UK Cinema Association, ecco i 6 punti chiave che l’industria deve affrontare

Per gli esercenti inglesi il problema maggiore è la netta riduzione delle finestre theatrical, positivo invece l'impatto del pubblico under 25 e la varietà di film disponibili nelle sale
uk cinema associationCr. Shuttershock

La conferenza annuale della UK Cinema Association (UKCA), tenutasi a Londra questa settimana, ha offerto un’importante occasione di confronto per gli esercenti cinematografici, che si sono ritrovati ottimisti per il buon inizio dell’anno, grazie soprattutto al successo di Bridget Jones: Mad About The Boy. Tuttavia, nonostante l’inizio positivo del 2025 (+15% sul 2024), è emerso un ampio dibattito su alcuni dei problemi e delle opportunità che il settore del cinema deve affrontare. I temi principali trattati durante l’evento sono stati sei, e riguardano sia le sfide immediate che le strategie di crescita a lungo termine per il settore.

Si è parlato della riduzione della finestra cinematografica, cioè del periodo di tempo in cui un film è esclusivamente proiettato nelle sale cinematografiche prima di essere disponibile su altre piattaforme. La tendenza a ridurre questo periodo, a favore di un rapido passaggio alla distribuzione digitale, è vista da molti esercenti come un ostacolo per il settore. I cinema indipendenti, in particolare, sono penalizzati dalla rapida uscita dei film, che limita la loro capacità di mantenere i film in programmazione per un periodo più lungo e di sfruttarne al massimo il potenziale economico. È emerso un dato preoccupante: la finestra teatrale si è accorciata drasticamente. Prima della pandemia, un film rimaneva nelle sale per circa 16 settimane; ora, la finestra si è ridotta a una media di 45 giorni, e in alcuni casi anche meno.

Questa riduzione ha un impatto negativo significativo sugli esercenti. La concorrenza tra i film è sempre più serrata, e la possibilità di prolungare la proiezione di un film che sta ancora riscuotendo successo nei cinema è compromessa. Un esempio citato durante la conferenza è quello di Wicked, un film che, nonostante stesse ottenendo ottimi risultati al botteghino, è stato rilasciato su video on demand premium prima che la sua corsa cinematografica fosse conclusa.

Più positivo invece il tema dell’afflusso di pubblico giovane nelle sale. Secondo i dati di Comscore, circa il 44% del pubblico di Bridget Jones: Mad About The Boy era composto da persone sotto i 25 anni, molti dei quali non erano nemmeno nati quando uscì il primo film della saga nel 2001. Questo dato dimostra che i giovani continuano a frequentare il cinema, con un interesse in particolare per i film che propongono storie di forte impatto emotivo. Allo stesso modo, Nosferatu, un film horror, ha visto una buona affluenza di pubblico giovane, con il 47% degli spettatori nel weekend di apertura sotto i 25 anni. Questi risultati indicano che il cinema ha ancora un forte appeal per le nuove generazioni, a patto che vengano offerte esperienze cinematografiche che rispondano ai loro gusti.

Nel 2025, una serie di film di grande successo ha dimostrato una crescente diversità nelle preferenze del pubblico. Tra i titoli che hanno contribuito significativamente agli incassi, troviamo Bridget Jones: Mad About The Boy, Nosferatu, ma anche film come Mufasa: The Lion King di Disney e Sonic The Hedgehog 3 di Paramount. Questi risultati evidenziano come ci sia una crescente varietà di film che raggiungono diversi segmenti di pubblico, segnalando una tendenza positiva verso la diversificazione delle offerte cinematografiche.

Preoccupa invece il fenomeno del “bunching”, ovvero la concentrazione di uscite di grandi film in un periodo ristretto, con pochi altri titoli da proporre nel resto dell’anno. Questo crea difficoltà per gli esercenti, soprattutto per quelli che gestiscono sale con pochi schermi. Se troppo molti film di grande richiamo vengono rilasciati in breve tempo, le sale si trovano costrette a scegliere tra questi titoli, con il rischio di non riuscire a sfruttare al meglio l’offerta cinematografica disponibile. La gestione della distribuzione e la pianificazione delle uscite sembrano necessitare di maggiore attenzione per evitare periodi di saturazione che lasciano ampi vuoti nel resto dell’anno.

Un altro punto saliente è stato l’impiego crescente di intelligenza artificiale (AI) e analisi dei dati per ottimizzare la programmazione e la distribuzione dei film nelle sale. Un esempio è stato il caso di Moneyball, che ha ispirato alcune catene cinematografiche a utilizzare l’analisi dei dati per prendere decisioni più informate sulla programmazione. Sebbene l’AI possa supportare le decisioni, i professionisti del settore sottolineano che il fattore umano rimane fondamentale, in quanto è necessario l’intervento di esperti per prevedere il successo di un film e selezionare i titoli giusti da proiettare.

Infine, la conferenza della UK Cinema Association ha evidenziato anche un altro problema significativo per le sale cinematografiche più piccole: la difficoltà di mantenere una varietà di film in programmazione, dato che le grandi uscite occupano la maggior parte degli schermi disponibili. Alcuni esercenti hanno sottolineato la necessità di maggiore flessibilità nella programmazione, per riuscire a offrire un numero maggiore di film, inclusi quelli che potrebbero non avere una distribuzione di massa, ma che attirano un pubblico di nicchia. Questo approccio diversificato potrebbe aiutare a mantenere il cinema come un’esperienza culturale variegata e accessibile a tutti.

In conclusione, l’evento della UKCA ha messo in luce sia le opportunità che le difficoltà che l’industria cinematografica deve affrontare nel 2025. Nonostante alcune tendenze positive, come l’afflusso del pubblico giovane e la diversificazione dei titoli di successo, ci sono ancora sfide legate alla programmazione e alla gestione dei film nelle sale. L’industria dovrà continuare a evolversi, rispondendo alle esigenze di un pubblico sempre più variegato e alle nuove dinamiche tecnologiche che stanno cambiando il panorama del cinema.

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