Russia, il boicottaggio incrina il mercato cinematografico

Dalla decisione delle major americane di bloccare le uscite dei blockbuster hollywoodiani, all’appello dei registi ucraini di boicottare il cinema russo in "tutte le sue dimensioni", ecco come il conflitto in Ucraina sta intaccando il settore audiovisivo russo

L’attacco di Putin all’Ucraina sta avendo conseguenze devastanti anche sul settore cinematografico della Russia. Il primo decisivo effetto è stato che da settimana scorsa, come sanzione di condanna alla guerra, le 5 major americane (Warner, Disney, Sony, Paramount e Universal) hanno annullato le uscite dei loro film nelle sale russe. Il primo titolo ad essere cancellato è stato The Batman (Warner) che era previsto in programmazione in circa 2.000 schermi, dando il via – come riportato da Screen Daily – a una “catastrofe” del box office locale, con gli esercenti impegnati nell’impresa impossibile di rimpiazzare gli attesissimi blockbuster americani con altri titoli.

I film di Hollywood valgono generalmente circa l’80% degli incassi complessivi ai botteghini russi: dunque per gli esercenti, già con l’assenza di The Batman, si prospetta uno scenario estremamente complicato. Settimana scorsa, infatti, come riporta Screen Daily, i cinema erano deserti, tanto che gli esercenti hanno già chiesto un sostegno dal Governo.

Ricordiamo che la Russia, con oltre 200 milioni di biglietti all’anno, è tra i mercati più importanti al mondo: per l’esattezza, nel 2021, la Russia era al sesto al mondo.

UNO SCENARIO CATASTROFICO

Roman Isaev, general manager for Russia and CIS di Comscore, ha commentato che «la situazione, al momento, è catastrofica. Ora si prospettano due scenari: il primo è che il boicottaggio duri un paio di mesi: il secondo è che duri sei mesi o anche più. Nel primo caso, il mercato e l’esercizio cinematografico ne uscirà fortemente compromesso in termini finanziari, ma il peso sarà sostenibile. Nel secondo caso, la maggior parte dei cinema potrebbero non sopravvivere e chiudere per sempre». Inoltre, con i cinema chiusi o aperti con una programmazione di film non di forte appeal, per Roman Isaev, si andrà a innescare un forte ritorno al consumo di contenuti pirati, con una impennata della pirateria vanificando così gli sforzi della lotta contro la pirateria degli ultimi anni.

STRATEGIE DI RESISTENZA

Per far fronte all’assenza di blockbuster hollywoodiani, gli esercenti stanno provando a riproporre nei cinema film russi recenti e meno recenti di successo come Horse Julius On The Throne And The Three Warriors (tuttavia, la maggior parte di questi sono già disponibili in streaming). Altri esercenti stanno optando per film indipendenti americani, sui quali non è stato messo alcun vincolo, anche se, con le sanzioni in corso, i distributori russi non possono effettuare pagamenti ai titolari dei diritti e dunque il noleggio è di fatto bloccato. Secondo quanto riferito da Screen Daily, alcune società starebbe cercando di arginare il problema aprendo conti presso banche cinesi.

IL BOICOTTAGGIO DEL CINEMA RUSSO TRA FESTIVAL E FINANZIAMENTI

Oltre al boicottaggio delle major hollywoodiani, alcuni festival occidentali come Cannes e Venezia hanno dichiarato di voler programmare film di registi russi a condizione che non appoggino la guerra in Ucraina, mentre l’Europa ha congelato i propri fondi per l’audiovisivo su progetti russi e Euroimages (l’organo di supporto alla cultura in Europa) sta valutando se espellere la Russia.

Come dichiarato da un sales agent europeo a Screen Daily, inoltre, tutto il cinema russo è trattato con sospetto al momento: «tutti i film russi saranno colpiti duramente da questa situazione, e la gran parte di essi sarà bandita nei mercati occidentali. Bisogna però fare attenzione a non oscurare così quegli autori e quei professionisti che negli anni passati hanno espresso la loro condanna alla politica di Putin».

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