Nuvole nere sugli studios di Cinecittà. Stando a quanto riportato da Repubblica, la società di revisione Price Waterhouse Cooper incaricata di verificare i conti dell’Istituto Luce Cinecittà, avrebbe portato allo scoperto gravi perdite relative agli ultimi due bilanci. Nel 2022 e 2023 erano stati riportati utili, ma in contrasto con quanto certificato invece da Ernst&Young mancherebbero invece all’appello 6,7 milioni di euro.
Gli scostamenti sarebbero diversi: Price Waterhouse avrebbe riscontrato “una errata quantificazione a budget dei ricavi” nell’area cinema, documentaristica e commercializzazione library per entrate minori pari a 690mila euro e non solo. Ben più pesante sarebbe però “il decremento del margine previsto“, attorno agli 8 milioni e dovuto all’accordo quadro con la società di produzione Fremantle. Gli azionisti attendono ora di appurare le responsabilità degli amministratori, perché come sottolinea Repubblica tre di loro, compresa la neo-presidente Chiara Sbarigia, erano presenti nel precedente CdA e sono stati riconfermati.
Fonti vicine a Cinecittà citate da Repubblica sostengono che questa situazione sia una “vendetta per coprire il pasticcio che hanno fatto sul tax credit, a causa del quale si è innescata la fuga delle produzioni internazionali e il crollo dei ricavi“. Ricavi che, dopo la crescita nel 2022, quest’anno sarebbero crollati. “Tutte anomalie su cui vogliamo vederci chiaro – ha dichiarato il sottosegretario Lucia Borgonzoni, sempre citata dal quotidiano – Maccanico si è dimesso dicendo che lasciava un’azienda sana. Si è dimostrato il contrario. Ora noi salveremo Cinecittà, nessun lavoratore pagherà“.
Dal canto suo, il CdA ha emesso una nota per commentare la situazione: “In riferimento alle notizie pubblicate dal quotidiano “La Repubblica”, il Consiglio di Amministrazione di Cinecittà S.p.A rende noto di essere perfettamente al corrente della situazione emergenziale, delineatasi solo dopo le dimissioni del precedente Amministratore Delegato, Nicola Maccanico, avvenute il 25 giugno scorso, e di essersi messo a disposizione dell’AD Manuela Cacciamani, che è assiduamente al lavoro per risolvere il problema“.
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