“Con la nomina di Pierluigi Celli si profila un Alberoni bis” (‘L’Unità’). Questo il commento di Ugo Gregoretti, presidente Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) alle voci circolate ieri in merito alla nomina di Pierluigi Celli a direttore del Festival di Venezia, coadiuvato da Piera Detassis, direttore di ‘Ciak’. Gregoretti non è stato il solo; Citto Maselli, regista e presidente degli autori europei ha voluto sottolineare su ‘La Repubblica’ che Celli “è un grandissimo scrittore. Ma ha gestito la Rai in modo completamente aziendalistico ed se applicasse quel tipo di logica a un organismo culturale come la Biennale saremmo nei guai più seri. Quanto alla Detassis è una giornalista sagace ma completeremmo il monopolio di Berlusconi, oltre che sulla Tv, anche sulla Biennale”. Per Gillo Pontecorvo, ex direttore del Festival “Non so davvero come Celli se la caverà. Che dire? A questo punto speriamo in Detassis. Se vogliamo che la Mostra sopravviva dobbiamo darle una mano” (‘Corriere della Sera’). Scettico su Celli anche il regista Carlo Lizzani: “Davvero mi sfugge il senso di questa scelta. Se non avevamo in tasca un nome giusto da proporre perché non tenere Alberto Barbera? Se al timone del Festival non c’è la persona giusta si rischiano naufragi” (‘Corriere della Sera’).
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