Set all’estero, l’Italia perde 76 milioni di euro

In Italia cresce il numero dei lavoratori in stato d’emergenza nell’industria cinematografica, non solo per la crisi ma anche per la delocalizzazione. A lanciare l’allarme stamane, nella sede nazionale della Cgil a Roma, il sindacato Slc/Cgil che ha analizzato i dati relativi alle riprese di film e fiction televisive realizzate in territorio estero dal 2008 a aprile 2010. La mancata realizzazione di prodotti audiovisivi nel nostro Paese dal 2008 all’aprile del 2009, tra cui Baaria, per il quale è stata ricostruita la Bagheria anni ’30 in Tunisia, o Barbarossa girato in Romania, ha significato una perdita di 76.136.136 euro, tra mancato reddito dei lavoratori italiani, mancati proventi delle società di nolo e per lo Stato. Solo nei primi quattro mesi dell’anno in corso, si sono realizzate 17 produzioni in 192 settimane di riprese, di cui solo 57 effettuate in Italia, e ben 135 all’estero. Secondo la Sic/Cgil il totale dell’economia sottratta da gennaio ad aprile è dunque già pari a 29.417.626 euro, suddivisi in mancato reddito per i lavoratori italiani (6.276.000 euro), in mancati proventi per le società di nolo (15.518.568 euro) e di perdite di oneri e tasse per lo Stato (7.623.058 euro). “La questione è molto grave – ha detto Corrado Volpicelli dell’Ufficio Sindacale Troupe SLC CGIL – perché, oltre alla perdita di occupazione per i nostri lavoratori, infatti, c’è anche la perdita delle contribuzioni alla fiscalità in generale e agli enti previdenziali ovvero Irpef, Enpals e Iva. Più di 76 milioni di euro in fumo dovrebbero far riflettere, specie perché coinvolgono anche il settore pubblicitario”. Ad ascoltare e commentare i dati in sala anche Umberto Carretti, Coord. In difesa degli attori era presente il presidente del sindacato attori, Giulio Scarpati che per superare questo fenomeno negativo ha promesso l’aiuto e il sostegno dell’associazione soprattutto “agli attori meno famosi, quelli non sempre protagonisti”.

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