Sorrento 2023, dialogo aperto nella filiera cinematografica

Tanti i temi messi a fuoco da Nicola Borrelli, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Benedetto Habib, Piera Detassis e Simone Gialdini

Si è svolto questo pomeriggio alle giornate professionali di Sorrento (28 novembre – 1 dicembre), organizzate da Anec, il convegno industry dal titolo “Dialogo nella filiera – Alcuni miti sfatati” e moderato da Simone Gialdini (direttore generale Anec) e Francesca Medolago (segretaria generale Anica). Tra i relatori Nicola Borrelli (direttore generale Cinema e Audiovisivo), Luigi Lonigro (presidente unione editori e distributori Anica), Benedetto Habib (presidente unione produttori Anica) e Piera Detassis (presidente e direttore artistico Accademia del Cinema Italiano – Premi David Donatello).

Il primo a intervenire e a fare un punto sul lavoro del Ministero della Cultura è stato Nicola Borrelli, direttore generale Cinema e Audiovisivo del MiC: «La qualità delle opere e i gusti del pubblico devono sempre essere al centro delle preoccupazioni della filiera. Stiamo vivendo un periodo di grande vivacità e il film di Paola Cortellesi ha dato una boccata di ossigeno a tutto il mercato, scatenando il dibattito e amplificando il passaparola. Dobbiamo muoverci tutti nella stessa direzione, senza scendere a compromessi sulla qualità e avendo negli occhi i gusti del pubblico, e il nostro lavoro al Ministero deve agevolare queste finalità. Ora abbiamo aperto la finestra ricognitiva per il tax credit della produzione, oggi è stato pubblicato l’avviso del tax credit per la distribuzione cinematografico e, immediatamente dopo, ci sarà quello del tax credit per le produzioni internazionali. Settimana prossima sarà il turno della finestra ricognitiva del tax credit investimenti per le sale cinematografiche. Anche se ci auguriamo presto di poter passare da finestre ricognitive a sessioni definitive. Certo dobbiamo fare un importante salto di qualità sulle tempistiche di apertura delle finestre; stiamo aprendo ora quelle del 2023. Non intendiamo più aprire le finestre a giochi fatti verso la fine dell’anno, vogliamo lavorare per aprirle all’inizio dell’anno e dare certezza agli operatori».E continua: «siamo molto soddisfatti della campagna di Cinema Revultion, che ha portato risultati importanti e che sarà ripetuta anche l’anno prossimo. Alla filiera chiediamo di portare al cinema produzioni italiane nei mesi più caldi, aiutandoci a raggiungere risultati ambiziosi anche nella prossima stagione. L’intenzione, infatti, è quella di rendere strutturale la campagna di Cinema Revolution». Infine, Borrelli ha confermato che nelle prossime settimane saranno rimessi in discussione alcuni schermi di aiuto della legge cinema.A seguire ha preso la parola Luigi Lonigro, presidente unione editori e distributori Anica: «Vorrei ringraziare il direttore Borrelli per le sue parole, questa è una notizia che aspettavamo da tempo. Spesso mancano all’appello tanti milioni di euro di investimenti, ma molte società hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo. Ci auguriamo di avere certezze sul 2024, il segretario Borgonzoni ci ha già rassicurati e continueremo a lavorare sulle promesse finora mantenute. Ma se fosse possibile accelerare e consentire di fare pianificazioni annuali o biennali, questo aiuterebbe sia i produttori che i distributori». E continua: «Oggi abbiamo di fronte a noi un scenario nettamente più positivo e stiamo andando nella direzione giusta, anche se il 2024 sembra ancora un anno in cui avremo bisogno di un forte sostegno pubblico. Certo gli scioperi americani lasceranno degli strascichi negativi (spero solo nel primo quadrimestre), ma intanto quest’anno ci attesteremo su una quota di mercato del cinema italiano pari al 22-23%, nella speranza di raggiungere il 25% nel 2024. Numeri che ci garantirebbe un differenziale importante rispetto agli altri Paesi europei. Siamo felici del progetto triennale di Cinema Revolution, un traguardo importante su cui dobbiamo continuare a lavorare. È chiaro a tutti che ormai il periodo estivo non è più il nostro tallone di Achille, anche se il prodotto italiano non fa ancora la parte del leone. Ringrazio tutte le major perché hanno fatto un lavoro incredibile. Fortunatamente anche i titoli medi hanno iniziato a incassare 2, 3 o 4 milioni di euro, sintomo di grande qualità. Però c’è anche un dato negativo: i distributori d’essai che portano in sala soprattutto film internazionali sono in grandissima difficoltà e non hanno ricevuto alcun tipo di aiuto, a differenza delle sale d’essai specializzate che ricevono un giusto trattamento di favore da parte del MiC. Per questo chiedo al Ministero che anche i distributori d’essai possano ricevere un sostegno adeguato e che non vengano lasciati indietro».

Si è poi inserito nella conversazione il direttore generale Anec Simone Gialdini: «Dopo Cinema Revolution ci sarà anche una campagna autunnale dal 7 dicembre all’1 gennaio, sostenuta dal MiC e con il claim “La rivoluzione continua”. Potremo così contare su una continuità importante sostenuta dal Governo, unica rispetto agli altri Paesi europei. Finora, secondo i dati Cinetel, quest’anno abbiamo registrato una quota di cinema italiano pari al 21,82% che, sommata alla quota del 2,4% delle coproduzioni italiane supera una quota del 24%. È una percentuale importante perché nel 2019, dall’1 gennaio al 30 novembre, la quota del cinema italiano era poco superiore al 17%».

Per Benedetto Habib, presidente unione produttori Anica, «stiamo festeggiando la resurrezione del cinema italiano e della sala, senza dimenticare i motivi che avevano allontanato il pubblico dall’esperienza cinematografica. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una campagna mediatica vergognosa sul cinema italiano, e ci troviamo a dover difendere continuamente la qualità della nostra produzione. Dal 2020 a oggi abbiamo attraversato l’inferno e, pur senza vedere la luce, abbiamo pianificato la produzione di film, investendo in operazioni molto importanti che ora trovano riscontro nel pubblico. Inoltre, non dobbiamo dimenticare l’importanza della nostra filiera che conta 200mila lavoratori e una grande quantità di esercenti che presidia il territorio.Nella legge di bilancio ci sono alcuni aspetti che modificheranno la legge cinema, ma noi oggi vorremmo una riforma vera sulla legge cinema, ridisegnando ciò che non funziona e confermando ciò che funziona».

Anche il presidente Anec, Mario Lorini, ha manifestato la preoccupazione di lavorare senza conoscere le tempistiche del MiC, in evidente difficoltà nel rispettare determinate tempistiche. «Ad ogni modo mi sembra che, al di là dei ritardi, ci stiate aiutando a rimetterci in pista. Perché oggi la sala è centrale, il nostro laboratorio di formazione sta crescendo, e anche la produzione sta dando segnali estremamente positivi. Il 2023 si conferma l’anno in cui è stato ristabilito il contatto con il pubblico e, oltre all’incredibile risultato della Cortellesi, anche alle giornate professionali di Sorrento abbiamo registrato grande entusiasmo da parte degli esercenti per certi film: dal grande applauso per la nuova opera di Riccardo Milani, a film più complessi e che hanno avuto il coraggio di osare. Chiudo il mio intervento con la speranza che anche il cinema italiano possa diventare presto protagonista della stagione estiva. Infine, chiedo a Nicola Borrelli che la finestra per l’esercizio non possa chiudersi mai, ovviamente fino all’esaurimento dei fondi».

Infine, la parola è passata a Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico Accademia del Cinema Italiano – Premi David Donatello, che ha riflettuto su una serie di falsi miti intorno al cinema italiano e all’industria audiovisiva. «Il primo mito che ho voluto sfatare nella pratica è stato quello che i David fossero la cerimonia di una serata. Da subito ho voluto fare dell’Accademia dei David un’attività che si volgesse su tutto l’anno, in primis con un lavoro costante e permanente di formazione. Poi l’altro falso mito che in questi mesi è caduto è quello che i nostri attori non partecipano alla promozione dei loro film; be’, in questi mesi, i nostri interpreti hanno dimostrato più che mai la loro voglia di fare incontri in sala. In questi anni c’è stato un pregiudizio nei confronto dei film italiani da parte degli spettatori, ma ora anche questa visione sta cambiando, il nostro cinema ha ritrovato un rapporto col pubblico. E finalmente possiamo dire che è stato sfatato il falso mito della predominio delle piattaforme, dello streaming che mangerà la sala. Oggi è chiaro più che mai il potere della visione su grande schermo. Certo dobbiamo preoccuparci di dare agli spettatori un prodotto pensato per la sala, un prodotto che deve essere distonico rispetto alla tradizione come quelli che hanno avuto successo in questi mesi. Film che cercano sorpresa nello spettatore. E infine, con C’è ancora domani è stato finalmente cancellato il grande mito è una donna regista non può fare film da grandi incassi. Spero che sia solo l’inizio, anche se è vero che nei listini visti in questi giorni, di donne ne ho cantate ben poche…».

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