«Col senno di poi potevamo avere ragione noi. Noi sette che avevamo sostenuto il film di Luchetti, ‘Mio fratello è figlio unico’ come candidato ideale dell’Italia agli Oscar». A scriverlo sulle pagine del ‘Corriere della Sera’ questa mattina è il critico Paolo Mereghetti, membro della speciale Commissione di Selezione istituita da Anica e Api e che designa il candidato italiano agli Oscar. «Eravamo stati sconfitti dagli altri otto membri della commissione, tutti graniticamente uniti a sostenere le ragioni di Tornatore e della ‘Sconosciuta’. Noi avevamo fatto presente che, al di là del valore intrinseco dei due film, poteva essere meglio la commedia sessantottina di Accio e del suo fratello Manrico, più immediatamente leggibile come italiana». Continua il critico: «La contrapposzione è andata vanti fino a quando la maggioranza semplice era stata sufficiente per regolamento ad assegnare la vittoria al turgido melodramma di Tornatore. Ma poi non è bastata per strappare una nomination. Peccato».
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