Tusma, Habib: «Un buon lavoro di bilanciamento, anche se…»

Il socio di Indiana Production, Benedetto Habib, racconta in esclusiva cosa pensa della recente riforma del Tusma
Benedetto Habib (© courtesy of Indiana Production)

Dopo il parere del presidente di Lucky Red, Andrea Occhipinti, oggi è il turno di Benedetto Habib. Il socio di Indiana Production e presidente dell’unione produttori Anica ci ha raccontato in esclusiva cosa pensa della recente riforma del Tusma (Testo unico dei servizi di media audiovisivi): «Sul Tusma è stato fatto un buon lavoro di bilanciamento, anche se sono stati ignorati l’animazione e il documentario. ll risultato finale va in una direzione che non danneggia la produzione italiana: le opere di espressione originale italiana hanno una dimensione ancora maggiore dal punto di vista dell’obbligo, rispetto alla normativa precedente, ed è stata riconfermata la sotto-quota cinema. Si è persa l’occasione, però, di introdurre le sotto-quote per l’animazione e il documentario.

Nella nuova normativa manca un aspetto che era presente nella normativa precedente e che legava gli obblighi di investimento al concetto del produttore indipendente anche con il rilascio di alcuni diritti. Era molto importante per poter contare su una industria ben patrimonializzata dal punto di vista dei diritti. Ci è stato detto, invece, che i diritti saranno trattati nella riforma del tax credit, che stiamo aspettando da diverso tempo, e capiremo, quando sarà emanato il decreto, se si completerà in modo soddisfacente l’insieme delle norme a tutela della industria italiana.

Sul complesso tema dei diritti abbiamo inviato le nostre proposte. Il principio di base è che, a fronte di un investimento che è quello derivante dal tax credit concesso all’opera, venga riconosciuto al produttore una quota di diritti che abbiano un effettivo valore. Diritti che non servono allo sfruttamento primario dei nostri partner, siano essi una televisione, una piattaforma o un distributore, ma che possano essere resi disponibili per noi produttori e valorizzati. In ogni caso la partita sui diritti sarà definita in una legge secondaria quale è la riforma del tax credit. Abbiamo criticato che, invece di essere blindata all’interno della legge primaria del Tusma, la questione del produttore indipendente e dello spacchettamento dei diritti sarà servita in una norma secondaria che può essere modificata con decreti ministeriali. Significa che saremo meno tutelati e questo è un problema. Ma penso anche con pragmatismo che le norme che verranno decise potranno essere aggiustate, laddove ci fosse l’esigenza, con una modalità più semplice che se fossero parte della norma primaria».

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