Ucraina e Cinema, il punto della situazione

Dalla lotta contro gli hacker russi che stanno cancellando gli icloud (e i film) del Paese, all’ospitalità dei Nu-Boyana Studios in Bulgaria, passando per le dimensioni del presidente degli esercenti russi Oleg Berezin, ecco come il conflitto in Ucraina sta colpendo anche il mondo audiovisivo

Il conflitto in Ucraina sta colpendo duramente anche il mondo del cinema. E il mondo del cinema, non solo in Ucraina, sta lanciando appelli di solidarietà al popolo di Kiev nonché agendo concretamente per aiutare artisti e lavoratori del settore audiovisivo del Paese.

#StayWithUkraine

Già nella giornata di venerdì 25 febbraio 2022, diversi registi e professionisti cinematografici ucraini hanno utilizzato i propri canali social, accompagnati dall’hashtag #StayWithUkraine, per fare appello alla comunità internazionale a prendere posizione nel conflitto, e appunto a non lasciarli soli. L’invito è a mettere in atto alcune azioni che possono aiutare l’Ucraina a riconquistare la pace. Tra gli autori e registi che hanno fatto sentire la loro voce: Oleh Sentsov, Valentyn Vasyanovych, Maryna Er Gorbach, Anna Machukh, Nataliia Vorozhbyt, Iryna Tsilyk, Nariman Aliev.

La petizione dell’Ukrainian Film Academy

Sabato 26 febbraio 2022, poi, la Ukrainian Film Academy (l’Accademia del cinema ucraino) ha chiesto il boicottaggio del cinema russo a seguito dell’attacco lanciando una petizione online nella quale invita i produttori internazionali a smettere di fare affari con la Russia, alle aziende di non concedere in licenza e distribuire i loro film per i cinema russi e ai festival internazionali di escludere i film russi. In una dichiarazione ufficiale, la Ukrainian Film Academy ha affermato che mentre i governi di tutto il mondo hanno condannato l’invasione russa e hanno introdotto sanzioni per punire Vladimir Putin, il paese sta d’altro canto continuando a beneficiare dell’attività cinematografica da accordi con le nazioni straniere. Di fatto, l’accademia vorrebbe bloccare l’uscita di film e serie Tv internazionali in Russia. La lettera chiede inoltre al Consiglio d’Europa di espellere la Russia dall’associazione di finanziamento Eurimages.

L’eliminazione dei Cloud (e del cinema ucraino) per mano degli hacker russi

Un appello accorato è quello della produttrice Natalia Libet che chiede l’aiuto dei Paesi sostenitori dell’Ucraina per “avere in prestito i vostri Cloud”. Gli hacker russi starebbero infatti cancellando tutti i cloud dell’Ucraina e dunque di fatto quindi eliminando i file, i progetti e i film realizzati dalla nazione degli ultimi anni. Inviata al Ji.hlava International Documentary Film Festival come “produttrice emergente, Natalia Libet ha scritto a tutti i suoi contatti internazionali per aiutarla in questa richiesta (la notizia è stata riportata da Globalist tramite Leonardo Barrile di Samarcanda Film, collega di Libet a Berlino).

Le dimissioni del presidente dell’associazione degli esercenti russi

Anche dalla stessa Russia arrivano segnali di condanna alla guerra in Ucraina, e così il presidente dell’Associazione degli esercenti cinematografici della Federazione Russa Oleg Berezin ha rassegnato domenica 27 febbraio, in un messaggio su Facebook, le sue dimissioni proprio per esprimere la sua opposizione al conflitto innescato da Putin. Berezin è anche a capo della società di produzione Neva Film e presidente dell’ente per il commercio del cinema, nonché membro del cda della European Digital Cinema Federation (EDCF) e figura ben nota nella comunità cinematografica globale.

L’ospitalità dagli Studios Nu-Boyana in Bulgaria

Tra i gesti concreti di supporto alla comunità cinematografica ucraina, i rappresentanti dei Studios Nu-Boyana Studios della non lontana Bulgaria hanno fatto sapere di poter dare ospitalità ai lavoratori cinematografici e audiovisivi ucraini in fuga che riescano a raggiungere l’hub produttivo bulgaro.

Il sostegno da Occidente

Sin da subito la European Film Academy (EFA) ha contattato i suoi 60 membri in Ucraina per dare il proprio sostegno e aiuto. Il presidente dell’EFA Mike Downey ha infatti raccontato: «Stiamo esaminando i modi in cui possiamo fornire supporto pratico ai membri, attraverso la nostra associazione con organizzazioni vicine sul campo in termini di confini».
Numerosi anche i messaggi di supporto dagli attori e registi di tutto il mondo, da Sean Penn che si trovava a Kiev per girare un documentario ed è rimasto lì per raccontare l’invasione russa ad Angelina Jolie che è anche Ambasciatrice dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Non ultimi i messaggi spesi sul palco della recente premiazione dei SAG Awards (Screen Actors Guild Award; i premi alle migliori interpretazioni attoriali della scorsa stagione), con star come Lady Gaga, Andrew Garfield e Leslie Odom Jr. che hanno menzionato il conflitto in corso e con la stessa presidente del SAG-AFTRA Fran Drescher che durante la cerimonia ha detto: «In primo luogo, vorrei estendere le preghiere al popolo ucraino».
Il Festival del cinema di Stoccolma ha annunciato che, per la sua prossima edizione di novembre, non intende programmare film finanziati dallo stato russo mentre l’Ucraina sarà la Focus Nation della manifestazione.

Boicottaggio da Hollywood?

L’appello più caldo dal fronte cinematografico ucraino è dunque quello rivolto alle major hollywoodiane di bloccare le loro uscite nei cinema russi. Una richiesta di peso, visto che la Russia è il quarto mercato cinematografico più grande del mondo, con circa 90 milioni di biglietti venduti nel 2020, (Statista.com). I prossimi titoli di imminente release in Russia sono The Batman (Warner) il 2 marzo, due giorni prima dell’uscita negli Stati Uniti, e Turning Red (Disney/Pixar) che è previsto in programmazione nei cinema russi il 10 marzo. [UPDATE: Disney, Sony e Warner hanno sospeso le loro uscite nei cinema russi, e lo stesso hanno fatto Paramount e Universal]

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