“Sarebbe antistorico se ci mettessimo a fare lo Stato produttore, critico e artista, distributore, esercente. Semmai vedo uno stato promotore e uno Stato regolatore per assicurare buone condizioni operative a chi lavora nel settore”. Questa la dichiarazione resa dal ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ il 26 agosto. Urbani ha voluto comunque confermare che lo Stato avrà sempre un ruolo nel finanziamento dei film anche se “la quota di investimento privato va aumentata e lo Stato deve sostenere chi investe assicurando nuovi strumenti fiscali. In molti sollecitano il tax shelter… Poi ci saranno agevolazioni fiscali specifiche per società di produzione, distribuzione, esercizio”. Di tutto questo il ministro ha annunciato di aver cominciato a discuterne con la Consulta dello spettacolo e non si esclude anche un coinvolgimento durante gli Stati generali dello spettacolo proposti dall’Agis. Confermata, invece, l’intenzione di dare il via alla revisione delle commissioni ministeriali, come già annunciato da Urbani a fine luglio: “Faremo in modo di spalancare porte e finestre e di non limitare l’accesso ai soliti noti. Assicureremo un rapido ricambio nel tempo, una rotazione più agile negli incarichi”. A Venezia il ministro Urbani andrà probabilmente alla fine del festival, dove potrebbe annunciare alla stampa le prime novità o indicazioni programmatiche per il settore cinematografico.
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