Tusmav, il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma: le novità

Da Palazzo Chigi è arrivato il via libera al nuovo Testo unico dei servizi di media audiovisivi che prevede anche un nuovo contratto di servizio Rai
tusma

È arrivato nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri il via libero definitivo al Tusmav (o Tusma), il Testo unico dei servizi di media audiovisivi la cui riforma da qualche tempo preoccupa soprattutto i produttori indipendenti.

Stando a quanto riportato da Ansa, sarebbero state recepite parzialmente le osservazioni delle commissioni Cultura e Trasporti e telecomunicazioni che erano state riferite alla Camera. Tra i punti fondamentali, il nuovo contratto di servizio della Rai per il periodo 2023-2028, approvato dal CdM su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

In una nota stampa diffusa da Palazzo Chigi, viene riportato che il nuovo contratto contiene «una regolamentazione specifica in materia di ‘inclusione sociale e culturale’, con obiettivi tesi allo sviluppo dei servizi e delle trasmissioni nel linguaggio dei segni (Lis) e alla promozione e realizzazione, anche con nuovi format, della cultura della sussidiarietà e del terzo settore». L’approvazione fa seguito alla delibera Agcom sulle linee guida per il quinquennio, sulla base delle quali il Ministero ha predisposto lo schema di contratto.

Quali sono le novità della riforma Tusmav

Sono molte le novità previste da questa riforma del Tusmav, la maggior parte contestate dall’opposizione e dai produttori indipendenti italiani e altre associazioni (come i 100Autori) strettamente legate al mondo dell’audiovisivo e della radiofonia.

Il nuovo Testo Unico prevede la semplificazione del sistema delle quote di programmazione e di investimento in opere europee e di espressione originale italiana. Dal nodo quote viene eliminata la possibilità di introdurre sotto-quote di programmazione e di investimento già fissate dal Tusmav o di aumentarne la percentuale minima prevista. Viene inoltre ridotta la quota di investimenti in opere europee, che passa dal 20% al 16%, mentre quella italiana passa dal 50% al 70%. Gli obblighi di investimento in opere cinematografiche italiane per le tv lineari, invece, passano dal 3,5% al 3% del fatturato, stessa quota prevista per i servizi on demand.

Sempre più centrale l’alfabetizzazione mediatica: viene potenziata l’attività di promozione dell’educazione all’utilizzo dei sistemi digitali, realizzata dal Mimit d’intesa con l’Agcom, ministeri interessati, Sottosegretariato di Stato per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, fornitori di servizi media (tv e radio) e piattaforme video e audio. Il comitato media e minori, invece, viene sostituito dalla Commissione consultiva media e minori con funzione consultiva e compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e tutela dei minori. Il CdM ha inoltre approvato l’estensione del divieto di diffusione di contenuti nocivi e illegali anche nei confronti dei fornitori di piattaforme di condivisione di contenuti audio e video.

Leggi anche: Tax credit cinema e Tusma, Lucia Borgonzoni fa un (breve) punto

Foto: iStock

Fonte: Ansa

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it