Riflettori sul cinema italiano: incassi e presenze del 2023 e inizio 2024

Con oltre 120 milioni di euro di incasso e 18 milioni di presenze, il 2023 è stato nel complesso un’ottima annata per i film made in Italy, con valori che sono praticamente tornati ai livelli pre-Covid. Attenzione però a non lasciarsi abbagliare dai numeri epocali di Paola Cortellesi che, da sola, ha pesato per il 27% dell’intero box office. Perché al di là dei (pochi?) successi – 24 film (su 384) sopra il milione di euro – diverse criticità restano

A un primo sguardo, il 2023 è stato un’annata molto positiva per il cinema italiano. L’anno scorso, i film nazionali, co-produzioni incluse, hanno infatti totalizzato 120,6 milioni di euro di incassi per 18,2 milioni di presenze e una quota di mercato di oltre il 24%. Numeri raddoppiati rispetto al 2022 e in linea con il pre-Covid: solo -1% rispetto  alla media 2017-18-19, con 5 mesi su 12 con incassi superiori al pre-pandemia. Da aggiungere, a margine di grafici e tabelle, anche il successo internazionale del nostro cinema con l’esportazione di tante produzioni nazionali, e soprattutto con la candidatura agli Oscar di Io Capitano.

Se ci si fermasse a leggere così i dati, verrebbe da dire che la forbice col pre-Covid si è ormai ristretta ai minimi termini, che si è tornati a regime, che il cinema italiano si è ben ripreso e gode di ottima salute. Una valutazione positiva che, d’altro canto, parrebbe confermata anche in questo inizio 2024 dai risultati di alcune produzioni locali quali Succede anche nelle migliori famiglie (5,7 milioni di euro), I Soliti Idioti 3 (3,8 milioni), Pare parecchio Parigi (3,3 milioni) e Come può uno scoglio (quasi 3 milioni di euro solo a gennaio). Senza dimenticare la coda lunghissima di C’è ancora domani che, solo in queste settimane del 2024, ha raccolto altri 3,2 milioni. Attenzione, però, a non lasciarsi abbagliare dai segni +, e soprattutto dai numeri epocali di Paola Cortellesi, perché al di là dei (pochi?) successi, diverse criticità restano.

C’È ANCORA CINEMA ITALIANO OLTRE CORTELLESI?

Soffermandosi sul 2023, il merito determinante dei bei numeri dell’anno scorso del nostro cinema va, ça va sans dire, a Paola Cortellesi il cui C’è ancora domani (Vision) è valso quasi 33 milioni di euro pesando, da solo, per più di un quarto del totale; il 27,2% per l’esattezza. Quello della Cortellesi è stato un successo immenso (è il sesto film italiano più visto dal 1995 a oggi: vd. tabella sotto), inaspettato, e soprattutto vitale per il mercato; senza di esso, tutto inevitabilmente si ridimensiona. Dietro Cortellesi, il secondo migliore incasso, è stato infatti quello di Me contro Te – Missione giungla (Warner) con 4,8 milioni di euro. Tra il primo e il secondo film in classifica c’è un gap di oltre 28 milioni. A parte Cortellesi, nel 2023, nessun altro titolo è arrivato ai 10 milioni di euro; nessun altro a 5 milioni; solo 7 hanno abbattuto il muro dei 4 milioni di euro. La Top 10 è valsa il 59,3% del totale incassi di tutti i 384 film italiani usciti nel 2023. È evidente: c’è una concentrazione troppo elevata su pochi titoli. E, come su queste pagine andiamo dicendo da tempo insieme a tanti rappresentati dell’industria, escono troppi film italiani che il mercato theatrical nostrano non è in grado di assorbire.

ANCORA TROPPI FILM PER POCHI SPETTATORI

Anche nel 2023 si è riproposto il problema: troppi film per pochi spettatori. Dei 384 film italiani di nuova uscita nel 2023, solo 24 sono arrivati a fine anno a un incasso di 1 milione di euro (il 6,2%); sì, è andata meglio rispetto al 2022, quando ad abbattere il muro del milione di euro erano stati 17 titoli, ma si è ancora lontani rispetto al pre-Pandemia (nel 2019 e nel 2018 erano stati 33 film, ovvero il 13% del totale; nel 2017 erano 28, ovvero l’11% del totale). Negli ultimi due anni, nonostante la domanda si sia ristretta per via della pandemia, l’offerta è aumentata notevolmente: se nel triennio 2017-19 erano usciti in media 251 film, nel 2022 si è saliti a 308 per arrivare addirittura ai 384 già menzionati nel 2023 (vd. grafico sotto). Fisiologicamente troppi per il nostro mercato: sono in media più di 7 nuove uscite a settimana. È chiaro che di questi 384 titoli, solo un numero ridotto è riuscito ad avere una promozione e una tenitura adeguata per dargli delle chance di visibilità. E un altro dato significativo in questo ambito di “tante uscite minori” (per non dire invisibili) è che 146 film sono stati distribuiti in meno di 50 cinema, quando nel pre-pandemia questo segmento contava in media 97 titoli. Altro dato da segnalare: nel 2023 c’è stato un boom nelle release di documentari (altro prodotto che tendenzialmente non ha una distribuzione molto larga), con ben 140 titoli rispetto agli 84 del 2022 e ai 61 della media 2017-19. Fortunatamente, rispetto al 2022, si sono dimezzate le uscite-evento, passate da 56 a 28, un meccanismo in passato abusato per certificare il passaggio in sala in modo da ottenere i contributi ministeriali.

CAMBIAMENTI DI STAGIONE?

Troppi titoli, dunque, ma anche troppa concentrazione di uscite solo in alcuni mesi dell’anno. Con una disposizione così ampia di titoli, rimane una distribuzione non propriamente equilibrata nell’arco dei 12 mesi dell’anno, con la solita scarsità di uscite nei mesi estivi nonostante gli incentivi ministeriali della campagna di Cinema Revolution per incentivare la frequenza nei mesi caldi con il biglietto dei film italiani scontati 3,5 euro. C’è ancora troppa ritrosia da parte di distributori e produttori a far uscire i propri film in estate: molti titoli italiani puntano ai festival autunnali di Venezia e Roma, anche titoli non così “da festival” ma che cercano di avere almeno una “legittimazione di qualità” forse consapevoli delle poche potenzialità di incasso. In realtà, per l’estate bisognerebbe più che altro progettare e produrre dei titoli ad hoc,  popolari, come succede in Spagna (si veda Vacaciones de verano, uscito con Sony il 6 luglio incassando 7,4 milioni di euro); con i film giusti, gli italiani potrebbero andare in sala numerosi anche a luglio e agosto, come del resto già dimostrato da Come un gatto in tangenziale 2 e i suoi 3,2 milioni ad agosto 2021. Detto questo, a luglio e agosto del 2023 i numeri dei film italiani sono saliti rispetto al pre-Covid (+32% sulle presenze pre-Covid); ma era una vittoria facile, visto che anche prima della pandemia, il cinema italiano d’estate era praticamente inesistente. La strada è però giusta e bisogna continuare a investire sull’allungamento di stagione. Ma anche su un cambio di stagione. Nel post-pandemia, oramai, il periodo caldo per le uscite blockbuster hollywoodiane si è spostato nel secondo semestre. Ecco allora che proprio nei primi mesi dell’anno, non avendo una forte concorrenza di prodotto made in Usa, i film italiani possono avere spazio per crescere. I risultati di Siani, Pieraccioni e dei Soliti Idioti lo hanno dimostrato: se nel 2023 il periodo natalizio è stato un po’ sottotono (dicembre ha fatto -22% sul pre-Covid), gennaio 2024 è andato meglio. Gli incassi complessivi per i film nazionali nel primo mese dell’anno sono arrivati a 22,6 milioni con una quota di mercato de 37,6%, superiore addirittura a quella dei film made in USA che è stata del 29%. E positivo è anche il confronto con gennaio 2023 (quando il box office era stato di 20,9 milioni) e con gennaio 2019 (18,2 milioni di euro).

NUOVI ORIZZONTI E NUOVI SGUARDI

Gettando uno sguardo ai maggiori successi del 2023, c’è forse un fil rouge che lega diversi titoli: la ricerca di nuovi orizzonti e nuovi sguardi, di qualcosa di non già-visto, anche rischioso. Il bianco e nero di C’è ancora domani e il suo sguardo femminile in uno stile moderno e neorealista, ma anche i paesaggi che si allargano, che escono da Roma, come le Alpi de Le otto montagne, i deserti africani di Io Capitano (un grande successo per un film in lingua originale con sottotitoli) , la Milano notturna di L’ultima notte di Amore. Nuovi punti di vista, location, scenari che il pubblico italiano ha dimostrato di apprezzare. Focalizzandoci sui maggiori incassi, in Top 10 sono poi rientrati diversi prodotti che hanno tenuta alta l’asticella della qualità con budget anche superiori agli standard nostrani come i già citati Le otto montagne, Io Capitano e L’ultima notte d’Amore, a cui si devono aggiungere Il sol dell’avvenire e Comandante. Il nostro cinema ha dalla sua, poi, autori di diverse generazioni come Moretti, Garrone e Bellocchio che ancora una volta sono riusciti a dialogare con un pubblico allargato. Ovviamente, va evidenziata anche la tenuta di una certa commedia con Tre di troppo, Santocielo (anche se qui ci si aspettava qualcosa di più visto che il precedente film di Ficarra e Picone era arrivato a 15,3 milioni) e Tramite amicizia. E, last but not least, resistono, seppur con un trend calante, i Me contro Te con ben due film in Top 10. Film che, come ripetuto più volte, hanno il merito di attrarre in sala il target dei più giovani. Gli unici, a quanto pare, a farlo…

UN CINEMA POCO PER GIOVANI

Come si vede dal grafico sotto realizzato da CinExpert, la Top 20 dei maggiori incassi italiani è quasi totalmente spostata su un pubblico over 25, con l’unica eccezione dei Me contro Te. È urgente provare a riempire quei quadranti che ora sono praticamente deserti, a maggior ragione perché il pubblico dei giovani è tra i maggiori consumatori di cinema in sala: nel 2023, gli under 25 sono stati il 35% del totale. Bisogna “solo” offrire loro film che li portino a scegliere anche il cinema italiano, oltre a quello hollywoodiano.

L’ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SUL NUMERO DI FEBBRAIO DI BOX OFFICE.

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