Editoriale: Lottare per salvare il proprio business

Ecco la riflessione di Paolo Sinopoli, pubblicata sulla rivista Box Office del 15-30 marzo

Quando il mare è in tempesta e si rischia di naufragare, normalmente sono solo due le opzioni in gioco. Ci si può abbandonare alle onde, magari maledicendo chi non è soccorso in nostro aiuto, oppure si può prendere il timone, valutare la situazione con freddezza e provare una manovra di emergenza, a costo di grandi sacrifici. E oggi non ci sono dubbi: l’esercizio è chiamato a questa manovra di emergenza per salvare il proprio business (come ricorda Anec, sono circa 500 gli schermi spenti). Ma in che modo? Se non si può investire per rinnovare le proprie strutture (che resta la strategia migliore per crescere e limitare le perdite in tempi difficili, come ha dimostrato Notorious Cinemas), si dovrebbe investire almeno in comunicazione. Una strada, quest’ultima, purtroppo ancora troppo poco battuta da gran parte dell’esercizio. Eppure è essenziale imparare a vendere se stessi, partendo dalla propria area urbana per poi allargare l’area di interesse.

Quanti esercenti ancora oggi (nel 2022!) non hanno un sito internet, un’app e una pagina social aggiornate, dal design pulito e intuitivo, dove il cliente possa registrarsi, consultare orari e film in programmazione, prenotare gli spettacoli e ricevere newsletter con comunicazioni profilate? Quanti non hanno mai avviato operazioni di geomarketing per analizzare il proprio territorio e avviare attività marketing? Quanti non hanno mai usufruito di una piattaforma CRM (Costumer Relationship Management) per migliorare la customer experience, o non hanno mai raccolto le informazioni dei propri clienti in un database? Quanti si sono preoccupati di instaurare partnership con parrocchie, scuole o centri sportivi e culturali vicini? Se ancora nulla di tutto questo è stato fatto, è importante recuperare il tempo perduto nel minor tempo possibile.

Per riconquistare il pubblico e salvare le proprie attività, infatti, è necessario che ognuno faccia la propria parte, esercizio in primis, senza attendere solo le campagne di distribuzioni/produzioni. Poi certo servono i film in sala (vedremo se le uscite dei titoli italiani saranno confermate nelle prossime settimane), una maggiore collaborazione con le distribuzioni e, se possibile, nuovi ristori. Ma innanzitutto bisogna tornare a essere un vero e proprio presidio culturale, magari riscoprendo quell’indomita passione che in questi tempi ha portato alcuni esercenti a volantinare fuori dalle scuole vicine per promuovere i propri cinema. Non sarà un’iniziativa “digital”, non c’è dubbio, ma almeno è un inizio sul fronte della comunicazione e i risultati, ci dicono, si sono visti.

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