Nel 2024 la pirateria audiovisiva in Italia ha mostrato segnali di contrazione, ma continua a rappresentare una minaccia significativa per l’industria culturale e per l’economia del Paese. È quanto emerge dalla nuova indagine condotta da Ipsos per conto di FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), che fotografa un fenomeno in lenta diminuzione, ma ancora diffuso e pericolosamente sottovalutato da una parte consistente della popolazione.
Secondo il report, lo scorso anno il 38% degli italiani dai 15 anni in su ha commesso almeno un atto di pirateria – un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (39%) ma in discesa rispetto al picco registrato nel biennio pandemico. Il numero stimato di atti illeciti si attesta a 294,5 milioni, in calo dell’8% su base annua e del 56% rispetto al 2016. La riduzione più marcata riguarda i film, che restano però il contenuto più piratato (100 milioni di atti, -12%), seguiti da serie e fiction (-8%), sport live (-6%) e programmi TV (-1%).
La pirateria digitale è ancora la forma più diffusa (36%), trainata in particolare dalle IPTV illegali, utilizzate almeno una volta dal 22% degli adulti, pari a 11,5 milioni di persone. Il dato comprende anche gli utenti che le hanno provate senza sottoscrivere un abbonamento stabile. Le altre modalità più comuni sono lo streaming su siti illeciti (18%) e il download via peer-to-peer (15%).
Il danno economico diretto causato dalla pirateria di film e serie/fiction è stimato in 530 milioni di euro, cui si aggiungono 248 milioni di euro potenzialmente perduti legati al mancato rinnovo o alla mancata sottoscrizione di abbonamenti legali, per un totale di 778 milioni di euro. Ancora più significativo l’impatto sul fronte dello sport live: nonostante una lieve diminuzione degli atti illeciti, il danno stimato nel 2024 è salito a 350 milioni di euro, con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, la pirateria audiovisiva ha generato nel 2024 una perdita di fatturato per il sistema economico italiano pari a 2,2 miliardi di euro (+10% rispetto al 2023), con un impatto sul PIL di circa 904 milioni e una stima di 12.100 posti di lavoro potenzialmente a rischio.
Sul fronte della percezione sociale, i dati mostrano un certo scollamento tra consapevolezza e comportamenti: si attesa al 49% la quota dei pirati che ritiene di NON creare danni rilevanti, mentre il 58% non è pienamente consapevole che si tratta di una pratica che mette a rischio l’occupazione nell’industria culturale. Anche se la nuova legge antipirateria – entrata in vigore nell’agosto 2023 – è conosciuta almeno superficialmente da un italiano su due, solo il 14% dichiara di conoscerla bene. Tra le novità del 2024 figura l’introduzione di Piracy Shield, un sistema automatizzato per l’oscuramento dei siti che trasmettono illegalmente eventi sportivi in diretta. Secondo l’indagine, il 79% degli italiani lo considera uno strumento efficace e, tra coloro che si sono imbattuti in un sito bloccato, il 47% ha scelto di passare a fonti legali.
Infine, i dati sui più giovani: tra i 10-14enni l’incidenza della pirateria è scesa al 40%, in calo di 5 punti rispetto al 2023, tornando ai livelli pre-Covid. Gli atti illeciti stimati sono stati 17,7 milioni (-14% su base annua), con una forte riduzione legata alla fruizione di film (-25%).
«La ricerca presentata oggi da Nando Pagnoncelli e riferita al 2024, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese viva un momento di trasformazione, con un leggero calo degli atti e dell’incidenza – è il commento di Federico Bagnoli Rossi, Presidente di FAPAV – La nuova regolazione di AGCOM sul blocco in 30 minuti sta producendo i primi risultati. C’è ancora molto da fare, ma la strada intrapresa è quella giusta. Ne siamo convinti e nel prossimo report avremo dei dati ad hoc. Questa lieve contrazione non riduce in termini complessivi la gravità del fenomeno che rimane allarmante soprattutto dal punto di vista del danno economico provocato alle industrie audiovisive e sportive e al sistema economico ed occupazionale del nostro Paese. I numeri di Ipsos mostrano come la pirateria sia ancora oggi praticata da una fetta importante di popolazione, caratterizzata da individui consapevoli ma incuranti dei danni diretti e indiretti che ogni singola azione illegale provoca […] Per combattere qualunque forma di pirateria occorre agire su più fronti al fine di abbassare il livello di illegalità favorendo al tempo stesso l’accesso ai contenuti in modo consapevole e in totale sicurezza».
In sintesi, la pirateria audiovisiva mostra un lento ma costante arretramento, soprattutto tra i più giovani. L’impatto economico complessivo però resta significativo, e l’efficacia delle misure legali e tecnologiche dipenderà sempre più dalla capacità di far crescere la consapevolezza culturale e sociale del fenomeno.
Fonte: FAPAV
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