Di seguito l’intervista a Roberto Proia, direttore area cinema e produzione di Eagle Pictures, pubblicata sullo Speciale Distribuzione in allegato al Box Office del 30 giugno-15 luglio (n. 12-13). Per leggere tutto lo Speciale Distribuzione, puoi scaricare i pdf o la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o ancora abbonarti direttamente alla versione cartacea della rivista.
Quali sono i vostri titoli più forti in uscita al cinema nel prossimo semestre?
«Reduce dal successo al Festival di Cannes, a ottobre presenteremo Tremila anni di attesa, il fantasy diretto dal maestro del cinema George Miller che, dopo Mad Max: Fury Road e prima di Furiosa, dimostra il suo genio nel raccontare e mettere in scena storie spettacolari che trovano sul grande schermo la loro collocazione ideale. E in effetti proprio di geni si parla, perché il film tratta dell’amicizia che una signora inglese di mezza età, Alithea, stringe con un genio intrappolato in una lampada magica che Alithea ha trovato nel bazaar di Istanbul. Inavvertitamente libera il Genio dalla sua prigionia e, come da tradizione, per contraccambiare le vengono chiesti tre desideri da esaudire. Solo che Alithea è la persona più sbagliata a cui chiederli perché è una donna senza aspettative né desideri. Nei panni del genio c’è Idris Elba e in quelli di Alithea una magnifica Tilda Swinton in un film che riporterà in sala non solo gli adulti e i fan di George Miller, ma anche i ragazzi attratti dal magico mondo de Le mille e una notte. Altro nostro titolo di punta è Da grandi, remake del capolavoro con Renato Pozzetto degli anni 80. Il film originale, scritto e diretto da Franco Amurri, vedeva il bambino Marco desiderare talmente tanto di diventare adulto – anche per sposare la maestra di cui era segretamente innamorato – che una notte per magia ci si è ritrovato. In Da grandi oltre a Marco (interpretato da Enrico Brignano) abbiamo altri tre bambini cresciuti in fretta: Ilenia Pastorelli, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. La sceneggiatura è scritta a quattro mani da Franco Amurri e Fausto Brizzi (quest’ultimo ne cura anche la regia). Altro titolo di punta è Gli occhi del diavolo, horror prodotto e distribuito in Usa da Lionsgate in cui per la prima volta la protagonista è una suora esorcista scelta dal diavolo in persona come antagonista. Chiudiamo con un’anticipazione per i primi giorni del 2023. Si tratta dell’attesissimo Babylon, il nuovo film del regista di La La Land Damien Chazelle con Brad Pitt e Margot Robbie. Babylon uscirà a Natale negli Usa con Paramount e indubbiamente sarà uno dei protagonisti assoluti agli Oscar 2023».

Tremila anni di attesa (©2022 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved)
Quali sono le urgenze che il mercato è chiamato ad affrontare il prima possibile?
«Vedo due macro-urgenze. Una riguarda il cinema italiano che sta soffrendo tantissimo. Il comparto produttivo per il momento resiste bene, anzi ha goduto di due anni in cui ha registrato una crescita importante. Tuttavia, con risultati theatrical così modesti, la mia preoccupazione è che il pubblico si orienti sempre più esclusivamente su prodotti esteri. I segnali di produttori che vogliono invertire questa tendenza proponendo storie nuove, anche correndo qualche rischio in più, ci sono. Ma se è vero che il film di qualità tiene botta, sul Cinetel si sente la mancanza dei grandi film popolari italiani dagli incassi importanti. La seconda urgenza maggiore è quel la più ampia di ricostruire il rapporto tra il cinema in sala e il suo pubblico, che in due anni si è frammentato e va ricompattato. Il pubblico deve com prendere con chiarezza la differenza tra le diverse modalità di fruizione del prodotto, sia in termini di tempistiche sia in termini qualitativi».

Gli occhi del diavolo (©Vlad Cioplea/Lionsgate)
Come riconquistare il rapporto con il pubblico cinematografico?
«È un discorso legato a quanto detto sopra. Quando parlo di tempistiche il pensiero va chiaramente alle window. Ad oggi perfino noi facciamo fatica a districarci tra le varie eccezioni sulla decorrenza di un titolo al di fuori del la sala, figuriamoci lo spettatore. Servono, in primis, regole per tutti. Non potranno essere le stesse regole di pre-pandemia ma dobbiamo mettere ordine. In secondo luogo, queste regole vanno comunicate in maniera chiara attraverso una campagna stampa incisiva, possibilmente affiancata da una campagna marketing efficac e capillare. Il tema qualitativo, invece, coinvolge esercizio e distributori. Se vogliamo riconquistare il pubblico, oltre a spiegare bene che quel prodotto è disponibile solo al cinema, noi distributori dobbiamo fornire loro prodotti di ampio appeal per creare “l’urgenza” di vederlo in sala. Non possiamo non fare i conti col fatto che, rispetto a prima, il pubblico è diventato più selettivo e dobbiamo proporre storie da grande schermo. Al tempo stesso la sala è chiamata ad accogliere i suoi clienti in un ambiente che non si può trovare in casa. Una sala moderna, pulita e con personale attento alle necessità del cliente contribuiscono a creare quell’esperienza unica che vale il biglietto d’entrata. Questo, a mio avviso, è il campo sul quale si gioca la partita decisiva. Riconquistare il pubblico non è impossibile ma bisogna rimboccarsi le maniche».
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