione, accompagnati dalla creazione di professionalità e centri di eccellenza, era possibile spostare intere produzioni nel territorio interessato e con esse, oltre l’immediato impatto economico e occupazionale, si dava una visibilità al territorio. È stata una rivoluzione che ha scatenato negli anni successivi la “competizione” sana tra territori ed aiutato una produzione più diffusa per occupazione e narrazione. E quindi i migliori auguri a questa storica e importantissima Film Commission».
Questa intervista è la cover story del numero di Box Office di maggio 2025
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