Lo scenario è ancora incerto e la preannunciata riapertura dei cinema è un lontano miraggio. La situazione pandemica in Italia si sta aggravando, sono state superate le 100mila morti per Coronavirus dall’inizio dei contagi e ora il nostro Paese è nuovamente blindato con forti misure restrittive su quasi tutto il territorio. Sembra averci visto lungo, quindi, l’industria cinematografica, che sin dall’inizio non ha preso in considerazione la data del 27 marzo, ritenuta utopistica visto lo scenario in continua evoluzione e le limitazioni imposte per una riapertura. Riapertura che, come ribadito più volte, non può essere a macchia di leopardo solo in alcune regioni, magari anche le meno redditizie. Per questo il settore avrebbe individuato proprio nel mese di maggio il periodo più indicato per una ripartenza reale e graduale delle sale, sperando di poter fare affidamento su quel prodotto americano che, se tutto va bene, dovrebbe uscire in Nord America e nel resto del mondo. Film che, si spera, saranno poi accompagnati da film italiani sempre più importanti. Del resto, non si possono riavviare i motori in pochi giorni senza un minimo di programmazione. Serve, quindi, una pianificazione unitaria che coinvolga subito le tre major e le principali distribuzioni indipendenti, oltre a una forte campagna di promozione su cui Anica è già al lavoro da diverso tempo. Non ci possiamo più permettere false partenze.
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