Si è tenuto oggi pomeriggio, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, il workshop “Access to finance for the creative industries” in cui è stato presentato lo strumento finanziario di garanzia per le imprese audiovisive lanciato dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Nel suo saluto introduttivo, il presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta ha sottolineato che “l’industria creativa è particolare. Qualsisasi decisione si prenda, dobbiamo sempre rispettare la libertà di chi la crea. Quale tipo di supporto possiamo dare a chi è attivo nella creazione di film? Sono a capo di una istituzione che sostiene la promozione della creatività. Un esempio concreto è il Biennale Collage con il quale contribuiamo a sviluppare progetti di nuovi autori. Inoltre, quest’anno il Venice Film Market si è concentrato sulla presentazione di progetti, cercando dimetterli nelle condizioni perché siano portati a termine con gli aiuti economici. Noi abbiamo selezionato questi progetti da presentare al mercato; ci siamo assunti dei rischi perché non ci sono attività culturali senza assunzione di rischi. Il supporto finanziario è fondamentale ma non è tutto. Noi abbiamo ricercato soprattutto progetti di alta qualità”. Roberto Viola, direttore generale della commissione DG Connect della Commissione europea ha sottolineato: “La creatività non ha limiti. Con il digitale i prodotti di cinema possono essere utilizzati ovunque, sia su piccolo che grande schermo. Quello che conta è la qualità del prodotto. La tecnologia ha migliorato questo mondo. Dobbiamo andare oltre il luogo comune che chi si occupa di creatività sia allergico alla finanzia e alle regole bancarie. Ci sono molti imprenditori che stanno rischiando le loro finanze e vogliono concretizzare i loro progetti. Ci siamo mossi su tre assi principali: il mercato digitale unico, l’asse tra finanza e istituzioni finanziarie, e lo sviluppo tecnologico dell’audiovisivo. Abbiamo provato a unire questi assi. Il primo passo è stato compiuto proprio con l’istituzione di questo fondo di investimenti europeo EIF. Speriamo che i 125 milioni di cui si compone possano raddoppiare e aumentare con intervento di altre istituzioni finanziarie. Il nostro scopo è per poter sostenere nuove idee”. Nel suo intervento, Nicola Borrelli, direttore generale cinema del Ministero dei Beni Culturali ha specificato: “Dall’analisi che abbiamo fatto in Italia, il tema finanziario è cruciale e non sempre capito dai produttori i quali tendono a superare le criticità attraverso la prevendita di tutti i diritti, cosa che dà garanzie nell’immediato ma che lascia i produttore con pochi diritti. Questo influenza il patrimonio delle aziende e quindi mette in difficoltà l’accesso al patrimonio creditizio. Le imprese rimangono piccole, sottocapitalizzate e dipendenti da broadcaster o fondi pubblici”. Come uscire da questa situazione? “Il disegno di legge sul cinema in discussione in Parlamento – specifica Borrelli – tiene conto di questi problemi. Nel testo è prevista una sezione ad hoc per le imprese cinematografiche che possono accedere al fondo centrale per le piccole e medie imprese. Un altro strumento importante è la cedibilità dei crediti di imposta a istituti di credito bancari da parte delle piccole imprese. Questa cessione prevede una convenzione con l’istituto per il credito sportivo, che si occupa anche di cultura e che reinvestirà i crediti nel settore culturale e non solo cinematografico. Infine, nei contributi selettivi una corsia preferenziale sarà data a quei progetti presentati da imprese associate, non solo italiane. In questo modo pensiamo di dare alle piccole imprese la necessaria forza e il potere finanziario che possa consentire loro di sganciarsi dalla forza predominante dei grandi operatori economici. Vogliamo rafforzare il tessuto di micro e piccole imprese che caratterizzano il nostro settore audiovisivo per farle crescere”.
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