Perché il cinema italiano cala?

Molti dati ma anche parecchi interventi a commento della presentazione dei dati Cinetel 2015, oggi a Roma alla sede nazionale dell’Agis (si veda altra notizia http://www.e-duesse.it/News/Cinema/Cinetel-nel-2015-8-56-di-spettatori-198727). Riccardo Tozzi, presidente Anica, ha sottolineato positivamente l’incremento del pubblico nell’anno appena concluso, «nonostante l’avvento dei nuovi mezzi con cui vedere i film a casa», ma è certo meno rassicurante la forte flessione dei film italiani e il fatto che «il mercato italiano non si espande» a differenza degli altri principali paesi europei. Tra le possibili cause della disaffezione del pubblico per il prodotto nazionale, «il calo delle risorse e quindi del budget medio di produzione, sceso nel 2014 attorno al milione e mezzo di euro, e la tendenza è destinata a peggiorare;il parco sale, in alcuni bacini sottodimensionato; le scelte del pubblico che premia gli “eventi”, al cinema si va solo per qualcosa che è avvertito come molto importante». Per Carlo Bernaschi, presidente Anem, «senza forte produzione nazionale non può crescere il mercato: il prodotto Usa esce tutto l’anno, i film italiani si ammassano in pochi periodi». Per il presidente Sezione Produttori Anica, Francesca Cima, i numeri non dicono tutto: «La crescita è dovuta a pochi blockbuster, per lo stesso motivo nel 2016 probabilmente ci sarà una forte crescita italiana, ma non si può crescere per un solo titolo. I film italiani in genere faticano a raggiungere il loro pubblico, anche per teniture sempre più ridotte. Occorre puntare al pubblico dei ragazzi, come sta facendo il cinema americano». Andrea Occhipinti, presidente Sezione Distributori Anica, ha spiegato che si sta lavorando per risolvere il problema della stagionalità, «con una maggior articolazione delle uscite durante tutto l’anno; e non parlo solo dell’estate, ma anche di altri periodi non facili. Non è di facile soluzione, ma ci stiamo lavorando anche con il Ministero. Quanto ai budget produttivi in contrazione, c’è una relazione con i risultati: nei primi 50 incassi dell’anno non c’è nessun film a basso budget».

Luigi Cuciniello, presidente Anec, ha fatto notare che «se vediamo i primi dodici incassi dell’anno, a parte un film italiano gli altri sono tutti film delle major Usa che hanno coperto come date di uscita praticamente tutti i mesi dell’anno». Cuciniello ha però sottolineato anche il momento positivo di inizio anno, con Quo vado? «che sta trascinando tutto il mercato e tutti i film, nonché i consumi nelle concession dei cinema» e che il lavoro comune di tutto il settore può permettere di affrontare i vari nodi del settore, come dimostra la fortunata promozione dei Cinemadays (che avrà due momenti fissi, ad aprile e ottobre) o lo stesso felice esempio rappresentato da una realtà come Cinetel: «Il successo attuale non deve distrarci dalle questioni di medio e lungo periodo: occorre una seria riflessione sul prodotto e sulle sue modalità di sfruttamento nonché sulla varietà di generi»

Infine, il direttore generale Cinema del MiBact, Nicola Borrelli ha puntato il dito sulle varie storture del sistema, dalla «pigrizia produttiva di chi va sempre sul sicuro, anche se non è più tanto sicuro» alla già citata stagionalità e perfino a «un modello di intervento pubblico abbastanza superato, con incentivi uguali per tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it