Progetto Cina fa tappa a Milano

Il Progetto Cina attuato dall’Anica (che vede coinvolti ministeri quali Mise e Mibact, e realtà come Ice, Luce Cinecittà, Snc, Unefa, 100autori e il coordinamento film commission), ha fatto tappa a Milano questa mattina con il convegno ‘Il mercato del cinema cinese: nuovi scenari e opportunità per le imprese italiane’. Numerosi gli interventi che hanno fatto luce sulla situazione del cinema in Cina. Dopo i saluti istituzionali della Fondazione Italia Cina, dell’Ice e del Consolato cinese a Milano, Rossella Mercurio (Anica) ha fatto riferimento alla filosofia che sta alla base di Progetto Cina: «Da un anno e mezzo abbiamo un desktop a Pechino a supporto di tutti i progetti cinematografici in essere che vedono coinvolta la Cina; abbiamo creato in loco un coordinamento delle realtà del cinema italiano. È inutile presentarsi ai produttori cinesi in maniera non coordinata. Abbiamo costruito un ponte di comunicazione per presentare il nostro settore alla controparte cinese; siamo il referente unico di tutte le diverse diramazioni del cinema italiano». Focus del seminario è stata la sedicesima edizione del Far East Film Festival di Udine di cui ha parlato il presidente Sabrina Baracetti, che ha specificato: «Nel 1998, anno della prima edizione del festival, in Cina c’erano 2mila schermi e venivano distribuiti 80 film; oggi di sale ce ne sono 18mila e di film ne escono oltre 600 per un box office complessivo di 3,6 miliardi di dollari, il secondo mercato mondiale». È toccato a Maria Ruggieri, consulente per il Far East in Cina, dare ulteriori informazioni sul mercato cinese, suggerendo la strada della coproduzione per entrare più direttamente nel mercato: «Per legge sono solo 34 i film non cinesi che possono essere distribuiti. Molto appeal lo hanno i film americani e per gli italiani la strada è molto ardua. Bisogna perseguire la strada delle coproduzioni che, dando vita a film anche cinesi, possono superare il limite dei 34 film annuali ottenendo così condizioni commerciali più favorevoli per la distribuzione in sala». Il regista e produttore Cristiano Bortone (il suo ‘Rosso come il fuoco’ è stato uno dei pochi film italiani distribuito in Cina) ha parlato dei suoi progetti di coproduzione con il film ‘Caffé, che vedrà insieme Italia, Cina e Inghilterra e del remake cinese di ‘Maschi contro femmine’ cui sta lavorando in questo periodo. Stefania Ippoliti, presidente del coordinamento Italian Film Commissions, ha parlato dell’importanza anche delle produzioni televisive che network cinesi hanno realizzato in Italia creando ricadute positive sia in termini economici che di turismo. I lavori sono stati conclusi da Giorgio Gosetti, coordinatore del Progetto Cina. Gosetti ha annunciato che entro giugno dovrebbero essere promulgate le linee attuative del trattato di coproduzione tra Italia e Cina – «dobbiamo fare presto perché altri paesi ci stano passando avanti. Il trattato è stato siglato otto anni fa ma ratificato dal presidente Napolitano solo nel 2012» – e ha terminato con gli obiettivi per il 2014 del progetto: «Puntiamo ad essere luogo di sperimentazione e di creazione di modelli di lavoro, offrendo dell’Italia una immagine un po’ meno disordinata. Vogliamo rafforzare la collaborazione con la Fondazione Italia Cina, aprire una pagina web sul sito Anica in cinese, utilizzare il sistema dei festival di Hong Kong, Pechino, Shanghai, insieme ai Festival di Roma e di Udine, perché sia il luogo in cui far arrivare il frutto del lavoro che arriva da lontano. Puntiamo anche a realizzare un road show di cinema italiano in Cina che coinvolga non solo le città più importanti» Infine, per il 2015, Gosetti sta lavorando personalmente a una operazione che coinvolga autori italiani, francesi e tedeschi al fine di presentare in Cina lo stile di vita di tre importanti paesi fondatori della Ue. Per questo progetto saranno coinvolti anche Unifrance e German Film.

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