L’incontro organizzato oggi da Rai Cinema è stata l’occasione per illustrare le modalità di ACE: ad oggi, gli Ateliers du Cinema Européen sono ancora poco conosciuti a livello di prospettive e funzionamento. Come è stato più volte sottolineato, ACE è un programma privato di consulenza, che non ha nulla a che fare con i vari programma Media o Eurimages: “Anzi – ha sottolineato Riccardo Tozzi – non è un sistema per avere un finanziamento, ma al contrario è un servizio a pagamento. Uno dei motivi per il quale è stato finora utilizzato pochissimo da imprenditori italiani, insieme alla scarsa conoscenza delle lingue e all’altrettanto ridotta capacità di lavorare in gruppo. Ma questi sono proprio i motivi che dovrebbero spingere gli italiani a utilizzarlo il più possibile”.Ogni anno ACE seleziona dodici produttori (che abbiano realizzato almeno un lungometraggio) con un loro progetto di film ancora allo stato iniziale: i produttori selezionati devono iscriversi al programma (costo di 5.000 euro il primo anno, 600 euro gli anni successivi se si desidera continuare) grazie al quale possono seguire workshop intensivi (una settimana in dicembre il primo anno), essere seguiti per un anno sul loro progetto cinematografico (consigli sulle sceneggiature, sull’elaborazione finanziaria, sul marketing, la distribuzione, le vendite estere e la partecipazione ai festival) ed essere aiutati a sviluppare una rete di contatti per coproduzioni o partnership. A questo programma base si aggiungono mini-seminari su temi specifici di uno o due giorni, aperti a tutti i produttori di ACE, la partecipazione ai mercati (ACE ha sempre uno stand al Marché di Cannes) e la riunione annuale dei produttori in marzo. Ulteriori informazioni su ACE nel primo numero di Box Office del 2002.
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