C’è un immenso patrimonio di cinema che rappresenta la memoria storica del nostro Paese e che però nessuno può vedere. È partita da questa considerazione paradossale Luciana Migliavacca che, Presidente di Univideo – l’associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali (DVD, Blu ray, 4K Ultra HD) e online (piattaforme video on demand) – ha aperto la giornata di studio, alla Casa del Cinema di Roma, sule tema “Il Valore della Memoria, il grande patrimonio dell’audiovisivo nazionale e internazionale tra passato, presente e futuro”, moderata da Francesco Specchia.
«L’Italia – dice Luciana Migliavacca – ha un grande patrimonio di opere cinematografiche ‘disperse’, cioè fuori commercio o mai pubblicate per l’impossibilità di individuare i titolari di diritti con cui stringere accordi di sfruttamento». Per far questo Univideo si è rivolta all’avvocato Paolo Marzano, docente alla Luiss, che ha elaborato tre semplici commi da proporre al legislatore (era presente Valentina Grippo, vicepresidente della VII Commissione – cultura, scienza e istruzione – della Camera dei Deputati) a integrazione dell’articolo 50 della legge 633 del 1941 sulla protezione diritto d’autore che recita: «Se il produttore non porta a compimento l’opera cinematografica nel termine di tre anni dal giorno della consegna della parte letteraria o musicale, o non fa proiettare l’opera compiuta entro tre anni dal compimento, gli autori di dette parti hanno diritto di disporre liberamente dell’opera stessa». Il comma più importante prevede che se «un’opera cinematografica e audiovisiva ad essa assimilata risulti fuori commercio e non sia stato possibile individuare il titolare del diritto di sfruttamento, i soggetti di cui all’articolo 45 (cioè i produttori, ndr), ovvero i loro aventi causa, hanno diritto di disporre liberamente dell’opera stessa». In soldoni, spiega Paolo Marzano, «gli eredi di un regista o dell’autore del soggetto o comunque quei contitolari dei diritti indicati nell’articolo 45, che siano interessati a recuperare l’opera e a rimetterla in circolazione, ora lo potranno fare, ma solo dopo aver svolto un’indagine accurata che sia effettivamente fuori dai canali commerciali».
Parole che hanno trovato d’accordo anche gli altri trealtori come Laura Aria, Commissario Agcom, che ha ricordato «come il sostegno alla circolazione del cinema e dell’audiovisivo nasca dai padri costituenti che lo affidarono proprio alla Repubblica». Il commissario ha anche fatto riferimento alla recente normativa antipirateria con le ingiunzioni dinamiche nell’ambito della diffusione via streaming dei contenuti illegali. Su questo versante si muove con convinzione anche Federico Bagnoli Rossi, presidente e direttore generale Fapav, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, che ha presentato un nuovo e coinvolgente spot contro la pirateria e uno sull’utilizzo dei Dvd e Blu ray grazie alle consolle dei videogiochi. Su questo aspetto si è inserito Davide Rossi, direttore generale di Aires, l’Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati, che ha ricordato come le consolle siano fondamentali per i Dvd dal momento che i lettori non si trovano più in commercio in un mercato che registra anche un calo di vendita dei televisori, ora sotto i tre milioni di apparati l’anno, dopo i record dei sette milioni.
Sull’iniziativa di Univideo, Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa, ha detto «che è fondamentale ricostruire la cosiddetta catena di diritti e sapere a chi dover rendere conto negli sfruttamenti e negli utilizzi che si fanno in televisione o sulle piattaforme. Anche a noi è capitato di voler provare a pensare dei film magari basati su dei remake e in alcuni casi abbiamo dovuto rinunciare».
In questo vuoto legislativo c’è però chi si è già mosso. Come Andrea Occhipinti, fondatore di Lucky Red, che da tempo riporta la cinema grandi classici in versioni restaurate e rimasterizzate ma che, ad esempio con un titolo importante come Pane e cioccolata di Franco Brusati, ha dovuto fare tutto da solo: «Il regista era mia amico e prima di morire mi aveva chiesto di far vedere il suo film mai uscito in home video. Così ho contattato la famiglia del protagonista Nino Manfredi che aveva solo i diritti tv e abbiamo scritto al titolare dei diritti cinema che non ci ha mai risposto. Abbiamo scoperto che la società era in liquidazione e abbiamo deciso di procedere con un dvd con il restauro della Cineteca di Bologna». Proprio il suo direttore, Gianluca Farinelli, è intervenuto con un videomessaggio alla stregua del Conversatore della Cineteca Nazionale Steve Della Casa che ha detto di essere «a totale disposizione per aprire i nostri archivi e renderli accessibili».
Chi ha già aperto i suoi archivi è Monsignor Dario Viganò, presidente della Fondazione memorie audiovisive del cattolicesimo, che ha fatto restaurare La porta del cielo, il primo film girato dalla coppia De Sica-Zavattini, di cui ha chiesto «in controtendenza di farne un dvd perché, dopo la prima proiezione, rivedere il film è un problema. Secondo me è fondamentale costruirsi una library personale che è un po’ come avere dei libri di storia a casa».
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