Universal: ‘Cloverfield’, un lancio via Internet

Venerdì 1 febbraio sarà distribuito in Italia da Universal in 300 copie ‘Cloverfield’ il film prodotto da J.J. Abrams, la mente di ‘Lost’, che negli Usa ha totalizzato 64,3 milioni di dollari dal 18 gennaio, diventando subito un caso. Costato poco più di 20 milioni di dollari, è stato promosso con un’attenta e innovativa campagna pubblicitaria che ha utilizzato come trampolino di lancio Internet. Per l’uscita italiana, sulla scia del successo americano, Roberto Zappelli e Carlo Sebastiani, rispettivamente Strategic Planner e Account Manager dell’agenzia di marketing e advertising Xister, hanno progettato, in collaborazione con Universal Italia, il lancio nazionale. «Come in Usa – racconta Zappelli – abbiamo centrato la campagna su Internet, uno dei canali predominanti e vincenti intorno al quale si è creato l’interesse per Cloverfield». La campagna è iniziata dalla seconda metà di dicembre: «Abbiamo puntato su elementi come la segretezza della trama, raccontando con scarsissimi dettagli visivi gli aspetti salienti della storia. La strategia, che puntava principalmente al target dei teenager e dei giovani professionisti, ha utilizzato anche il canale della telefonia mobile, con la creazione ad hoc di un sito wap. Dai portali di grandi visibilità alle space community come myspace, abbiamo diffuso materiali americani ma non solo, utilizzando anche il portale Yahoo e l’account Flickr: un’idea promozionale è stata la creazione di un concorso fotografico che ha come oggetto le più belle foto di feste con amici, partendo proprio dall’inizio del film che ha tra le prime scene la festa su un tetto a New York. Dal 18 gennaio abbiamo invertito la campagna promozionale che non poteva più “giocare” sulla segretezza: dopo l’uscita americana gli spettatori hanno messo in Rete tutti i dettagli della storia. Abbiamo invece portato in risalto, con una successiva campagna promozionale sempre in Rete, lo straordinario risultato del box office americano, puntando a far diventare ‘Cloverfield’ un caso anche in Italia».

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