Gli ultimi dati elaborati dalla società Ipsos per conto di FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali hanno mostrato come la crescita esponenziale degli atti illeciti registrata durante il periodo del primo lockdown 2020 (243 milioni) abbia rappresentato una vera anomalia. Infatti, negli ultimi 12 mesi gli atti illeciti compiuti mostrano un forte calo (57 milioni in un bimestre medio) e risultano inferiori anche rispetto ad un bimestre medio del 2019 (69 milioni). Anche l’incidenza della pirateria nel nostro Paese è calata, passando dal 40% durante il periodo di lockdown marzo/aprile 2020 al 38%, in linea con i dati pre-pandemia del 2019 (37%).
La pirateria audiovisiva rimane in ogni caso una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese e, soprattutto in un momento come quello attuale, porre in essere le migliori strategie di contrasto rappresenta un elemento imprescindibile per la ripartenza del settore.
Nel frattempo, sono cambiate anche le abitudini dei pirati: meno attenzione verso film e serie/fiction (25% e 20%, con una riduzione, rispettivamente, di 6 e 3 punti percentuali rispetto al 2019) a fronte di una crescita di interesse sempre più forte verso la fruizione illecita di eventi sportivi live (14% contro il 10% del 2019).
Se la pirateria fisica continua a diminuire, l’impatto più rilevante nei confronti dell’industria creativa è causato dalla pirateria digitale, in crescita del 4% rispetto al 2019. Tra le modalità di fruizione si registra una flessione nel download e nello streaming ma non nell’utilizzo delle IPTV illegali.
Nel 2019 i fruitori di IPTV illegali erano il 10% della popolazione italiana, negli ultimi 12 mesi l’incidenza è al 21%, ovvero quasi 11 milioni di persone hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le IPTV illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live. Di questi, circa 2 milioni hanno inoltre affermato di possedere un abbonamento illegale. Per quanto riguarda dunque la platea generale degli utilizzatori di IPTV illecite, la maggior parte risulta fruitore occasionale. Un fenomeno che desta la massima preoccupazione, quello delle IPTV illegali, in considerazione anche delle realtà criminali che si celano dietro questo business illecito come rivelato dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine. Numerosi sono infatti i rischi, anche per gli utenti di queste piattaforme, spesso inconsapevoli di poter essere vittime di attacchi informatici e di compromettere i propri dati personali e bancari, oltre a danneggiare i propri device con malware e virus.
Sul tema della percezione del reato della pirateria, viene evidenziata una dicotomia interessante: da una parte è cresciuta tra i pirati la consapevolezza dell’illegalità e della gravità delle loro azioni, dall’altra è ancora ritenuta bassa la possibilità di essere scoperti e puniti dalle Autorità Competenti.
Resta alta in ogni caso l’affezione da parte della popolazione italiana verso i contenuti audiovisivi: durante il lockdown il 52% degli italiani ha dedicato più tempo della propria giornata alla fruizione di film, serie/fiction, programmi tv e sport live, tendenza che si è confermata anche successivamente pur se in percentuale minore (38%). È inoltre alto il desiderio di tornare alla normalità e alle consuete abitudini: il 39% degli intervistati ha dichiarato di voler tornare al più presto a frequentare le sale cinematografiche.
Un dato di rilievo è quello relativo al 30% degli intervistati che ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive. Dopo la crescita registrata durante il bimestre di lockdown, continua questo trend positivo quale importante riconoscimento degli sforzi profusi dall’industria audiovisiva in questo anno difficile in cui ha continuato ad essere al fianco del consumatore con nuovi contenuti.
Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, ha dichiarato: «Il focus di ricerca presentato oggi da Nando Pagnoncelli e riferito agli ultimi 12 mesi, confrontando il periodo di lockdown con quello successivo, ci conferma il sostanziale ritorno ai dati pre-pandemia per quanto riguarda l’incidenza del fenomeno e una contrazione legata al numero degli atti compiuti dagli utenti. Si evidenzia, inoltre, l’efficacia delle attività di enforcement e di sensibilizzazione verso il consumatore, oggi molto più consapevole, e la crescita dell’offerta legale, sempre più ricca e diversificata. Quanto emerso conferma l’eccezionalità del primo lockdown in termini di consumi illeciti ed evidenzia la necessità di sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera. L’industria audiovisiva ha in quest’ultimo anno attuato nuovi e sempre più innovativi modelli di business per ampliare l’offerta legale. Di fronte a questo scenario, non è più rinviabile la collaborazione fattiva di tutti i soggetti che operano sul web a vario titolo e che devono essere responsabilizzati al fine che si possa operare in un ambiente digitale che sia realmente competitivo per chi investe nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi. Durante la pandemia le attività di contrasto ed enforcement non si sono mai fermate. È prioritario non abbassare la guardia e porre al centro delle strategie di ripartenza il tema della legalità».
Bagnoli Rossi ha poi concluso: «Occorre tutelare l’industria, i suoi lavoratori e tutte le maestranze, anche attraverso progetti e campagne di sensibilizzazione utili a far comprendere il valore del settore e della sua filiera. In questa direzione FAPAV sta realizzando un’iniziativa di comunicazione intitolata “We Are Stories”, per promuovere l’importanza dell’industria dei contenuti e dedicata in particolar modo al pubblico più giovane e a tutti coloro che sognano e desiderano lavorare nel settore audiovisivo».
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