Salvini a Box Office: «Troppe spese ingiuste per le sale»

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha esposto in esclusiva a Box Office i suoi piani di intervento e rilancio per il settore cinematografico in vista delle elezioni del 25 settembre. Sostegno al Tax credit, interventi subito contro il caro-bollette e le spese ingiuste (come la Tari) sono tra le priorità

Sostegno al tax credit, supporto alle aziende a rimanere nazionali, aiuti subito conto il caro bollette, interventi sulle spese ingiuste come la Tari per le sale, sburocratizzazione, dialogo con tutta la filiera. E poi continuare il percorso sulla regolamentazione di una window di 90 giorni per tutti i film e intervenire nelle scuole, introducendo l’insegnamento del linguaggio audiovisivo. Di seguito le proposte di intervento nel settore cinematografico che il segretario della Lega Matteo Salvini ritiene più importanti in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.

Se andaste al governo, quali sarebbero le vostre priorità di intervento per il settore cinematografico ed audiovisivo?
«È un settore che produce cultura e sostiene l’economia grazie all’occupazione diretta e ai benefici indiretti come il turismo. Oggi il mercato sta cambiando radicalmente: le sale sembrano non ripartire e le piattaforme hanno portato regole nuove; è importante confrontarsi con questo cambiamento. Proposte concrete: sostegno al Tax credit che ha aiutato e sta aiutando sia start up, che realtà consolidate. L’obiettivo è incentivare il più possibile la pluralità di prodotto, sburocratizzare, tutelare l’italianità dei contenuti attraverso strumenti specifici. E sostenere le aziende a rimanere nazionali. Penso anche a una semplificazione della cessione del credito di imposta, per potenziarne al massimo l’effetto incentivante. A livello governativo è necessario coinvolgere, come è stato fatto dal sottosegretario Borgonzoni, tutta la filiera».

Le sale cinematografiche stanno facendo ancora molta fatica a tornare ai livelli pre-pandemia. Il box office italiano del 2021 ha segnato -73% sul 2019, e anche l’anno in corso è negativo (al momento siamo a -53% sul 2019). Oltre alla mancanza di entrate ai botteghini, le spese fisse delle sale aumentano e, col caro-bollette degli ultimi mesi, stanno diventando insostenibili. Avete in programma delle azioni di sostegno e rilancio per l’esercizio italiano? O iniziative per riattrarre il pubblico in sala?
«Appunto, come le dicevo le regole del mercato stanno cambiando. Il rallentamento delle sale non è ancora chiaro che direzione prenderà. In questa fase è fondamentale sostenere, confrontarsi con chi lavora in questo mercato, osservare i numeri e cercare di capire come intervenire. Le sale sono spesso gli unici presidi culturali e di aggregazione sociale di alcuni territori, e non possono essere lasciate sole. Sono sottoposte a spese ingiuste come quella della Tari: su questo il nuovo Governo deve intervenire, anche considerando il drammatico aumento delle bollette. Voglio sottolineare l’importanza di accompagnare le risposte economiche a quelle strategiche, per incentivare i cittadini a recarsi nelle sale. Mi preme ribadire una volta di più un concetto generale: siamo allarmati per la situazione dell’Italia a causa del caro bollette. Per questo invochiamo almeno 30 miliardi di euro subito, per evitare di spenderne il triplo tra qualche mese per pagare cassa integrazione o disoccupazione, oltre a un drammatico impoverimento del Paese che vedrebbe la chiusura di migliaia di attività». 

A fine luglio, il Senato aveva approvato all’unanimità la mozione a prima firma di Maurizio Gasparri per fissare a 90 giorni la finestra di esclusiva theatrical per tutti i film italiani e stranieri, inclusi quelli che non hanno avuto finanziamenti pubblici. Quali sono le vostre intenzioni di intervento in tema di regolamentazione delle window di sfruttamento dei film?
«Riteniamo i 90 giorni una mediazione di buonsenso, tanto che la Lega aveva presentato una mozione ad hoc in Senato. L’importante, come già detto, è il massimo coordinamento con tutti i soggetti per condividere la strategia. Se amiamo veramente le sale e vogliamo salvarle, è necessario che tutta la filiera lavori insieme nella stessa direzione, piattaforme comprese».

Se l’esercizio cinematografico è in crisi, la produzione è invece in espansione grazie soprattutto a un credito di imposta fortemente attrattivo che ha fatto quadruplicare le domande di tax credit per le opere cinematografiche dal 2019 e al 2021. Grazie al sostegno pubblico si producono molti film italiani, ma di questi pochissimi riescono ad attrarre pubblico in sala: dal 1° gennaio 2022, solo 6 film hanno incassato più di 1 milione di euro. La politica come può favorire il rilancio dei film italiani?
«Due proposte concrete. La prima: promuovere l’interscambio culturale e commerciale per portare i nostri prodotti nelle tv straniere così da recuperare fette di mercato. La seconda: intervenire nelle scuole, introducendo l’insegnamento del linguaggio audiovisivo. Tutto questo va fatto, senza dimenticare la cosa più importante: dobbiamo essere orgogliosi dei nostri talenti, della nostra arte, della nostra storia che è invidiata in tutto il mondo. Troppo spesso proprio noi italiani ce ne dimentichiamo. Aggiungo che mi piace immaginare un settore finalmente libero, senza steccati culturali o ideologici».

Oltre al tax credit citato, con il rilancio degli studios di Cinecittà, l’Italia punta a diventare un punto di riferimento anche per le produzioni internazionali. Su quali altri fronti lo Stato può aiutare il settore audiovisivo per attrarre investimenti stranieri e creare nuove opportunità di lavoro?
«Il futuro governo deve trasformare l’Italia in un Paese “audiovisivo friendly”, con meno vincoli, regole più chiare e coinvolgimento degli enti locali soprattutto per quello che riguarda le spese. Cinecittà deve essere sempre più un patrimonio nazionale, come è stato in passato, e ciò è possibile anche grazie al rapporto con le Film Commission e da una attenta promozione dei territori».

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