Cinecittà, la replica di Maccanico sulle perdite: «Crollo dovuto ai ritardi del tax credit»

L'ex AD risponde al report sulla revisione dei bilanci e le incongruenze rilevate da Price Waterhouse Cooper, puntando il dito contro i tempi della nuova legge
nicola maccanico cinecittàCr. Ernesto S. Ruscio/Getty Images

Dopo la diffusione della notizia relativa alle perdite di Cinecitta SpA, certificate dalla società di revisione contabile Price Waterhouse Cooper, parla l’ex AD degli studios romani Nicola Maccanico. Lo fa tramite un’intervista rilasciata a Repubblica, dalla quale afferma che “colpiscono me per coprire i loro fallimenti“.

Price Waterhouse, è emerso sempre dalla stessa testata, avrebbe rilevato incongruenze nei bilanci per circa 6,7 milioni di euro, sollevando inoltre interrogativi anche sull’attuale AD Chiara Sbarigia e altri due membri dello scorso CdA riconfermati per quello attuale “L’azienda nel 2023 ha avuto ottimi risultati – ha dichiarato Maccanico – e sta vivendo un 2024 molto difficile, Ma i due dati opposti non si spiegano ricercando anomalie e/o trucchi. Il motivo sta nell’aver cambiato le regole del gioco nel mercato dell’audiovisivo“.

Maccanico punta quindi il dito verso la stessa direzione indicata da altre fonti interne a Cinecittà, che accusano la nuova legge sul tax credit e l’allontanamento delle grandi produzioni dietro al calo dei ricavi: “I produttori che devono scegliere il Paese in cui girare guardano innanzitutto alla tassazione – ha detto – La Franceschini aveva reso l’Italia molto competitiva, ma l’attuale governo l’ha smontata“.

Sui presunti bilanci “aggiustati”, replica: “Sono stati certificati da Ernst&Young, ogni insinuazione sui conti è priva di fondamento. Quei numeri sono frutto di tutti i grandi film e le grandi serie, i grandi registi e grandi attori che nel 2022 e 2023 hanno popolato gli studios“. Produzioni che, sottolinea, hanno generato 85 milioni di euro di fatturato in due anni. Maccanico però non vuole fare differenze tra vecchia e nuova gestione: “Non mi pare giusto – sostiene – Credo che oggi Cinecittà abbia un crollo del fatturato per via dei ritardi sulla riforma del tax credit, che ha causato prima incertezza e poi la fuga delle produzioni“.

Dopo essere entrato nel merito della nota di credito da 3 milioni di euro nei confronti di Fremantle emersa solo dopo l’insediamento del nuovo CdA (“Nel bilancio 2023 c’è quella del 2022, nel 2024 sarebbe dovuta atterrare la nota del 2023. Accadeva in automatico, non è una scelta dell’ad” afferma), Maccanico conclude sostenendo di non essere vittima di un attacco politico, ma di “una caccia alle streghe per coprire le loro inefficienze“.

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