Il presidente Anec Lionello Cerri ha introdotto ieri il convegno “Tra il dire e il fare… Quale intervento pubblico per adeguare il parco sale italiano”, promosso dall’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, sottolineando la scarsità di risorse a disposizione dell’esercizio. Secondo Cerri, il tax credit si potrebbe utilizzare anche per la ristrutturazione e realizzazione delle sale, e per intervenire nella sostituzione degli impianti digitali di prima generazione: “Peraltro non sarebbe necessario trovare risorse aggiuntive, ma utilizzare parte di quelle già previste per il tax credit destinato al cinema e all’audiovisivo”. Un altro problema sottolineato dal presidente Anec è il debito dello Stato per i contributi in conto capitale e interessi all’esercizio cinematografico e il taglio inferto al credito d’imposta relativo alla programmazione: “Nella discussione sul decreto Art Bonus questi temi erano stati posti all’attenzione delle istituzioni, ma non hanno ottenuto, ad eccezione del tax credit per le piccole sale, un concreto riscontro”. Per Flavia Piccoli Nardelli, parlamentare del Pd e segretario della VII Commissione Cultura della Camera, “il sostegno alla produzione culturale deve essere affiancato da un’adeguata attenzione e un giusto supporto all’esercizio, perché non ha senso tutelare senza valorizzare”. Intanto Roberto Rampi, parlamentare del Pd e componente della VII Commissione Cultura della Camera, ha evidenziato la necessità dell’interlocuzione con gli operatori e ha promesso di riprendere questi argomenti nella prossima Legge di Stabilità. Sensibile a questi temi anche Riccardo Bertollini, vicepresidente del Dipartimento Cultura di Forza Italia, secondo cui l’obiettivo è quello di difendere l’intervento pubblico per il cinema, puntando su una maggiore diffusione di strumenti come il tax credit. Gli fa eco Mariella Troccoli, dirigente della Direzione Cinema del Mibact, convinta dell’importanza del tax credit per l’esercizio cinematografico e della necessità di trovare le risorse per sanare il debito dello Stato nei confronti dell’esercizio. Intervenuta al convegno anche Francesca Cima, presidente dei produttori Anica, sottolineando l’urgenza di una coesione all’interno della filiera cinematografica e facendo appello parlamentari presenti per consentire che nell’Expo 2015 vi sia spazio anche per il cinema e l’audiovisivo, parti integranti del Made in Italy. Andrea Occhipinti, presidente Sezione Distributori Anica, ha puntato l’attenzione sulle difficoltà degli esercenti nel ristrutturare le proprie sale a causa dei troppi vincoli e ha invitato gli esercenti a lavorare affinché i cinema divengano luoghi di offerta culturale che vada oltre la semplice proiezione.
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