Blockbuster: quali e quanti ne servono?

Nel 2022 il mercato italiano ha lamentato l’assenza di grandi produzioni hollywoodiane distribuite da luglio a novembre; assenza che ha inciso negativamente sul box office di fine anno. Qual è allora il numero minimo di uscite blockbuster per sostenere il settore theatrical? E, soprattutto, di che genere di blockbuster hanno più bisogno le nostre sale? Proviamo a rispondere analizzando gli incassi di questa tipologia di titoli negli ultimi 10 anni

Di seguito l’articolo pubblicato su Box Office del 15-30 luglio 2023 (n. 9). Per leggere l’intera rivista clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.
N.B. L’articolo è stato scritto prima dell’uscita di Barbie 

Se i film ci sono, gli spettatori arrivano. È questa la sentenza del report State of Cinema Industry di The Cinema Foundation pubblicato lo scorso marzo, dove si sostiene che il calo del box office nordamericano del 2022 rispetto al 2019 era dovuto essenzialmente al numero minore di uscite. Se nel 2019, infatti, negli Stati Uniti erano stati distribuiti 112 titoli su 2.000 schermi producendo un box office di 10,10 miliardi di dollari, nel 2022 questi titoli sono scesi a 71, per un box office di 6,51 miliardi di dollari. Dunque, l’incasso medio per film è stato superiore nel 2022 rispetto al 2019; il problema è che sono stati programmati meno titoli. Dagli Stati Uniti all’Italia, l’assenza di film “di peso” – quelli distribuiti dalle major in un numero ampio di sale, supportati da un’importante promozione e dunque dal buon potenziale di incasso – è stata reclamata anche da noi. Nel 2022, infatti, da luglio a novembre, ovvero dall’uscita di Thor: Love and Thunder (06/07/2022) a quella di Black Panther: Wakanda Forever (09/11/22), le release di blockbuster in Italia si sono contate sulle dita di una mano. Un’assenza che è andata a incidere negativamente sul box office di fine anno.
Qual è allora il numero minimo di uscite blockbuster per sostenere il settore theatrical? E, soprattutto, di che genere di blockbuster hanno più bisogno le nostre sale? Quali hanno maggiore successo? Proviamo a rispondere a queste domande analizzando gli incassi di questa tipologia di titoli negli ultimi 10 anni: nel dettaglio, abbiamo preso in considerazione i film realizzati dalle case di produzione hollywoodiane e distribuiti in più di 300 cinema registrati a Cinetel nel loro primo weekend di programmazione in Italia

 

 

BLOCKBUSTER: IL FILM CHE FA IL BOTTO

Un blockbuster è un film che fa il botto. Lo dice la sua etimologia, che rimanda a qualcosa in grado di far scoppiare (da buster: far saltare in aria in inglese) un intero isolato (block). Usato per la prima volta dalla stampa statunitense nei primi anni Quaranta facendo riferimento alle bombe aeree di dimensioni tali da distruggere un quartiere, il termine è stato poi traslato semanticamente per indicare un dirompente successo commerciale di spettacoli teatrali, libri e film. Chiusa questa parentesi linguistica, per tornare ai numeri possiamo dire che, tendenzialmente, la soglia del “botto” per un blockbuster di successo in Italia dell’era pre-Covid era di minimo 10 milioni di euro (soglia che ovviamente andava calibrata da film a film a seconda del budget produzione del singolo titolo). Da questa prospettiva, nel 2012 sono stati 9 i blockbuster usciti nell’anno di riferimento che hanno abbattuto il muro dei 10 milioni; 8 nel 2013; solo 4 nel 2014; 10 nel 2015; 11 nel 2016; 10 nel 2017; 9 nel 2018; ben 15 nel 2019. In era pre-Covid, dal 2012 al 2019 inoltre, 9 film hanno abbattuto il muro dei 20 milioni e 2 quello dei 30 milioni, entrambi (sia Il re leone sia Avengers: Endgame) distribuiti nel 2019, una delle migliori annate per le grandi produzioni made in Usa. Dopo la pandemia, anche la potenza esplosiva dei blockbuster è stata tendenzialmente ridimensionata e, con un mercato italiano che ha visto il box office del 2022 dimezzato rispetto al pre-Covid, è sensato ritenere un blockbuster di successo quel film che ha superato i 5 milioni. Dunque, se nel 2020 solo Tenet ci è riuscito e After 2 si è comunque ben difeso (non consideriamo i titoli usciti a gennaio e febbraio, ovvero prima del Covid), nel 2021 i titoli oltre i 5 milioni sono stati 6 (tra cui Spider-Man: No Way Home che è arrivato a fine corsa a 24,9 milioni) e 13 nel 2022. Da segnalare che nel 2022 sono 6 i titoli che hanno superato i 10 milioni, e tra questi troviamo Avatar: La via dell’acqua che ha incassato in totale la stratosferica cifra di 44,6 milioni.

QUANTI BLOCKBUSTER SERVONO?

Difficile dare una risposta definitiva, soprattutto perché non è certo solo una questione quantitativa ma anche e soprattutto qualitativa, come vi spieghiamo meglio dopo. Detto questo, dando uno sguardo agli ultimi anni, vediamo che i titoli distribuiti in più di 300 cinema nel 2017 sono stati 59 per un box office nell’anno di riferimento di oltre 326 milioni, 62 titoli nel 2018 per un box office di oltre 300 milioni, 70 nel 2019 per 398 milioni euro, solo 46 nel 2022 per neanche 200 milioni di euro. È evidente dunque la netta contrazione di offerta del 2022, con una diminuzione di circa il 30% delle release rispetto alla media delle annate 207-18-19. Una soglia minima di uscite blockbuster si assesta su almeno 60 titoli distribuiti nel primo weekend in un minimo di 300 cinema.

NON TUTTI I BLOCKBUSTER SONO UGUALI. QUALI SERVONO DAVVERO?

Guardando le tabelle di queste pagine, emerge un dato che conosciamo bene: in questi ultimi 10 anni la massa dei blockbuster di successo arriva dallo sfruttamento di IP (proprietà intellettuali) già esistenti: gli unici 3 titoli nella vetta più alta delle classifiche annuali non riconducibili a franchise già esistenti sono Inside Out, Bohemian Rhapsody  e Tenet. Una fetta consistente del box office è fatta dai cinecomic Marvel e in parte DC. Numeri importanti sono anche quelli delle saghe come Star Wars (che è andata però in calando) e Fast & Furious (che invece, al decimo episodio, continua a raccogliere numeri importanti con Fast X arrivato nel momento in cui scriviamo a più di 11 milioni), o degli animation Pixar e Disney (ultimamente ancora un po’ penalizzati dalle uscite direttamente o quasi in contemporanea in streaming degli anni pandemici), DreamWorks o Illumination Entertainment (quest’ultima oramai una testa di serie grazie alle saghe dei Minions/ Cattivissimo Me e ad aprile con Super Mario Bros.). Forti, a volte fortissimi (vedi Il re leone o La Bella e la Bestia), sono i live action tratti dai classici Disney del passato. Un genere che invece aveva registrato numeri significativi negli anni Dieci ma che è poi andato scomparendo è quello del young adult: saghe come Twilight e Hunger Games non hanno trovato eredi negli ultimi anni, con quel target ora sollecitato principalmente dalle piattaforme. Sul fronte dei contenuti “non-franchise”, da segnalare anche i blockbuster d’autore, come quelli di Eastwood (con American Sniper a 19 milioni), Iñárritu (con Revenant a 13,9 milioni), di Scorsese (con The Wolf of Wall Street a 11,9 milioni), di Nolan (con Interstellar a 10,8 milioni), di Tarantino (con Django Unchained a 12 milioni o C’era una volta a… Hollywood a 11,9 milioni), Del Toro (con La forma dell’acqua a 8,6 milioni), del giovane Chazelle (con La La Land a 8,2 milioni), del veterano e prolifico Spielberg (tra i vari titoli Lincoln a 6,5 milioni ) e, nel suo “piccolo”, di Aronofsky che con The Whale quest’anno ha totalizzato più di 3,4 milioni. E di importanza fondamentale per variegare l’offerta sono i “blockbuster di qualità allargata” come Assassinio sul Nilo (14,6 milioni), Green Book (10,1 milioni), Collateral Beauty (9,5 milioni), Inferno (12,4 milioni) di Ron Howard; una tipologia di titoli, quest’ultima, della quale si è avvertita la mancanza nel post-Covid.

ALLA RICERCA DEI BLOCKBUSTER ESTIVI

Un dato importante: a luglio e agosto le uscite di blockbuster in Italia si riducono ai minimi termini (ovviamente escludiamo quest’anno, il 2023, che invece è stato ricco di uscite estive, ndr). Anche il 2019, l’anno che ormai celebriamo come quello del rilancio della stagione estiva grazie a Moviement, in realtà solo tre titoli sono stati distribuiti in quei mesi in più di 300 cinema: Spider-Man: Far From Home (il 10 luglio), Fast & Furious: Hobbs and Shaw (l’8 agosto) e Il re Leone (il 21 agosto), con quest’ultimo che, con i suoi epocali 37,5 milioni euro, è stato in grado di coprire la mancanza di altri titoli significativi. Lo si continua a ripetere: servono più grosse produzioni hollywoodiane di richiamo a costellare in maniera continuativa, settimana dopo settimana, i mesi di luglio ed agosto. Per questo 2023, la situazione sembra finalmente cambiare: sia luglio sia agosto vedono per quasi ogni weekend una nuova release internazionale di richiamo.

UNO SGUARDO AI PRIMI MESI DEL 2023

Gettando uno sguardo al 2023, nei primi due mesi dell’anno c’è stata un’offerta ristretta a livello di uscite blockbuster, con gennaio segnato solo dalla coda lunghissima di Avatar: La via dell’acqua (da 17 milioni) e nessun’altra nuova uscita di nota, mentre solo tre blockbuster (Creed III, John Wick 4 ed Ant-Man and the Wasp: Quantumania) sono passati nelle sale da febbraio a marzo, ognuno con un incasso superiore ai 5 milioni. Fortunatamente l’arrivo di Super Mario Bros – Il film ha segnato una netta inversione di tendenza: l’animation distribuito da Universal è stato un grandissimo successo da oltre 20 milioni di euro, poi seguito da quelli delle immediate settimane successive dei Guardiani della Galassia Vol.3, Fast X e La sirenetta (tutti sopra i 10 milioni). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it