“Mai le risorse dirette dello Stato per la produzione italiana sono state così irrisorie”. Cosi è intervenuto Riccardo Tozzi, presidente Anica, questa mattina durante la conferenza di presentazione dei dati del cinema italiano nel 2013. “I dati dicono che si assottigliano i budget dei film d’autore di fascia media ma di qualità alta, e questo è grave. Da una parte abbiamo la commedia, dall’altra i film a piccolo budget. Mancano proprio i film di fascia media e questo avrà delle ripercussioni”. Ha continuato poi Riccardo Tozzi: “Gli incassi dei film sono allineati ai costi. I film che costano di più sono anche quelli che incassano di più. Un calo del costo medio di produzione significa un calo degli incassi. Alla fine dell’anno avremo una riduzione complessiva del box office italiano rispetto ai film Usa che rimangono stabili. Ma questa flessione sarà un problema per il mercato”.
Tozzi poi ha parlato degli investimenti televisivi: “Sono le tv che hanno fatto calare gli investimenti. Le norme di procedura di acquisto e investimento delle tv nel cinema esistono ovunque, anche in Italia, anche se in modo pasticciato. Dalla legge 122 si sono succedute modifiche che ne hanno complicato il funzionamento e le norme sono difficili da applicare. Non si prevedono sanzioni e tutto è demandato alla buona volontà dei broadcaster. Quindi il sistema delle quote non ha funzionato. Basti ricordare che nel 2010 sono arrivati al cinema 180 milioni di euro dalle televisioni, l’anno scorso 75 milioni”. Tozzi ha poi ricordato che i dati della distribuzione sono stati positivi grazie a un film come ‘Sole a catinelle’, anche se non è stato l’unico fattore. “La presenza di film forti – ha ricordato Tozzi – fa bene a tutti; genera un effetto moltiplicatore su altri film, anche d’autore. Questo è il ruolo fondamentale del cinema commerciale”. Il presidente Anica ha poi concluso l’intervento criticando la scarsa presenza del cinema in tv, “sopratutto film italiani in prima serata. Si conferma che la tv commerciale programma più film nazionali, e non solo, rispetto alla Rai. E questa è una contraddizione considerati gli investimenti che la Rai sostiene ogni anno”.
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