L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del nuovo Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi (TUSMAV), nella giornata di ieri, non è passata inosservata. Oltre alle proteste dei produttori indipendenti di Anica registrate nelle scorse settimane e alle prime reazioni negative da parte di realtà come i 100Autori, un comunicato è stato emesso anche da Cartoon Italia.
L’associazione nazionale dei produttori di animazione si dice negativamente sorpresa dalla decisione del CdM di bloccare l’animazione italiana e «delegare la formazione dei nostri ragazzi alle major americane», il tutto contro il parere del MiC e della Commissione Cultura. Nel nuovo Tusmav, si sottolinea, è stata eliminata la possibilità di introdurre sotto-quote di programmazione e di investimento per le televisioni private e per le piattaforme on demand operanti in Italia. Una mossa che «condanna al soffocamento il comparto dell’animazione italiana e che priva le nuove generazioni di bambini e ragazzi dell’immaginario italiano, con un’offerta quasi esclusivamente americana», riferiscono da Cartoon Italia.
La decisione viene definita “inspiegabile”, considerando i precedenti pareri positivi espressi dal Ministero della Cultura, con il ministro Sangiuliano e la sottosegretaria Lucia Borgonzoni e la Commissione Cultura della Camera, con il suo presidente Federico Mollicone. Il Consiglio, con la sua decisione, avrebbe anteposto «gli interessi economici di gruppi stranieri a quelli dei bambini e dei ragazzi italiani che, così, cresceranno con quasi solo cartoni animati americani».
«Non comprendo la scelta di questo Governo di mettere in ginocchio un comparto industriale che consta di oltre 50 aziende che dà lavoro a 6.000 giovani con un’età media tra i 20 e i 30 anni e che crea contenuti per bambini veicolando i valori che appartengono alla nostra tradizione culturale. Dal governo una miopia che impedisce la crescita naturale e necessaria per un comparto industriale e creativo, eccellenza del Made in Italy» ha dichiarato Maria Carolina Terzi, Presidente di Cartoon Italia.
Parere molto critico anche da parte di Andrea Occhipinti, CEO di Lucky Red: «È un vero peccato che in Italia non si comprenda l’importanza che ha la produzione di animazione, un linguaggio molto apprezzato dal pubblico come dimostrano gli incassi. Le società italiane sopravvivono con Rai Kids e lavorando per produzioni straniere. Alcune delle nostre eccellenze e talenti nel campo sono emigrati all’estero, mentre tutti gli altri paesi europei sono diventati grandi produttori e esportatori di film e serie, sia per bambini, che per adulti. L’animazione è la forma di cinema più facile da esportare, ha spesso un linguaggio universale dove il doppiaggio non è un problema».
Il CEO di Rainbow Iginio Straffi ha invece dichiarato: «Sono negativamente sorpreso per la decisione che è stata assunta e che non riconosce minimamente quelle che sono state le nostre richieste. Non si tratta solo di una battaglia combattuta per un riconoscimento economico che comunque sarebbe necessario per competere ad armi pari con le produzioni straniere, ma soprattutto di avere a cuore i valori fondanti di un’educazione che attraverso l’animazione si trasmette ai più piccoli e in qualche modo a un vero e proprio patrimonio culturale italiano».
Nel comunicato si fa inoltre riferimento al fatto che, con la riforma del Tusmav approvata ieri, il Governo avrebbe confermato «il monopolio della Rai che, suo malgrado, rimane l’unico player e partner finanziario dell’intera industria dell’animazione italiana, con una conseguente limitazione dell’offerta di contenuti».
Fonte: Cartoon Italia
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