Fapav ha presentato ricorso d’urgenza contro Telecom Italia (vedi agenzia http://www.e-duesse.it/News/Home-video/Pirateria-causa-a-Telecom), dando vita a un procedimento attualmente in corso presso il Tribunale civile di Roma, Sezione Proprietà Intellettuale. Le richieste della Fapav sono state fatte proprie dalla Siae, e qualora venissero accolte, come ha dichiarato Giorgio Assumma presidente Siae all’Ansa (come si legge sul sito siae.it) “si aprirà un agevole solco processuale che sarà seguito certamente da tutti gli enti tutori del diritto d’autore contro i grandi utilizzatori delle opere non accorti alla tutela dei diritti patrimoniali degli autori. Io mi auguro però che non si giunga a una decisione giudiziale, ma che il buon senso induca gli attuali contendenti a sedersi intorno a un tavolo comune per trovare una soluzione in grado di contemperare equamente i rispettivi interessi”. Il procedimento, dice Assumma “ripropone e affronta il vecchio problema di una materia molto delicata che ancora non riesce a trovare una regolamentazione nel nostro sistema giudiziario. Molte forze politiche hanno ripetutamente espresso propositi positivi per disciplinare la materia. Purtroppo però non hanno ancora compiuto fatti concreti diversamente da quanto invece stanno facendo la Francia e la Spagna. La Siae è intervenuta per coadiuvare la posizione della Fapav, perché a tale posizione è strettamente legata la tutela dei diritti patrimoniali degli autori. In tale funzione e sotto tale profilo, l’intervento in giudizio della Siae è obbligato perché adempie ad un proprio fine istituzionale”. La Siae da tempo è alla ricerca di soluzioni “affinché si adotti un sistema di licenza legale a fronte di un corrispettivo da erogare agli autori, lavoratori come tutti gli altri, e come tutti gli altri in base a un principio costituzionale, debbono essere retribuiti. Negare questo principio significa andare contro la giustizia retributiva e contro la parità democratica”.
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