Thomas J. Ciampa: «Incentivare il ritorno in sala»

Il Country Manager Italia, Spagna e Portogallo di WarnerMedia mette a fuoco la situazione attuale e auspica un futuro ripensamento dei modelli di distribuzione

Di seguito un estratto dell’intervento di Thomas J. Ciampa, Country Manager Italia, Spagna e Portogallo di WarnerMedia, pubblicata sul numero speciale di Box Office del 15-30 gennaio (n. 1-2), realizzato in occasione dei 25 anni della rivista. Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

«Negli ultimi due anni il Covid ha stravolto le nostre vite costringendoci ad abituarci ad una nuova forma di “normalità” che ha avuto un forte impatto anche sul mercato cinematografico», scrive su Box Office Thomas J. Ciampa, Country Manager Italia, Spagna e Portogallo di WarnerMedia. «Questo impatto però non ha introdotto novità inaspettate, piuttosto ha catalizzato alcuni cambiamenti già in corso accelerandone i processi. Mi riferisco soprattutto alla digitalizzazione e alla conseguente polarizzazione dell’esperienza di consumo dei contenuti di intrattenimento. La prima è entrata di prepotenza nel quotidiano di tutti noi tramite gli acquisiti online, lo SPID, le videochiamate e altre novità che in tanti hanno dovuto affrontare per la prima vota. Logicamente questo ha facilitato e incentivato la scoperta delle piattaforme streaming per molti italiani, anche tra quelli meno giovani più refrattari al cambiamento. La polarizzazione della visione dei prodotti di intrattenimento, invece, ha acuito ulteriormente una tendenza di cui si percepivano i segnali da tempo e che suggerisce una più netta divisione tra i contenuti che hanno le giuste potenzialità per arrivare in sala da quelli che trovano una più corretta sintonia con il piccolo schermo (leggi anche smartphone).

(© Getty Images)

A questo punto verrebbe naturale pensare di trovarci in un momento in cui le piattaforme e la sala siano fortemente in competizione. In realtà non esiste una reale contrapposizione tra queste due realtà che anzi devono imparare a convivere in modo sinergico in quanto restano modalità di fruizione complementari e differenti che parlano spesso ad uno stesso pubblico. Piuttosto questi cambiamenti ci impongono una riflessione sullo spettatore e sul contenuto. Sappiamo che oggi l’offerta di intrattenimento è variegata e lo spettatore ha l’imbarazzo della scelta tra piattaforme streaming, Tv lineare, social network, youtube, ecc. In più gli utenti vogliono fruire di contenuti con le tempistiche e le modalità che ritengono più opportune. Diventa, quindi, per il cinema di fondamentale importanza l’eventizzazione dei titoli che devono trasformarsi in appuntamenti imperdibili e irrinunciabili per lo spettatore, riuscendo a distinguersi tra le numerose proposte di intrattenimento. L’eventizzazione del contenuto attraverso una comunicazione efficace deve essere accompagnata da un lavoro da parte dell’esercizio cinematografico che deve offrire un’esperienza diversa rispetto alle altre forme di fruizione, investendo sul customers service, sulla qualità audio e video e su sedute che non facciano rimpiangere il divano di casa. Inoltre l’esercizio, essendo come Netflix e le altre piattaforme un B2C (Business-to-Consu- mer), deve massimizzare le potenzialità di questo rapporto diretto con lo spettatore (per esempio attraverso un’attenta profilazione) in modo da costruire sinergie con la distribuzione per dar vita a campagne ancora più efficaci e mirate.

Due poster della campagna di comunicazione spagnola #culturasegura (© courtesy of Warner Bros. Entertainment Italia)

Per quanto riguarda il prodotto, ogni analisi fatta in questo momento su cosa funzioni o meno in sala è inevitabilmente influenzata dal frangente che stiamo vivendo. Al momento il grande pubblico è frenato dalla paura del Covid o da una semplice disaffezione verso l’esperienza cinematografica a cui ha dovuto rinunciare per l’emergenza sanitaria. Quindi assistiamo al successo di pellicole commerciali, molto attese o per lo più destinate ad un target giovane (per l’appunto i titoli evento come Eternals, Dune, Me Contro Te, Venom, No Time To Die) ma gli incassi restano sempre in un range prestabilito (fatta eccezione per l’incredibile risultato di Spider-Man: No Way Home) e sono tante le pellicole che registrano performance deludenti. Ma sarebbe prematuro dire che anche in futuro saranno solo i titoli ad alto budget o franchise a funzionare. Per esempio, abbiamo avuto dei segnali interessanti anche dal cinema di qualità con Qui rido io, La scuola cattolica e Madres paralelas che sono riusciti ad attrarre anche un pubblico più adulto. La vera urgenza in questo momento, insomma, è riportare le persone in sala, far riscoprire loro la magia del grande schermo, differenziare maggiormente questa esperienza dalle altre forme di fruizione rendendola sempre più unica. Anche perché quando ci saremo lasciati alle spalle la pandemia, credo sarà interesse di tutti ripensare ai modelli di distribuzione adottati in questo periodo; ma credo sarà anche ovvio abbracciare una flessibilità più vicina allo spettatore di oggi, alle sue modalità e tempistiche di fruizione dei contenuti. Questo porterà a valutare con sempre maggiore attenzione le potenzialità dei singoli film, così da poterli indirizzare verso il canale di sfruttamento più consono a valorizzarli. Per rendere possibili questi cambiamenti tutti gli attori del mercato devono agire uniti. Anche le istituzioni dovranno fare la loro parte sostenendo…

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