Una Paramount nuova di zecca

Chi sono i nuovi proprietari dello storico studio di produzione e che strategie intendono mettere in atto? Gettiamo uno sguardo all’operazione che ha portato Skydance ad acquisire il celebre studio hollywoodiano per l’incredibile cifra di 8 miliardi di dollari
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L’accordo che porterà Paramount Global ad avere una nuova proprietà, quella della casa di produzione Skydance, che verrà inglobata, è una transazione di 8 miliardi di dollari. Come spiega Reuters, la fusione si svolgerà in due fasi: prima Skydance comprerà la società dei proprietari della quota di maggioranza di Paramount, la famiglia Redstone, che si chiama National Amusements, per 2,4 miliardi di dollari; poi Paramount e Skydance si fonderanno. La seconda fase porterà in dote 4,5 miliardi di dollari agli azionisti di Paramount e 1,5 miliardi nelle casse di Paramount Global. Rimosso ogni altro tipo di ostacolo, l’accordo una volta approvato dall’ente regolatore del Governo statunitense, sarà chiuso formalmente nel 2025.
David Ellison, che Skydance l’ha fondata, sarà quindi il prossimo nuovo proprietario della Paramount. È il primo millennial a possedere uno dei grandi studi di produzione americani, cioè la prima persona nata tra il 1981 e il 1996 a gestire una delle storiche library di Hollywood, ma anche un portfolio di contratti, film, talent e star di primo livello. Sia per il circuito theatrical che per quello televisivo e streaming, visto che oltre agli studios, all’interno di Paramount Global ci sono i canali CBS e MTV, Nickelodeon e la piattaforma streaming Paramount+.
Arrivare all’accordo ha richiesto diversi mesi di trattative con Shari Redstone, la precedente proprietaria, e un paio di momenti in cui sembrava non si trovasse un punto d’incontro. Poi, nel periodo di 45 giorni in cui è possibile per altri compratori fare le loro offerte, Edgar Bronfman Jr. ne aveva avanzata una da 6 miliardi di dollari che, tuttavia, come ha riportato il The Guardian a fine agosto, è stata poi ritirata dopo che alcuni partner che aveva messo insieme per finanziare questa proposta si sono ritirati.

David Ellison (Photo by Ian Gavan/Getty Images for Paramount Pictures)

CHI È DAVID ELLISON

David Ellison è nato nel 1983 e ha fondato la società di produzione Skydance nel 2006, a 27 anni. È figlio di quello che oggi è tra gli uomini più ricchi al mondo, Larry Ellison, fondatore e CTO di Oracle (compagnia attiva nella tecnologia dei database, quindi nei servizi alle aziende). Skydance è una delle molte cose che Larry Ellison ha fatto per i suoi due figli, David e Megan (proprietaria anche lei di una società di produzione, Annapurna, che negli anni non è riuscita a far coincidere le proprie ambizioni nel cinema indipendente e nei videogiochi con i bilanci societari), e del resto una parte dei soldi che sono serviti per acquistare Paramount viene proprio da lui. La mentalità di David Ellison è quindi figlia molto più della cultura imprenditoriale della Silicon Valley (in cui è cresciuto) che di quella del mondo del cinema. I suoi punti di riferimento, quelli che cita nelle interviste, sono più figure come Steve Jobs (da lui conosciuto) che i grandi nomi della produzione che hanno fondato Hollywood come è oggi. Nonostante questo, Ellison ha sempre voluto lavorare nel cinema. La sua carriera è nata con la recitazione (il primo film di Skydance, Giovani aquile, aveva lui come co-protagonista), e poi è diventata esclusivamente di produzione. Lungo tutta la carriera imprenditoriale di David Ellison, però, l’appoggio della famiglia è stato cruciale. Come aveva riportato Fortune, già Giovani aquile fu uno dei peggiori flop dei suoi anni e, se non fosse stato per un aumento di capitale arrivato dal padre, la società non sarebbe andata avanti. Da lì in poi, potendo anche contare sull’appoggio e, in parte, sui fondi garantiti dalla famiglia, Skydance è diventata in breve un colosso della produzione misurandosi subito con film importanti come Mission: Impossible – Ghost Protocol o Into Darkness – Star Trek.
Il suo rapporto con Paramount (per la quale sono stati prodotti gran parte dei film targati Skydance) era tale da creare legami molto stretti con alcuni dei funzionari più importanti e di alto livello. Infine, quando John Lasseter uscì dalla Pixar (società che aveva fondato) per non incorrere in accuse di molestie, Skydance lo coinvolse subito nella sua divisione animazione. Divisione che però, al momento, ha realizzato un solo film, Luck, distribuito in esclusiva su Apple TV+.
Con il senno del poi si può dire che la grande intuizione di David Ellison sia stata quella di associarsi con Tom Cruise, in un momento in cui questi sembrava in declino e gli studios erano restii ad associarsi a lui. Dopo il flop di Mission: Impossible III, quello di Operazione Valchiria, e alcuni problemi di immagine in seguito a una serie di interviste in cui si era tornati a parlare del suo legame con Scientology, Ellison accettò di produrre il quarto film della serie, Ghost Protocol, e con una buona intuizione fu preso Brad Bird, regista della Pixar fino a quel momento impiegato solo per film d’animazione. Di fatto, quindi, è stata Skydance a rivitalizzare il franchise di Mission: Impossible, guadagnandosi sia il rispetto dell’industria che la fiducia di Paramount (che quella serie la co-produce e distribuisce). Ovviamente nella library Skydance si possono trovare anche diverse operazioni meno riuscite, come Gemini Man di Ang Lee, Terminator Genisys o La guerra di domani, ma è stato lo studio che ha creduto, difeso la distribuzione in sala e prodotto Top Gun: Maverick, il film di maggiore successo nella storia della Paramount, un progetto che Ellison cullava già dal 2011.

Christopher McQuarrie, Jerry Bruckheimer, Danny Ramirez, Glen Powell, Miles Teller, Tom Cruise, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Jay Ellis, Lewis Pullman, Greg Tarzan Davis, Joseph Kosinski, e David Ellison all’anteprima di “Top Gun: Maverick” in Leicester Square (Photo by Samir Hussein/WireImage)

DUE FAMIGLIE IMPORTANTI

Come è facile intuire, una delle grandi domande che ora girano a Hollywood riguarda chi sarà a gestire realmente Paramount. Se l’è posta più di tutti The Hollywood Reporter, sottolineando come una gran parte dei circa 8 miliardi che Skydance ha usato per l’acquisizione provengano dal patrimonio della famiglia. Questo significa che il controllo della nuova Paramount sia formalmente di Larry Ellison, il padre, e non di David, il figlio. E nonostante Larry, come scritto, abbia già in passato finanziato volentieri le imprese cinematografiche dei due figli, è anche il tipo di persona (riferiscono sempre le voci riportate da The Hollywood Reporter) che non lascia volentieri ad altri il controllo. Non
è un particolare da poco, perché padre e figlio sono divisi su molti fronti. Non solo hanno una formazione diversa e un’idea diversa di come gestire una società, ma anche politicamente il padre è un sostenitore e finanziatore dell’attività politica di Donald Trump, mentre il figlio è finanziatore del partito democratico (anche se in queste ultime elezioni non si sono impegnati finanziariamente). A livello ufficiale, però, Skydance ha comunicato che Larry Ellison rimarrà alla guida di Oracle e quindi non si occuperà di Paramount.
Vendere a Skydance è sembrata a molti la mossa migliore possibile nel momento in cui Shari Redstone ha deciso di cedere la Paramount. Quest’ultimo, infatti, aveva prosperato sotto la guida del padre Sumner Redstone, il cui impero era nato da una catena di sale cinematografiche e si era poi ingrandito comprando il canale CBS, Paramount e, infine, i canali Nickelodeon e MTV. Alla morte del patriarca, nel 2020, le colonne portanti su cui si fondavano i loro affari hanno cominciato a non essere più così solide: il business della televisione aveva iniziato a calare già dal 2010 e canali come Nickelodeon e MTV, diretti a un pubblico giovane, se non giovanissimo, erano stati i primi a vedere una fuga degli spettatori verso Internet, i social network o le piattaforme di streaming.
Anche per questo, Shari Redstone, quando è succeduta al padre, ha iniziato a lavorare su Paramount+, la piattaforma streaming di Paramount. Ma mettere in piedi una piattaforma streaming richiede un investimento imponente e per lanciarla al meglio sono state messe sul piatto le proprietà intellettuali più forti che al momento Paramount può vantare, quindi nuove serie nel mondo di Yellowstone e di Star Trek (ad oggi, secondo Bloomberg, solo l’1% di chi guarda contenuti in streaming lo fa su Paramount+). Questo è costato alla società 1,5 miliardi di dollari in perdite nel 2023 e un generale calo del valore dell’azienda, nonostante la crescita di Paramount+ sia stata comunque superiore alle aspettative. Sempre secondo Bloomberg, nessun’altra realtà dello streaming negli ultimi quattro anni è cresciuta di più. E a questo va aggiunta un’altra proprietà di successo del gruppo nel settore streaming: Pluto.tv, piattaforma in streaming gratuita e finanziata dalla pubblicità, un settore in grande espansione. Infine, l’inflazione, gli scioperi che hanno paralizzato Hollywood, i problemi economici dovuti all’invasione della Russia in Ucraina e una generale crisi delle piattaforme hanno fatto il resto. In molti hanno raccontato come Shari Redstone fosse restia a vendere l’impero che il padre le aveva lasciato in eredità, e forse proprio questa attesa ha portato a una vendita a un prezzo inferiore a quello che avrebbe potuto essere solo pochi anni prima.
Ma è anche vero che, tra i molti pretendenti, David Ellison sembra l’unico effettivamente interessato a fare film, e non solo a portare a termine un’operazione economica. In passato è capitato spesso che gruppi interessati ad altro comprassero un grande studio e non è mai andata bene. Lo aveva fatto Coca Cola con Columbia (e poi lo ha rifatto Sony che spesso è sembrata pronta a vendere, disamorata), lo hanno fatto AOL e Time Inc. con Warner. Skydance è invece prima di tutto una società di film e serie Tv, gestita da una persona che è arrivata a 20 anni a Hollywood per fare l’attore. E con una famiglia alle spalle dal patrimonio ingente, che non guasta.

David Ellison, Will Smith e Jim Gianopulos all’anteprima diGemini Man al TCL Chinese Theater in Hollywood (Photo by Rachel Murray/Getty Images for Paramount Pictures)

LA STRATEGIA DELLA NUOVA PARAMOUNT

Il primo problema che la nuova Paramount dovrà affrontare sarà quello dei canali televisivi e del loro volume d’affari in continuo declino. È lo stesso problema che affligge studi come Disney e Warner, ancora alla ricerca di una soluzione davvero sostenibile. Il 55% degli introiti di Paramount Global, infatti, proviene dai canali televisivi, il 23% dallo streaming, il 13% dal lavoro di produzione televisiva e licenze, e il 10% dai film e dallo sfruttamento della loro library. Benché sia la divisione film a guidare la produzione di proprietà intellettuali di cui beneficia tutta la catena, è il business televisivo quello più importante per il benessere della società. In questo potrebbe aiutare Jeff Shell, che sarà il presidente della nuova Paramount. Shell proviene da NBCUniversal e la sua gestione è stata lodata da più parti come una delle più tranquille e oculate, nonché di successo, tra quelle degli anni recenti. Il piano che Ellison e Shell hanno presentato promette tagli e risparmi per 2 miliardi di dollari rispetto all’attuale gestione, di cui 500 milioni, solo nel primo anno, frutto di riduzioni delle spese dell’ufficio del Ceo, e poi i restanti tra il 2025 e il 2026.
Come prevedibile, molto di quello che Ellison promette ha a che fare con la tecnologia, il mondo imprenditoriale da cui proviene la sua famiglia. La sua Paramount, ha detto agli investitori, sarà un ibrido tra uno studio di produzione e una tech company, cosa che per molti osservatori è più una frase a effetto che una transizione plausibile. Di certo verranno implementate tutte quelle tecnologie volte all’efficienza gestionale di un’azienda (anche perché sarà parte del piano di risparmi e taglio dei costi) e sarà usata l’intelligenza artificiale, come già avviene nella divisione animazione di Skydance, per “migliorare la creatività e rendere più efficiente la produzione”, senza contare ovviamente il lavoro di miglioramento tecnologico sulla piattaforma Paramount+.

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