Di seguito l’intervista ad Aurora Campari, Head of Theatrical, Digital and Tv Sales di Vertice 360, pubblicata sullo Speciale Distribuzione in allegato alla rivista Box Office del 15-30 dicembre (n. 21-22). Per leggere tutto lo Speciale Distribuzione clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.
Quali sono i vostri film di punta in uscita sul grande schermo nel prossimo semestre?
«Il nostro listino 2023 è decisamente ricco e con i titoli del primo semestre copriremo generi diversissimi, dall’horror insolito e inquietante di The Offering, a film di qualità come Mother’s Instinct con Anne Hathaway e Jessica Chastain, da action puri come In the Land of Saints and Sinners con Liam Neeson, a commedie come Freelance con John Cena e Alison Brie, a film impegnati come Lee, il biopic ispirato alla vita e alla carriera della fotografa americana Lee Miller, interpretata da Kate Winslet con Alexander Skarsgård e Marion Cotillard. Più che di film di punta preferirei quindi parlare di sfide, per riportare in sala il pubblico con prodotti di genere, impegnandoci ad uscire sul grande schermo con produzioni sempre di qualità (come sono quelle garantite da Lionsgate, Millenium, FilmNation e A24) e comunicando agli spettatori che le sanno apprezzare».

The Enforcer
Quali sono le criticità e le urgenze che il mercato è chiamato ad affrontare per riprendersi il prima possibile?
«Le criticità sono tante, l’urgenza una: riportare il pubblico nelle sale e recuperare il legame con lo spettatore disorientato anche dalla poca chiarezza sul tema delle finestre di sfruttamento. Serve una nuova regolamentazione chiara e per tutti. Nuove regole che saranno certo diverse da quelle pre-pandemia ma che aiuteranno tutti a fare ordine, limitando la confusione percepita sia dall’industria che dal pubblico. Ogni settimana che passa senza che i cinema tornino a riempirsi è una settimana che ci allontana dal nostro pubblico, che è fatto di persone abitudinarie, ma che allo stesso tempo sono pronte a sostituire un intrattenimento con un altro. Il cinema deve ritornare ad essere un appuntamento fisso nel tempo libero degli italiani e non qualcosa di sporadico finalizzato solo alla visione del film evento del momento. In particolare, il pubblico più adulto stenta ancora moltissimo a rientrare in sala. Sono i film italiani a pagare il prezzo più forte, insieme al cinema di qualità. Anche se le alternative sono molte, lo streaming ha saputo farsi largo non solo grazie a campagne aggressive e a un contesto, quello pandemico, che ha favorito alcuni player e sfavorito altri, ma anche grazie a comunicazioni innovative, intuizioni, voglia di rischiare e di tentare strade nuove. Oggi lo “spazio mentale” che 10 anni fa occupava il cinema è occupato da altre entità. Dobbiamo tornare a rischiare con campagne diverse, flessibilità e collaborazione. E questo è quello che con Vertice 360 stiamo cercando di fare con tutti i nostri interlocutori: cerchiamo chi voglia intraprendere insieme a noi tentativi di battere strade nuove per lanciare e comunicare fuori dagli schemi. Siamo parte di una importante holding che include molte società diverse, canali Tv e un centro media, è quindi naturale che sia questo lo spirito con cui Vertice 360 si affaccia sul mercato Italiano e confidiamo di contagiare con il nostro entusiasmo quanti più partner possibili: non possiamo far sognare gli spettatori se non torniamo a sognare noi per primi».

Lee
Proposte o suggerimenti per riattivare il legame con il pubblico?
«È fondamentale uscire dallo schema del “film-evento” per ridare al cinema un ruolo centrale: il pubblico deve tornare a scegliere il cinema come forma di intrattenimento a prescindere dal prodotto. Oggi si va in sala quasi solo per vedere un film specifico; noi vorremmo che innanzitutto si scegliesse di passare una serata davanti al grande schermo, per poi decidere con quale film. Le grandi ristrutturazioni di alcuni dei cinema più importanti in Italia sono un segnale forte di impegno anche da parte dell’esercizio nel riportare in sala un pubblico disaffezionato. L’esperienza della visione condivisa resta insostituibile ma il prezzo del biglietto deve ripagare lo spettatore con la tecnologia, il comfort e la qualità delle sale. Gli ottimi risultati delle varie Feste del Cinema dimostrano che, se ben stimolato, il pubblico è pronto a reagire. Durante i Festival le sale sono piene e anche film “minori” fanno sold out, mentre quegli stessi film quando approdano in sala non smuovono lo stesso interesse. Perché? È questa la domanda che ci dobbiamo porre, il cambiamento che dobbiamo interpretare. Evento, quindi, non è solamente un film di forte richiamo. Evento è un contesto, uno stato d’animo, un’aspirazione. Ecco, noi di Vertice 360 crediamo che sia importante cogliere questi segnali per tornare a giocare con le aspirazioni e con i sogni per contribuire affinché l’evento sia anche la sala e non solo il film».
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