Venezia: Barbera, non siamo

“Siamo stati accusati, fra l’altro, di essere antimericani e di aver organizzato un festival ‘bulgaro e triste’. Respingo queste accuse: mai come quest’anno il rapporto tra major Usa e Mostra di Venezia è buono, quasi idilliaco”. E’ questa la risposta di Alberto Barbera, direttore del festival di Venezia, alle critiche rivoltegli in queste settimane. La precisazione è avvenuta alla conferenza stampa di apertura, svoltasi stamane alle 11. “Abbiamo in programma 12 film provenienti da Hollywood, nessuna cinematografia è così presente: la Francia ha 10 film, l’Italia solo 8. E i film americani sono significativi. Hollywood mi ha aperto le porte con ua fiducia mai vista: ho potuto addirittura visionare film non ancora ultimati o che non avevano ancora una precisa strategia di lancio. Una cosa un tempo impossibile”. Fra i film in programma c’è ‘AI’ di Steven Spielberg: il regista Usa è l’assenza più dolorosa, fra quelle dell’ultim’ora. Nel confermarla (come anche quella di Joseph Fiennes, protagonista di ‘Dust’ di Milko Manchevski, film d’apertura di stasera), Barbera si è lasciato sfuggire qualche battuta ironicamente polemica, quasi a smentire chi lo vuole contrario alla massiccia presenza di divi e star. Infine, il direttore ha difeso la scelta del doppio concorso, che “ha già sortito un effetto positivo: nelle settimane precedenti al festival, i film del nuovo concorso Cinema del Presente sono stati presentati come quelli in gara per il Leone d’oro, a differenza del passato”.

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