Tax credit: ipotesi di taglio e revisioni

In questi giorni si sono diffuse voci di un possibile ridimensionamento delle risorse del Fondo Cinema con una riduzione di 200 milioni in 2 anni. La sottosegretaria Borgonzoni ribatte parlando di "polemiche preventive" e conferma il tax credit come "uno strumento indispensabile" ma che necessita di "aggiustamenti". Intanto le associazioni di categoria chiedono chiarimenti al Ministro Sangiuliano

In questi giorni, si sono diffuse voci di un possibile ridimensionamento delle risorse del Fondo Cinema (che si aggira su circa 750mila euro ogni anno) con una riduzione di 200 milioni in 2 anni. Ovvero un taglio di quasi 110 milioni di euro nel 2024 e di poco meno di 105 milioni nel 2025. L’intervento sarebbe previsto nel documento programmatico di Bilancio nell’ottica delle misure del Governo di «razionalizzazione» i crediti d’imposta e le risorse pubbliche.

La sottosegretaria al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, ha ribattuto a queste voci parlando di una “polemiche preventive che sono solo un danno a audiovisivo e immagine Italia”. D’altro canto, pur confermando l’importanza dele tax credit come “uno strumento indispensabile, da cui non si può prescindere” sottolinea come al contempo “il suo impianto abbia bisogno di aggiustamenti“. Ha continuato la Sottosegretaria: «non si può pensare di continuare a lasciare la norma così com’è ora, i film di mercato, se tali vogliamo definirli, devono avere un mercato».

Non sono mancate poi le preoccupazioni e le richieste di smentita da parte delle associazioni di settore che hanno scritto una lettera al ministro Gennaro Sangiuliano.
L’appello è stato lanciato da ANICA insieme ad APA, CNA Cinema e Audiovisivo, doc/it e UNITA. Successivamente hanno aderito 100autori, WGI, AGICI.
Si è chiesto al Ministro di riconsiderare questa possibilità e di trovare, nel clima di leale collaborazione che sempre contraddistingue il rapporto delle Associazioni con il Governo, soluzioni diverse dai tagli per rendere più efficiente l’attuale sistema, in particolare sul tax credit.
Le evidenze mostrano che il settore ha aumentato il proprio valore complessivo e che l’investimento pubblico attiva attrazione di risorse private, nazionali e internazionali, con un moltiplicatore tra i più alti di tutte le filiere industriali. La stabilizzazione della misura ha riportato l’Italia a essere competitiva sui mercati esteri, ha consentito di sviluppare competenze e creare valore in tutti i territori regionali, in particolare al Sud e nelle Isole, ha fatto crescere la domanda di lavoro e di professionalità in tutti i segmenti della filiera. Un’inversione di rotta in questo momento – reso critico anche dagli annunciati tagli sulle risorse RAI – creerebbe instabilità e fermerebbe investimenti programmati, oltre a mettere in grave difficoltà le imprese che lavorano seriamente, e creerebbe ricadute negative sul gettito complessivo per lo Stato.
La lettera si chiude con la richiesta di continuare il lavoro già avviato e con la dichiarazione di massima disponibilità e collaborazione all’individuazione di soluzione condivise, migliorative dell’efficienza e della trasparenza del sistema.

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