Valsecchi, fuori le lobby dai David

All’indomani della serata di premiazione dei David di Donatello, il produttore Pietro Valsecchi (TaoDue) – dalle colonne de La stampa – non risparmia critiche: «I David vanno rifondati e ringiovaniti, fuori tutti, fuori le lobby, e che si formi una nuova giuria composta di saggi e di pubblico vero. Quali sono i meriti delle persone finora preposti ai giudizi e quindi ai voti? Non voglio giudicare i premi, e sono felice per Garrone (vincitore come miglior regista per Il racconto dei racconti, ndr) e per Perfetti sconosciuti (miglior film, ndr) ma non condivido il metodo seguito per attribuirli. E comunque penso che non basti premiare questi titoli per premiare il grande cinema italiano». Valsecchi mette nel mirino non solo l’esclusione di Quo vado? con Checco Zalone da lui prodotto e in gara solo con Sonia Bergamasco come attrice non protagonista («era meglio non candidare nulla»), ma anche la scarsa considerazione per Non essere cattivo di Claudio Caligari, coprodotto da TaoDue insieme ad altri partner, gratificato da un’unica statuetta per il miglior fonico: «È sgradevole ricevere solo un premio di quel tipo (il film aveva ottenuto 16 candidature, ndr). Bisognava almeno pensare a un riconoscimento per Caligari, maestro prematuramente scomparso. Ci voleva una battuta, un momento per soffermarsi su di lui. Era anche da valutare la prova degli attori che hanno lavorato con un regista che sapevano sarebbe morto di lì a poco…».

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